Quando si parla di vino e di geografia, le nazioni che fanno da capostipite sono Francia ed Italia, non solo per i vini che sono conosciuti e rinomati in tutto il mondo, ma allo stesso tempo anche per i quantitativi prodotti ed esportati. Allo stesso tempo se si parla di ettari vitati, le due “regine” vengono spodestate dalla Spagna, che è il paese al mondo con la maggiore superficie di vigneti, pur producendo quantitativi inferiori sia alla Francia, che all’Italia. Questo non si deve interpretare come un handicap, poiché buona parte delle zone vitivinicole della Spagna presentano condizioni climatiche molto difficili per la coltivazione della vite. Ciò nondimeno, proprio nelle zone come Galizia, Ribera del Duero ed Andalusia, si producono vini che in alcuni casi senza esagerare, hanno dell’incredibile! Inizia così una degustazione di vini spagnoli tenutasi ad Acireale, iniziando un ipotetico viaggio dalla parte alta della Spagna e vicina al Portogallo, in Galizia, zona caratterizzata da grande umidità dovuta alla vicinanza dell’Oceano Atlantico. Uno dei vitigni caratteristici è la Treixadura, uva a bacca bianca dalla quale vengono ottenuti vini di gran freschezza e di valori alcolici non eccessivi.
- The Flower And The Bee 2015 – Coto de Gomariz
Un bouquet armonico con profumi di erba bagnata, frutta a polpa bianca surmatura e con finale di note burrose. Ben bilanciato al palato con una bella freschezza e una leggera sapidità che affiora dalla componente acida che è predominante. Il sorso è progressivo e dinamico.
Ci si sposta un po’ più in basso e nella zona più centrale, nella Ribera del Duero, in cui il padrone incontrastato è il Tempranillo. Vitigno a bacca rossa da cui si ottengono vini con un buon tasso alcolico e con un’acidità buona e tannini non da meno. Un connubbio che fa da garanzia per vini di lunga durata. Le condizioni climatiche nella Ribera del Duero sono ancora più complesse, praticamente ci sono due stagioni che vengono sintetizzate nella seguente maniera: “Nove mesi d’inverno, tre mesi d’inferno”. Allo stesso tempo queste condizioni climatiche così estreme fanno si che vengano ottenuti vini importanti.
- Pesquera Tinto Riserva 2012 – Tinto Pesquera
Colore deciso, rosso purpureo. Olfattivamente si percepisce noce moscata, confettura, note di torrefazione. Di ottimo corpo, con tannini non aggressivi che si accompagnano a freschezza e sapidità. Ottima la persistenza.
Rimanendo sempre nella zona della Ribera del Duero, si passa a degustare un vino che è quasi leggendario. Per vari motivi, non si sapranno tutti i vitigni che vengono utilizzati per produrre questo vino ad eccezione del Tempranillo e del Cabernet Sauvignon, poichè le percentuali degli altri vitigni che compongono il blend variano di anno in anno a discrezione dell’enologo, come avviene per i Bordeaux (tanto è vero che viene anche individuato come lo Chateau Lafite spagnolo). La messa in commercio dipende dall’affinamento che dura non meno di ben dieci anni (ma ci sono stati casi in cui sono stati venti anni!!!). Molti travasi sono poi fatti dalla botte grande alla barrique e viceversa. Un qualcosa di straordinario, anzi….UNICO.
- Vega Sicilia Unico 2007 – Bodegas Vega Sicilia
Un colore rosso purpureo introduce il quadro organolettico con note di peperone che fanno da apripista a toni di tabacco, confettura, the, sentori di torrefazione, cioccolato, e vaniglia. Un bouquet “unico”. Vibrante al palato, con tannini di personalità, e grande struttura. La beva è progressiva e lunga, con ricordi netti di macchia mediterranea e toni balsamici.
Il viaggio continua per arrivare in Andalusia, patria dello Sherry, vino liquoroso ottenuto dalle uve a bacca bianca del Palomino o del Pedro Ximenez. In Andalusia che è la parte più a Sud di questo tragitto, è l’aridità a rendere difficile la coltivazione della vite, con produzioni basse per ogni pianta di vite, ma allo stesso tempo sia per i vitigni, sia per il tipo di lavorazione, metodo Solera, si producono vini liquorosi di gran classe.
- Pedro Ximenez Solera 1927 – Alvear
Pur essendo prodotto da uva a bacca bianca, si presenta con un rosso mattonato. Odore di cotogna, eucalipto, uva sultanina. L’ossidazione si sente assieme al sentore di vinoso. Dolce, ma non stucchevole. Riesce ad avere una sua “personale” freschezza.
Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.
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