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Dopo un trapianto di cuore il gusto può diventare un inno alla vita

Cuore-amore tra le rime più abusate, ma non è vero. Nel cuore non c’è niente. È una pompa. Io ho il cuore di un’altra persona ma sono lo stesso di prima, malconcio ma lo stesso.
Il cuore non ha buoni sentimenti, anzi è spietato, sa di essere fondamentale per la sopravvivenza e quando capisce che è finita uccide gli organi periferici. E bravo lui.
Però non mi ha ucciso il piacere del gusto, pur facendo danni seri. Anzi il piacere del gusto mi ha salvato dalla depressione, dal vedere nero, dal non avere futuro. Cervello e corpo comandano, legati in modo inscindibile.
I ristoranti sono la mia cura nelle Marche, la mia regione di residenza attuale, dai più umili al tre stelle di Senigallia. Cura che aveva dato dei segnali già nel periodo di coma e deliri nel sonno, incubi terrificanti, angosce e demoni che venivano allontanati con pensieri positivi, uno ricorrente era una promessa a me stesso: se usciamo vivi da qui andiamo a mangiare da Uliassi a Senigallia. E così ho fatto. Da solo la prima volta.
Ho coltivato il gusto e questo mi ha aperto alla vita, andare al ristorante era come aprire una finestra su un bel paesaggio e respirare aria vitale.
Lo è ancora adesso ovviamente. In più la frequentazione dei ristoranti, anche in solitudine, mi ha creato un terreno comune di incontro con persone nuove, ristoratori, operatori del settore, amici di vecchia data, conoscenze stimolanti che aiutano a far ripartire il volano della vita.
Commentare, discutere tra amici, approfondire il cibo, degustare vini sconosciuti, capire e guardare fa bene e aiuta a stare bene. Soprattutto aiutano a uscire da casa, muoversi, decidere dove andare, informarsi. Io causa dialisi ho quattro giorni liberi a settimana e pensare dove andare scaccia pensieri cattivi e funesti.
Cura e hobby, consapevole che nulla ritornerà come prima ma almeno che la fine mi trovi con un ottimo piatto davanti e un buon bicchiere di bollicine in mano, possibilmente guardando e odorando il mare, perché il mare è vita e luce. Intanto ringrazio i ristoratori, un patrimonio culturale del nostro splendido paese. Andiamo al ristorante. Evviva!!!

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