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Bordeaux: un viaggio tra i vini aristocratici

La storia del vino bordolese risale fino all’epoca romana in cui furono piantati i primi vigneti. Nel Medioevo, il matrimonio di Henry Plantagenet e Eleonora d’Aquitania aprì la regione di Bordeaux al mercato inglese consentendo quindi di salire sul palcoscenico del mondo. Il nome Bordeaux deriva dal francese al bord de l’eau che significa “lungo le acque”e fa riferimento all’estuario della Gironda e ai suoi affluenti, alla Garonna e ai fiumi della Dordogna, che svolgono un ruolo fondamentale nella storia e nel successo di questa regione.

Nasce così una regione viticola che dalla città di Bordeaux si sviluppa verso est fino all’Oceano suddivisa in tre macro aree: la Rive Gauche, alla sinistra orografica della Gironda, la Rive Droite, alla destra della Dordogna e Entre-Deux-Mers che rappresenta la parte tra i due fiumi prima che confluiscano nella Gironda.

Nella Rive Gauche i terreni rocciosi sono quelli adatti al vitigno coltivato in prevalenza, il Cabernet Sauvignon. A nord-ovest di Bordeaux si trova la zona più importante, il Médoc, un susseguirsi di vigne a perdita d’occhio su cui si ergono pittoreschi Châteaux, custodi dei prestigiosi vini rossi “Premiers Crus Classés”: Château Lafite-Rothschild, Latour, Mouton-Rothschild (Pauillac), e Château Margaux. ( il premier cru classé Château Haut-Brion ad eccezione degli altri non proviene dal Médoc ma dal Graves a sud di Bordeaux)

Nella Rive Droite i suoli argilloso-calcarei sono ottimali per il Merlot, vitigno maggiormente coltivato in questa zona, molto più collinare dove, sorgono le zone di Pomerol ed il pittoresco borgo medievale di Saint-Émilion. I famosi Châteaux Cheval Blanc Pétrus sono proprio di queste parti. Ma è vero che il Merlot acquisisce densità e consistenza solo grazie all’aiuto del Cabernet Franc.

La costruzione del gusto nel Bordeaux segue regole ben precise soprattutto in funzione della zona in cui le uve crescono: ogni Château ha la propria identità e le proprie caratteristiche personali, uniche e distintive.

La chiarezza del messaggio con la classificazione dei Cru che identifica i migliori produttori, creata su richiesta di Napoleone III nel 1855, è ancora applicata e da tutti ancora riconosciuta indicatore di qualità. Qualità che ogni produttore ricerca, ambizione dei secondi ad essere primi e tenacia dei primi a non farsi raggiungere da chi segue.

Il pilastro fondamentale della viticultura in Bordeaux è proprio il “savoir faire” dell’uomo che sceglie gli assemblaggi tra i differenti vitigni presenti: Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Petit Verdot; ognuno che si esprime nella diversità dei terreni e nella molteplicità degli stili.

Chateau Pontet-Canet, Cru Classé de Paulliac

Il direttore Jean-Michel Comme è stato il primo ad aprire la strada della biodinamica a Bordeaux. La sua conoscenza in materia è veramente profonda ed è convinto che il suo modello di coltivazione possa essere applicato a qualsiasi realtà vitivinicola. Ha appena inaugurato la nuova cantina senza corrente elettrica e le vinificazioni vengono condotte senza rimontaggi dall’alto e diraspatura a mano. La vendemmia si fa con il cavallo. Ha una proprietà stupenda di 80 ettari. Durante la degustazione ci ha mostrato l’evoluzione del suo lavoro.

Château Calon Ségur, cru classé de Saint-Estèphe

Vincent Millet è un grande professionista con un’esperienza ricca e profonda. Nel 2007 il vino era fatto con 50% Merlot e 50% Cabernet Sauvignon. Vincent sapeva, dalla sua esperienza precedente a Chateau Margaux, che solo il Cabernet Sauvignon poteva conferire il corpo e la struttura. Adesso la composizione del vino è di 80% Cabernet Sauvignon e 20% Merlot ed è uno dei più raffinati e ricercati cru en primeur. L’evoluzione del suo lavoro è incredibile, e trova grande espressività nella 2018, un vino di grande eleganza definito per la sua densità tattile in bocca “fondant”.

Château Les Carmes Haut-Brion a Pessac

Una cantina magnifica progettata da Philippe Starck dove i pezzi d’arte sono proprio le vasche di fermentazione. Guillaume Deschepper, il direttore tecnico ci introduce al suo lavoro sul Cabernet Franc che costituisce il vero tesoro di questo cru. L’approccio tecnico si traduce nell’utilizzazione dei raspi ed una viticoltura precisissima su un vigneto di appena 4 ettari, chiamato anche le “vignoble dans la ville” perché proprio nel centro di Pessac. La ricerca della qualità, del dettaglio nella costruzione del gusto è incredibile. Lo dimostra l’evoluzione del suo lavoro nelle diverse annate.

Château Barde-Haut ( Saint-Émilion ) e Clos l’Eglise ( Pomerol )

Un’azienda familiare con molte esperienze, anche internazionali. In questa realtà è possibile comprendere come cambia l’espressione del Merlot quando cresce sul calcare di Saint-Émilion o sull’argilla di Pomerol. Patrice Lévèque e Hélène Garcin attraverso un grande lavoro di ricerca sono riusciti ad arrivare ad un livello di qualità straordinario. Il Clos l’Eglise è un antico domaine unico nel suo genere, si estende per circa 6 ettari su terreni argilloso ghiaiosi con percentuali di ferro tipici del terroir locale che conferisce al vino una consistenza che assieme a tannini vibranti definiscono una “souplesse” nettamente riconoscibile.

Château Cheval Blanc Grand Cru Classé A de Saint-Émilion

Alla scoperta di questo luogo così originale che grazie al terroir dona al Cabernet Franc la tessitura più sottile e raffinata della riva destra. La cantina è un’opera artistica che ricorda le forme ondulate delle dolci colline. Selezione intra-parcellare, utilizzo di lieviti indigeni, vasche in cemento di un design unico e brevettate, più di 50 vinificazioni separate per costruire il gusto del monumentale Cheval Blanc. “La tecnologia è al servizio del savoir-faire dell’uomo, non il contrario”.

 

Château Canon Grand Cru Classé B de Saint-Émilion

Un castello che vanta una storia antichissima risalente al XVII secolo e dal 1996 è stato acquisito da Alain e Gerard Wertheimer, proprietari del marchio Chanel. Sotto ai vigneti si estendono una serie sconfinata di gallerie sotterranee che erano le vecchie cave di estrazione di pietre. Queste cave acquisiscono fondamentale importanza nelle estati mitigando il caldo e di inverno prevengono le gelate restituendo calore. il Merlot diventa il vitigno predominante che grazie al terreno calcareo su cui cresce acquisisce una struttura sottile e setosa.

Arrivederci al prossimo viaggio!

 

 

 

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