Il dietro le quinte l’ho sempre preferito all’apparenza ed ai racconti preparati a tavolino. In ogni visita l’aspetto psicologico dei protagonisti merita un posto di riguardo nella trama dell’articolo. Rispondendo presente alla chiamata di Claudia Marinelli, che mi ha indirizzato verso una cantina nella zona di Volterra (PI) tra le sinuose colline toscane note per il prezioso alabastro, mi ha positivamente colpito l’accoglienza gentile e familiare da parte dei Del Duca di Podere Marcampo.
Genuino e Claudia Del Duca, padre e figlia, che festeggiano quest’anno il trentennale nel settore della ristorazione, si occupano dell’attività agrituristica e della cantina voluta su terreni aspri da coltivare. Le argille azzurre predominano in questo scorcio di regione, ma la peculiarità dell’areale è la presenza di giacimenti salini solidi e compatti nell’immediato substrato, che non consentono alle radici della vite di scendere a grandi profondità. Condizioni estreme con le quali deve fare i conti quotidianamente l’agronomo Stefano Bartolomei sin dagli inizi del 2003. Di recente si è aggiunta inoltre la consulenza enologica di Luca Rettondini, proveniente da eccellenti realtà della costa.
Cinque ettari tutti in proprietà per poco più di 20 mila bottiglie annue prodotte. Rese bassissime e tanta pulizia in cantina creano le condizioni per vini piacevoli ed eleganti, con un apprezzabile margine in termini di longevità. La caparbia e competente Claudia ci racconta il suo progetto appena realizzato: «dopo una stagione che si è ripresa nei mesi estivi e finita la vendemmia 2020, con l’arrivo della terza ondata della pandemia lo scenario che si prospettava non era dei più ottimisti. Quindi senza ospiti, nessun viaggio programmato o fiere ci è sembrato il momento più propizio per iniziare i lavori della nuova cantina».
Pochi materiali ad esaltare al massimo la composizione geometrica. Legno e ferro, elementi che compongono le botti, vengono scissi per essere ricomposti nel soffitto, utilizzando la prospettiva centrale accentuata mediante la disposizione longitudinale delle travi. Punto focale la pietra intagliata in alabastro con logo aziendale, enfatizzata dalla retroilluminazione ispirata alle luci che all’alba e al tramonto si infrangono sulle balze.
Nella sala degustazione con vista panoramica abbiamo avuto il piacere di poter degustare, in una sorta di sfida infinita, le due etichette di prestigio: il Severus, da Sangiovese in purezza e lo storico Merlot del Giusto alle Balze, prodotto sin dai primordi. Tutte le fermentazioni avvengono in acciaio inox per proseguire l’affinamento in contenitori di legno di varie dimensioni.
Per quanto concerne il Sangiovese si è deciso negli anni di passare a botti da 20 ettolitri invece dei classici tonneaux, grazie anche al raggiungimento della piena maturità dei vigneti. Iniziamo proprio da tale tipologia il racconto di queste due originali verticali e le nostre valutazioni espresse in centesimi.
Severus 2019: salino dall’inizio alla fine. Tannino di perfetta fattura, fine ed agrumato. Dimostra gioventù, ma ha lo sguardo molto, molto lontano. 92/100
Severus 2018: attacco floreale da rosa rossa macerata. Note terziarie di tabacco biondo e liquirizia. Seta nella sua trama tannica, peccato chiuda troppo in fretta. 90/100
Severus 2017: l’annata non tradisce. Caldo, potente e già evoluto. Bocca sapida, fil rouge della categoria. 88/100
Severus 2016: succoso ed elegante, di quella ciliegia tipica che non stanca mai. Complesso e completo, con trama tannica ancora viva e briosa. Chiosa salmastro, il miglior assaggio di giornata. 93/100
Severus 2015: contrastante nelle sue sensazioni balsamiche ed amaricanti. Resta su toni verdi e cupi, di spezie scure e creme de cassis. Sorso gargantuelico, con minori vibrazioni acide. 89/100
Giusto alle Balze 2018: ci vuole un po’ di tempo nel bicchiere per ritrovarlo pimpante. Il naso è da rivedere, ma al palato danza tra erbe mediterranee, lamponi di bosco e grafite. 90/100
Giusto alle Balze 2017: frutto ben delineato, sorretto da note terziarie fini. Parte calorica presente, unica pecca di un prodotto di assoluta piacevolezza. 90/100
Giusto alle Balze 2015: “cacao meravigliao” e tostature variegate tra caffè e nocciola. Sorso agrumato ed atipico su scorze di tamarindo. 91/100
Giusto alle Balze 2014: la caratteristica dei vini di Podere Marcampo è il totale rispetto delle annate di riferimento. Delicato, quasi esile come un bellissimo ricordo del passato. Scia finale di viola mammola e salgemma. 89/100
Giusto alle Balze 2010: qui parla l’emozione e non l’aspetto puramente tecnico. La vena carnacea ed empireumatica fa intuire che di strada davanti non ne ha molta, ma il sorso candito, gradevole e speziato lo colloca tra i campioni senza età. 92/100
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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