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Aziende e vini esteri

Château Cheval Blanc 2003, quando la classe non conosce ostacoli

Vi parliamo  di Château Cheval Blanc  (il Castello del Cavallo Bianco),  un’azienda vinicola di grande rilievo in Francia e nel Mondo intero, ubicata a Saint-Émilion nella regione vinicola francese di Bordeaux.

Con Saint-Émilion si designa una Appellation d’Origine Contrôlée (AOC), l’equivalente francese dell’italiano DOC. Situata nel Liburnese la giurisdizione di Saint-Émilion è iscritta al Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Territorio particolarmente vocato alla viticoltura con i suoi 5400 ettari che rappresentano il 67,5 % della superficie totale dei comuni produttori (Saint-Emilion, Saint-Christophe-des-Bardes, Saint-Hippolyte, Saint-Étienne de Lisse, Saint- Laurent des Combes, Saint- Pey d’Armens, Saint- Sulpice de Faleyrens, Vignonet, e una parte del comune di Libourne),  pari al 6% dell’insieme dei vitigni di Bordeaux.

A Château Cheval Blanc la presenza dei vigneti è testimoniata da antiche scritture risalenti al XV secolo, ma la proprietà entra in una nuova era a partire dal 1832 quando Jean-Jacques Ducasse, Presidente del Tribunale di Libourne, l’acquista  e costituisce la tenuta comprando le parcelle vicine a Château Figeac.

In seguito l’unione tra Henriette Ducasse, figlia di Jean-Jacques, con Jean-Laussac Fourcaud, venditore di vini a Libourne, segna l’inizio di un’importante modernizzazione della struttura e della tenuta,  iniziando  dalla costruzione di una rete di canali di scolo murati e coperti.

Jean-Laussac avvia una vera rivoluzione per il settore, prendendo una decisione, che definirà la singolarità del vitigno di Cheval Blanc: assembla 50% di Merlot, il vitigno della rive “droite” per eccellenza e 50% di Cabernet Franc.

Inizialmente, siamo al 1852, il vino  viene  commercializzato con il nome di White Horse,  una prima medaglia d’oro ottenuta all’Esposizione Universale di Parigi nel 1878, anticipa il suo più alto riconoscimento: la classificazione come primo Grand Cru Classé (A) per i vini di Saint-Émilion  avvenuta nel 1954 .

Il castello rimase alla famiglia Ducasse-Fourcaud fino al 1998, quando fu venduto a Bernard Arnault, presidente del gruppo di beni di lusso LVMH, e all’imprenditore belga Albert Frère, in seguito nel 2009 LVMH  acquisisce la quota di Arnault.

Nel 2012, viene inserito nel ristretto gruppo di vini che riceve il più alto grado di classificazione, il Premier Grand Cru Classé (A), nella classifica del vino a Saint-Émilion, insieme a Château Angélus, Château Ausone e Château Pavie.

La proprietà oggi presenta una configurazione pressoché identica a quella del 1871 con vigne eccezionali e uniche a Saint-Emilion, di 42 anni in media, estese su 39 ettari, divise in 45 parcelle,e  coltivate a  57% Cabernet Franc, 40% Merlot e piccoli lotti di Malbec e Cabernet Sauvignon.

La produzione media annua è di 6.000 bottiglie per il Premier Grand Cru e 2.500 bottiglie per il secondo vino, Le Petit Cheval.

Si ritiene che i terreni dove si trovano i vigni abbiano le caratteristiche tipiche di tre zone di Bordeaux : un terzo  assimilabile a Pomerol, dove i terreni sono argillosi con tessiture diversificate, un terzo Graves con terreno  ghiaioso, e il terzo tipico di Saint-Émilion, con terreni alluvionali dell’Isle con  tipiche formazioni calcaree.

Questa particolarità  fa sì che lo Cheval Blanc benefici contemporaneamente delle caratteristiche di altre zone dove nascono grandissimi vini di Bordeaux e questo lo rende per alcuni versi unico.

Il vino che abbiamo assaggiato è in grado di esprimere aromaticità e complessità a dispetto della sua giovinezza, pur essendo capace di invecchiare fin quasi a un secolo.

Château Cheval Blanc 2003

Château Cheval Blanc 2003

Un tripudio di profumi invadono i nostri sensi, spezie orientali (pepe bianco e rosa, chiodi di garofano) si fanno largo tra fiori rossi appassiti, note vegetali e frutti rossi. Grande equilibrio all’assaggio, fresco, sapido e minerale, con tannino vellutalo che accarezza il palato. Un lunghissimo finale di prugna croccante è degna conclusione di un assaggio intrigante e accattivante allo stesso tempo.

Foto : Yoopress e Falstaff

 

 

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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