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Da “Puint” a “Ronc” il passo è breve: l’azienda vinicola friulana Ronc dal Diaul

Nel recarsi in Friuli non si può non passare a Cividale del Friuli e lasciarsi sfuggire uno dei simboli di questo territorio:  Il Ponte del Diavolo.

Costruito in pietra nel 1442 é sospinto da due arcate su cui poggia su un macigno naturale che unisce le sponde alte e scoscese di roccia calcarea tra cui scorre il fiume Natisone.

Ponte del Diavolo: credits foto www.cividale.com

Una antica leggenda è legata a questo luogo, si narra che anticamente i cittadini di Cividale si riunirono in assemblea per escogitare il modo di costruire un solido ponte in pietra che congiungesse le due sponde del Natisone.
Non riuscendo a concludere nulla, invocarono il Diavolo. Quest’ultimo offrì il proprio aiuto per la realizzazione del ponte  pretendendo in cambio l’anima del primo che vi sarebbe transitato.

L’assemblea accettò le condizioni del Diavolo che in una sola notte edificò la struttura. Ci fu anche l’intervento della madre di Satana che trasportò nel suo grembiule un grande masso (su quest’ultimo poggia ancor oggi il pilastro centrale del ponte) e lo depose nel bel mezzo del fiume. La mattina seguente il Diavolo pretese la ricompensa. Mentre i cividalesi si interrogavano su chi dovesse sacrificarsi, ecco che da “Borgo di Ponte” sopraggiunse una chiassosa combriccola di ragazzini che inseguivano un cagnolino impaurito. Questi ultimi, ignari della discussione in corso, attraversarono il ponte sempre rincorrendo il malcapitato cagnolino la cui anima fu presa, obtorto-collo, dal Diavolo che fu così beffato.

Così da Puint (Ponte) a Ronc (collina vitata), in dialetto friulano, il passo è breve e proprio dai vigneti ubicati in prossimità del ponte che nasce il progetto vinicolo frutto della collaborazione tra il  Gruppo Meregalli e di Joe Bastianich.

Parliamo dell’azienda Ronc dal Diaul (in dialetto Ronc è la collina vitata) 10 ettari di vigneti a conduzione biologica, dove trovano dimora  i vitigni tipici del Friuli , Ribolla gialla, Friulano, Refosco, Schioppettino e Malvasia Istriana, con appena 50.000 bottiglie prodotte l’azienda si accinge a valorizzare questo territorio con la qualità dei vini e con quella tradizione che ne è anche il simbolo.

Abbiamo avuto modo di assaggiare due dei vini dell’azienda e di questi  vogliamo darvi le nostre impressioni.

Friulano 2020 Friuli Colli Orientali DOC

Vino biologico che affina per 7 mesi sulle fecce in vasche d’acciaio, presenta profumi intensi di frutta esotica dove tra mango, pera e note di melone fanno capolino note di erbe aromatiche. Il sorso ricco e dinamico allo stesso tempo, ci accompagna ad un finale persistente di erbe aromatiche.

Ribolla 2020 Friuli Colli Orientali DOC

Stesso affinamento del precedente vino, ma più delicato in virtù di un vitigno completamente diverso, profumi di pesca, susina, melone, si uniscono a note officinali, con il timo in evidenza. Ricco e dinamico durante l’assaggio, termina con ricordi di fragolina di bosco.

 

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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