Endrizzi è la cantina storica del Trentino che trova le sue origini nel 1885, anno di fondazione in località Masetto da parte di Francesco ed Angelo Endrici (in dialetto locale Endrizzi, da cui il nome). L’introduzione sin dai primi anni del ‘900 di due dei vitign7i che erano considerati, a quel tempo, i più pregiati al mondo, il Cabernet Sauvignon e il Merlot, ne mostrò da subito la audacia. Subito dopo impiantarono il vitigno locale Lagrein e l’autoctono Teroldego.
Oggi siamo giunti alla quarta generazione con Paolo Endrici e la moglie Christine, architetto di origine tedesca, che hanno saputo coniugare due diverse origini culturali fino a creare un mix vincente e creativo nella gestione dell’azienda. Si sta nel frattempo affacciando la quinta generazione. Lisa Maria e Daniele, entrambi laureati in economia vinicola a Bordeaux e a Geisenheim, che rappresentano il futuro dell’azienda.
I vigneti in Trentino si estendono tra la pianura, la collina e la montagna, coltivati a guyot (Pian di Castello e il Kinderleit) e a pergola trentina (il vigneto storico del Masetto ne è l’emblema in quanto ha accompagnato nel tempo tutte le generazioni della famiglia Endrici).
La Cantina Endrizzi è stata una delle prime cantine ecosostenibili in Italia. La scelta è di metà anni ‘90, quando questa pratica, oggi più diffusa, sembrava un idea folle. Per avvalorare in modo concreto tale scelta, in vigna si utilizza la tecnica della “confusione sessuale”, che consiste nel diffondere nell’aria il feromone sessuale che emette la femmina di ogni specifico insetto bersaglio, in misura tale da impedire al maschio di localizzarla e di fecondarla. Il mancato accoppiamento comporterà una popolazione di larve assai diminuita e di conseguenza un minor danno ai frutti. Questo per evitare l’utilizzo di insetticidi, erbicidi e diserbanti. Inoltre si sono dislocati 20 nidi per uccelli intorno ai vigneti per far sì che vengano mangiati gli insetti potenzialmente pericolosi per la vite e per l’uva.
Attualmente oltre alla tenuta storica situata in Trentino, la famiglia Endrici si è cimentata in una nuova avventura in Toscana nei pressi di Magliano, a Sud di Grosseto, su una zona collinare idilliaca che si estende su 30 ettari di terreno. Qui ha trovato un terreno assolato e protetto dai venti, il Podere Maremmello che da subito ha mostrato la sua capacità di utilizzare il Sangiovese per trasformare le idee in realtà, ottenendo vini armonici, fruttati e avvolgenti.
Ma parliamo dei vini che abbiamo avuto la possibilità di assaggiare:
Masetto privé 2009 Trento DOC (Chardonnay 100%)
Con appena 1500 bottiglie prodotte, 9 anni sui lieviti, è il vino spumante che la famiglia Endrici utilizzava per uso personale e sboccato a sua discrezione, fino alla celebrazione dei 130 anni dalla nascita dell’azienda, quando si decise di condividere questa bollicina con gli appassionati di Trento DOC. Note di albicocca, di pasticceria, tabacco e spezie si fanno largo nel bicchiere, ma è all’assaggio che dà il meglio di sé, ricco, elegante, con una spalla acida da far invidia a spumanti più blasonati e una bolla fine che lo accompagna in un finale lunghissimo.
Trento DOC Piancastello 2013 (Chardonnay e Pinot Nero)
36 mesi sui i lieviti per questo Trento DOC morbido e persistente, dove i profumi di pasticceria si accompagnano a note floreali, miele di acacia a ricordi di agrumi. Una bella acidità e una bolla fine ci introducono ad un finale molto lungo e piacevole.
Gran Masetto 2013 (Teroldego 100%)
Dallo storico vigneto aziendale Masetto nasce questo vino vinificato con un parziale appassimento dell’uva di 3 mesi per rafforzarne ulteriormente la struttura. Dopo una fermentazione che viene fatta prima in celle a temperatura controllata e poi in piccole botti di rovere francese, il vino affina 20 mesi in barriques, ulteriori 6 mesi di bottiglia lo preparano alla sua messa in commercio. A dispetto di quello che ci potremmo aspettare il vino oltre a potenza è ricco di eleganza. Profumi caldi di frutti di bosco maturi, note tostate, spezia e vaniglia anticipano profumi di ciliegia, viola e spezie dolci e ci introducono ad un assaggio dove un tannino elegantissimo ed equilibrato è ben accompagnato da una nota alcolica che non infastidisce. Chiusura con un finale speziato e morbido che porta a finire il bicchiere senza neppure accorgersene.
Masetto due 2015 (Teroldego e Cabernet Sauvignon)
Vinificazione separata dei due vitigni che dopo una fermentazione a temperatura controllata per oltre 30 giorni prosegue la sua lenta fermentazione in vasca di acciaio con macro ossigenazioni programmate per 9 mesi.
Il vino rimane poi in bottiglia per altri nove mesi prima di essere messo in commercio.
Un concentrato di frutta rossa (sottobosco, mora ciliegia e prugna) a cui si associano vaniglia e spezia con il pepe in evidenza. Un tannino elegantissimo sorretto da una bella acidità e sapidità ci mostrano da subito di che pasta è fatto. Chiusura su note di pepe nero e ciliegia che lo rendono molto intrigante.
Golalupo Pinot Nero Riserva 2015
Dopo una fermentazione di 8 giorni a temperatura controllata, questo Pinot nero prosegue la fermentazione malolattica in barriques, dove il vino matura per almeno un anno, successivamente passa in fusti di rovere da 20 o 30 hl per circa 6 mesi prima di essere imbottigliato. Un vino di facile beva con note di ciliegia e mora in evidenza, che accompagnano morbidezza e persistenza.
Meria 2013 (Merlot, Cabernet Sauvignon, Sangiovese e Petit Verdot)
Nasce nel podere Maremmello, nel cuore della tenuta Serpaia, affinando prima i diversi vitigni in barriques per 12 mesi, poi la cuvée definitiva evolve e matura per altri 8 mesi in grandi botti di rovere alla ricerca della sua identità.
Ci si presenta con note di cuoio, tabacco, spezie dolci e sottobosco, tra le quali si scorgono ricordi fumé e di terra bagnata. Ricco, secco, ben sorretto da un tannino che ancora non ha ha ancora trovato una sua identità. Il finale è su toni di frutto maturo.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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