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Alla ricerca delle origini del Riesling – Diario di viaggio: prima tappa Schloss Johannisberg

Il «vitigno del freddo»!  Così potremmo definire il Riesling renano per la sua spiccata attitudine, dimostrata nel corso dei secoli, di adattarsi molto bene alle temperature più estreme, ma che oggi conquista ed affascina per l’incredibile capacità di riuscire a infondere, ai vini che ne sono espressione, un’inconfondibile complessità e finezza aromatica.

Varietà nobile, dalle misteriose origini, capace di sorprendenti variazioni e sfumature grazie alla sua combinazione unica di acidità ed estratto che consente lunghi affinamenti in bottiglia con risultati rimarchevoli.

Ci siamo recati nei luoghi ove tali vini hanno origine, ovviamente in Germania, nelle due zone geografiche più rappresentative, Mosel-Saar-Ruwer e Rheingau, lasciandoci affascinare dalla storia, dalle leggende e dai racconti tramandati di generazione in generazione ma, soprattutto, dall’incredibile bellezza dei paesaggi, suggestive cornici dal sapore fiabesco.

Prima tappa: Schloss Johannisberg, l’istituzione vinicola per eccellenza del Rheingau che, oltre a vantare una storia di oltre trecento anni, ha dato dimora al primo vigneto di Riesling nel mondo.

Panoramica dalla terrazza del castello

Siamo sulla cima di una collina nella parte occidentale della Germania, a poca distanza dal Reno, al limite nord della viticoltura (50° parallelo). La terrazza panoramica alle spalle del castello consente di «affondare» lo sguardo sulla vallata della regione, contornata da filari di vigna che degradano sino alla sponda del fiume.

Sulla sommità del colle i monaci benedettini si insediarono già nel 1100, fondando un’abbazia a cui affiancarono una chiesa romanica in onore di San Giovanni Battista da cui deriva il nome «Johannisberg».

Il castello venne costruito solo all’inizio del XVIII secolo dal Principe Abate di Fulda. Fu lui ad espiantare tutte le vigne preesistenti sul colle, dedicando al Riesling tutta la superficie vitata e avviando la produzione aziendale del castello.

Statua in memoria della leggenda

La leggenda narra che qui, nel 1775, grazie a quello che oggi definiremmo un «ritardo burocratico» fu realizzata la prima vendemmia spätlese (tardiva). Il messo del principe incaricato di consegnare il permesso scritto – senza il quale all’epoca non poteva avviarsi la vendemmia – arrivò con circa quindici giorni di ritardo, ovvero quando ormai le uve erano quasi tutte affette da muffa nobile. Nei mesi successivi il mosto vinificato cessò di fermentare, preservando una quantità di zuccheri residui che conferirono al vino un’apprezzata dolcezza e complessità. Anche se documenti storici riportano che alcuni contadini volutamente aspettavano un po’ di muffa nobile per aumentare il livello zuccherino delle uve, l’anno 1775 segnò l’inizio ufficiale della prima vendemmia tardiva da uva botritizzata.

Attualmente una statua nel cortile del castello ricorda l’affascinante leggenda.

Ingresso della cantina

Ci avventuriamo nell’antica cantina dello Schloss, suggestive le botti di legno cui sono fissati candelabri che, assieme ai lampadari a candela che scendono dal soffitto a volte, illuminano l’ambiente creando un’atmosfera molto romantica ed intima. Qui sono conservate le bottiglie delle annate più rappresentative.

Bottiglie antiche, annate 1821 e 1939

Caveau ove sono custodite bottiglie risalenti anche al 1821

Ma è nella sala degustazione che finalmente apprezziamo i Riesling del castello, dai trocken agli auslese, ottenuti dai 35 ettari di proprietà, tutti connotati da una vibrante freschezza e un’appagante succosità. Importante ricordare che Schloss Johannisberg è membro della VDP (Verband Deutscher Prädikats und Qualitätsweinguter) un’associazione di produttori nata con l’intento di porre il vigneto e le sue caratteristiche uniche al centro di tutto focalizzandosi sull’importanza della zonazione.

Questi i nostri assaggi.

Schloss Johannisberg Riesling Gelblack – trocken 2018

Schloss Johannisberg Riesling Gelblack – trocken 2018

Piacevoli e intense percezioni fruttate al naso. Pesca gialla, ananas, sbuffi agrumati. Al gusto fresco, sapido, pulito e relativamente morbido con evidenti sentori minerali. Moderatamente persistente nel finale con richiami fruttati in evidenza.

Schloss Johannisberg Riesling Silberlack GG 2017

Schloss Johannisberg Riesling Silberlack GG 2017

Interessante e fine all’olfatto con delicate percezioni di fiori bianchi, erbe aromatiche, pesca, albicocca, foglie di tè. Vibrante freschezza in bocca con piacevole succosità e richiami minerali. Lungo il finale con chiusura leggermente amarognola.

Schloss Johannisberg Riesling Rotlack – Kabinett 2017

Schloss Johannisberg Riesling Rotlack – Kabinett 2017

Naso elegante. Pietra focaia, erbe aromatiche, pesca e pompelmo rosa. Morbido e caldo al palato, sorretto da intensa freschezza e da ritorni fruttato-minerali. Il finale è davvero lungo e appagante. Invoglia al riassaggio.

Schloss Johannisberg Riesling Grünlack Spätlese 2018

Schloss Johannisberg Riesling Grünlack Spätlese 2018

Naso raffinatamente dolce con note di miele d’agrumi, camomilla, frutta matura e fiori gialli avvolti da un intenso respiro minerale. Al gusto si connota per la marcata morbidezza, ben sorretta da una intensa freschezza e da una piacevole succosità che lascia il palato appagato, pulito e pieno.

Schloss Johannisberg Riesling Rosalack Auslese 2005

Schloss Johannisberg Riesling Rosalack Auslese 2005

Il nostro assaggio più emozionante. Affascinante nella sua veste dorata già alla visiva. Naso imponente e complesso dall’intensa aromaticità contornato da sentori di miele, erbe aromatiche, albicocca disidratata, mango, rosa canina e un’inconfondibile richiamo minerale. Setoso e caldo al gusto. La freschezza ancora pungente ne mitiga la percezione zuccherina creando un equilibrio di grande piacevolezza. Finale quasi interminabile e sorprendente.

“ Mon Dieu,

se avessi così tanta fiducia in me di poter spostare le montagne,

il Johannisberg sarebbe il solo monte che seguirei ovunque”

(Heinrich Heine)

Botte storica con la citazione in tedesco di H. Heine

“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.

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