Partendo da Faenza e giungendo verso le colline della menzione geografica “Marzeno” precisamente in località Borgo Tuliero, Paolo Francesconi coltiva la sua passione per vini rispettosi del territorio e dell’ambiente. Lo fa senza tanti fronzoli e senza ipocrisia, in un mondo in cui si spaccia per biodinamico qualsiasi metodo che si rivela in taluni casi nocivo per l’intera categoria perché privo di totale controllo da parte del suo creatore. Questo non può rappresentare l’assoluta casualità di ciò che troveremo poi nel bicchiere; non può, infine, nascondere palesi errori produttivi frutto di ignoranza di principi e di usanze che persino i contadini degli albori conoscevano benissimo.
Fare vino a zero intervento significa partire in primis dalla terra, sempre troppo bassa per chi rinuncia a chimica e macchinari. La matrice di questi areali è fatta essenzialmente di ciottoli fluviali in aggiunta a formazioni calcaree che i contadini chiamano “cervella di gatto” ed argille ferrettizzate compatte emergenti da quella che è definita una vera e propria vena del ferro. Tracce di tale particolare espressione del terreno affiorano da molte delle parti pedemontane romagnole, segnalate pure nelle mappe catastali con apposita colorazione arancione.
Paolo non si ferma qui: da buon factotum si sposta agilmente dalla vigna in cantina, quando in tempo di vendemmia i mosti ribollono nei tini di acciaio. La qualità delle annate lui la capisce dal profumo del liquido tumultuoso. In fin dei conti il significato etimologico del verbo fermentare deriva proprio dall’infaticabile lavoro svolto dai lieviti assolutamente indigeni non selezionati.
Per la prima volta il sottoscritto si è avventurato in cima alla scala per odorare gli effluvi carbonici di quanto stava accadendo, ricavando soltanto un forte pizzicore alle narici tale da annebbiare la vista. Mi chiedo davvero quanto sia faticoso per un vigneron curare in ogni passaggio la propria creatura a tratti scorbutica, a tratti mansueta ed elegante.
In compagnia del giornalista-produttore Giorgio Melandri autoctono DOC, incuriosito dalle piante di castagno varietà Marrone di Marradi che Paolo coltiva in sparuti esemplari, iniziamo il viaggio degustativo con una batteria di vini a base Trebbiano che dimostra insolita longevità.
Luna Nuova annata 2017 riverbera su agrumi intensi ed un taglio finale erbaceo di felce, rosmarino e maggiorana. Nella 2016 prevale una lieve amarezza da scorza di arancia e l’erbaceo vira sul balsamico con menta nepitella. Scia minerale a dir poco tagliente. La 2015 punta alla distanza su sensazioni mielose e da pera williams. In fundo la 2014 salata e dalla forti nuances di pompelmo giallo semplicemente sublimi.
Proseguendo tra i bianchi troviamo l’Albana in due versioni differenti: vinificata in bianco senza macerazione la prima; con una macerazione prolungata in acciaio la seconda.
Vite in fiore 2020 è delizioso e stuzzicante, giocando tra sottili tensioni e rotondità. Impressiona il potenziale evolutivo grazie alle sue freschezze citrine ben sorrette da ginestra e miele di acacia. Nella 2014 si riconosce, invece, la tipicità dell’Albana carica di note da cera d’api ed albicocca matura. Arcaica 2018 sosta ben 90 giorni a contatto con le sue bucce e si vede immediatamente dal colore ambrato. Ovvia la balsamicità congiunta a frutta secca e candita.
Tra i rossi non possiamo dimenticare il Romagna Sangiovese Superiore “Limbecca” annata 2016, superbo per potenza fruttata di sanguinella ed amarena e bocca sapida e persistente e D’Incanto 2016 vino rosso da uve appassite di Centesimino, varietà faentina scoperta da Pietro Pianori (soprannominato “centesimino”) nel suo storico podere Terbato sotto Oriolo dei Fichi
Salutare Paolo affaccendato fino a dopo il tramonto nella cura dei suoi piccoli gioielli, mi lascia quella sensazione nostalgica di chi ha capito a modo suo il vero senso della vita.
Av salut!
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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