Un’azienda di origini antiche come la Silvio Carta non può cadere nel dimenticatoio. Più di 50 anni di attività che segnano in qualche modo la storia della Sardegna e quella della Vernaccia di Oristano. Elio Carta, figlio di Silvio, ha preso in mano le redini dell’azienda nel 1973. Ci racconta del grande successo della Vernaccia di Oristano fino agli anni ’80. Veniva infatti venduta giovane e sfusa in bar e ristoranti e consumata in grande quantità. Quando iniziò la crisi della domanda di questo straordinario vino, l’azienda si trovò nella condizione di doversi necessariamente reinventare. Nacque così la produzione di vermouth, infusi e distillati che, basandosi su materie prime a chilometri zero, ha consentito alla Silvio Carta l’autosufficienza economica per continuare a produrre Vernaccia.
Abbiamo visitato sia il locale delle distillazione e degli spirits, che quello dove viene vinificata e affinata la Vernaccia di Oristano. Elio ha le idee molto chiare ed ha reso la nostra esperienza unica.
Silvio Carta con la linea Serenata produce anche un Vermentino di Gallura (vigneti e vinificazione vicino ad Olbia) ed un Cannonau di Sardegna (uve provenienti da Alghero).
Il Vermentino di Gallura 2018 è fresco, scorrevole con sentori di frutta secca e ricordi di pietra focaia e riesce ad essere convincente nonostante un’annata difficile. L’annata 2017 già ci aveva particolarmente convinto al punto di entrare nella nostra piccola Guida sui vini della Sardegna (link).
Il Vermouth Servito (bianco) ha sentori di macchia mediterranea, cisto, lentischio e ginepro, che si uniscono a ricordi di anice, genziana ed agrumi, ed ha un sorso deciso e molto piacevole. Il Vermouth rosso, realizzato da una Vernaccia invecchiata 10 anni, è monumentale con toni marini e iodati, di fiori e frutti rossi ed un’armonia incredibile.
Per l’affinamento di grappa e brandy (ovviamente da Vernaccia) Elio utilizza botti di castagno che hanno oltre 100 anni di età, e sono una parte delle tante che invece sono a Baratili per l’affinamento della Vernaccia.
Abbiamo assaggiato la Grappa di Vernaccia 2003 (ma Elio ha diverse annate in affinamento) ed il Brandy (sempre da Vernaccia) che sono molto eleganti al punto che la sensazione alcolica appare soffusa.
I due Gin che abbiamo assaggiato sono degli autentici capolavori ed un estratto liquido di Sardegna.
Il Giniu ed il Giniu Abberere sono realizzati solo da ginepro sardo, con il secondo che prevede una ulteriore concentrazione di bacche rispetto al primo. Elio realizza altre 5 etichette di Gin molto convincenti.
Molto interessanti risultano anche il liquore alla liquirizia ed il Mirto Pilloni (quest’ultimo è ricavato da 1300 grammi di bacche per litro!!!!)
Spostandoci al locale storico di produzione della Vernaccia, dove Elio conserva una quantità smisurata di annate in affinamento, abbiamo assaggiato due vini emblematici e rappresentativi del livello qualitativo della produzione di Silvio Carta.
Vernaccia di Oristano Riserva 2004: un grande vino ossidativo con sentori iodati e marini ed un lunghissimo finale di macchia mediterranea. Il sorso è sapido, deciso e rappresenta in toto il carattere delle terre e delle persone di queste parti. 96/100
Vernaccia di Oristano Riserva 1968: un vino che ci ricorda i motivi per cui (anche se molti se lo sono dimenticato) la Vernaccia di Oristano è uno dei più grandi vini ossidativi del mondo. Sapidità e freschezza sono al centro dell’assaggio insieme a materia ed ad un roccambolesco gioco di profumi che vanno dai toni radiciosi ad un interminabile finale di macchia mediterranea. Un vero e proprio respiro di Sardegna!!! 98/100
Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.
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