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PROPOSTA UFFICIALMENTE UNA TERZA TIPOLOGIA PER IL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO – “PIEVI”: NON CHIAMATELE SEMPLICEMENTE “UNITÀ GEOGRAFICHE AGGIUNTIVE” – VINODABERE – Esperienze nel mondo del vino, della gastronomia e della ristorazione
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PROPOSTA UFFICIALMENTE UNA TERZA TIPOLOGIA PER IL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO – “PIEVI”: NON CHIAMATELE SEMPLICEMENTE “UNITÀ GEOGRAFICHE AGGIUNTIVE”

Anche Montepulciano si avvia ormai verso un preciso percorso di territorialità, con la creazione di una terza tipologia di vino, frutto di una completa zonazione dell’areale, e dalla quale scaturiranno 12 Unità Geografiche Aggiuntive.

Idea nata solo di recente dal consulto tra produttori, enologi, tecnici e professionisti del settore, della quale aveva accennato qualcosa in anteprima il Master Of Wine italiano Gabriele Gorelli, intervistato per voi lettori di Vinodabere  (link), protagonista da moderatore competente nella realizzazione di tutto ciò.

Quale occasione migliore per tornare, dunque, a conversare con lui a proposito di tale novità del panorama enologico toscano.

Gabriele Gorelli – Master Of Wine

La prima cosa che Gabriele ci precisa con forza è di «non soffermarsi tanto sulle sottozone, per non restare fuorviati dalla complessità stessa dell’operazione. La Denominazione di Origine del Vino Nobile di Montepulciano per anni è stata scarsamente rappresentata, schiacciata dalle presenze certamente ingombranti del Chianti Classico da un lato e del Brunello di Montalcino dall’altro.

Il Prugnolo Gentile meritava uno spazio idoneo per risollevarsi in termine di immagine e, conseguentemente, di vantaggi economici per l’intera filiera produttiva.

I viticoltori hanno recepito immediatamente l’occasione straordinaria di poter trasformare un momento difficile, come lo stop forzato per la pandemia, in una fase di opportunità: in fin dei conti è il significato stesso insito nella parola “crisi”.

I problemi da risolvere riguardavano un target price sempre puntato al ribasso, con prodotti troppo evoluti ed una fascia di consumatori decisamente anziana.

Analizzando il concetto stesso di qualità sotto l’aspetto tannico, organolettico e stilistico, si è giunti ad un modello di autoanalisi da cui sono scaturite 7 serate a tema, concepite per creare un filo comune di Arianna.

Alla presenza di professionisti del calibro di Daniele Cernilli, Riccardo Viscardi, Antonio Boco ed il prof. Attilio Scienza si sono confrontati i vari Vino Nobile di Montepulciano con competitors provenienti da diversi areali del globo.

Dalle discussioni sono sortite poche, semplici ed efficaci regole: dalla rinuncia ad utilizzare vitigni internazionali preservando il concetto radicale di toscanità, a rese ridottissime e vini più freschi ed alleggeriti senza uso smodato del legno. Non solo. Proprio a dimostrazione che non si vuole focalizzare il discorso solo sui singoli terreni, si consente che le uve provengano anche da diverse parcelle della medesima zona, purché sempre da appezzamenti di proprietà.

In poche parole si viene a costituire una sorta di nuova DOCG indipendente, ribadendo e codificando una realtà fisica dalle antiche radici storiche, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna, e che trova la sua eco nelle suddivisioni del catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo.

L’altra novità è l’istituzione di una commissione interna al Consorzio composta da enologi e tecnici, la quale avrà il compito di valutare, prima dei passaggi previsti dalla normativa, che le caratteristiche dei prodotti a marchio Pieve corrispondano perfettamente alle prescrizioni del Disciplinare.

Ciò va ben oltre persino la normale certificazione di controllo di Valoritalia: i campioni che non dovessero soddisfare le caratteristiche stabilite, ricadranno tra le altre tipologie di Vino Nobile di Montepulciano, base o riserva».

L’Assemblea Soci del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano ha approvato, dunque, all’unanimità la proposta di modifica del Disciplinare, sottoposta adesso al vaglio delle autorità regionali competenti in materia.

L’iter di definizione ufficiale dovrebbe essere di pura e rapida formalità, consentendo alle aziende di etichettare la loro selezione con il marchio “Pieve” già a partire dalla vendemmia 2020.

Considerando inoltre che i tempi di affinamento sono stabiliti in un minimo di mesi 36, potremo degustarne i prodotti finali non prima del 2024.

Ringraziando nuovamente Gabriele Gorelli per la piacevole chiacchierata a dir poco illuminante, seguiremo gli sviluppi di questa importante novità, in attesa di giudicare presto i frutti di tanto lavoro.

 

 

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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