Un milione di abitanti e quindici milioni di turisti nel 2024, secondo quanto riportato dall’Osservatorio del Comune: con una permanenza media di tre giorni Napoli è, dopo Roma, il luogo in cui il visitatore soggiorna più a lungo. Siti culturali, tradizioni folcloristiche, accoglienza e, naturalmente, l’enogastronomia a farla da padrone, tra pizza, pasta, fritti e tutto ciò che viene attinto dalla cucina mediterranea, con la dieta di Ancel Keys nata lungo le sponde del Cilento e diffusa in ogni angolo della Campania.
Mangiare a Napoli però, non è diverso da qualsiasi altra metropoli cosmopolita e comporta un filo di attenzione in più. A volte l’avventore medio rimane attratto da botteghe improvvisate o ristoranti dal finto sapore locale e dal facile italian sounding. Luoghi dove si rischia di essere invischiati in pessime abitudini, con la conseguenza di spiacevoli ricordi non solo per chi non parla la lingua italiana.
Basterebbe davvero poco per comprendere che il cibo, raccontato nelle sue ricette storiche, è un fatto di cultura, un volano enorme che spinge le persone a viaggiare e spendere alla ricerca di ciò che non trovano a casa. Esiste poi un importante settore di clientela, talora confuso, che ricerca il pasto rapido per rientrare presto in ufficio o per un pranzo di lavoro. Costoro amano i sapori familiari, le materie prime a chilometro zero e la serenità di spendere il giusto in un contesto elegante, senza usare l’automobile.
Il centro di Napoli sta vivendo un momento di assoluta vitalità, ma ancora manca lo scatto finale, quello da importare dalla cultura estera, dell’hotellerie di alto rango con annesso ristorante esclusivo. Troppo esigui i numeri in funzione dell’esigenze medie dei possibili fruitori. O’Break Restaurant del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo, di proprietà del Gruppo Naldi e ricadente sotto la prestigiosa insegna di Marriott International, propone ai clienti esterni la possibilità di un menu dove si dà grande importanza agli ingredienti locali.
La formula “Unico”, in particolare, prevede solo a pranzo ed esclusivamente nei giorni feriali un piatto simbolo che combina insieme il primo ed il secondo, con acqua, caffè e coperto al costo di 15 euro a persona. Possibilità anche di optare per insalate appetitose per chi necessità di leggerezza o di scelte vegetariane. Per chi volesse, invece, soffermarsi con più calma ed attenzione sulle altre proposte in totale libertà, troverà il giusto compromesso di ricette italiane rivisitate con quel tocco partenopeo dalle mani esperte dello chef resident Pasquale De Simone.
La selezione vini, ben gestita dal food & beverage manager Giovanni Botta, potrebbe in futuro essere ulteriormente rivista anche in funzione dei due interessanti menu degustazione, denominati semplicemente mare e terra, che offrono a cena spunti e prospettive di lunga visione in chiave gourmet. Il servizio di sala è accogliente e ben curato in ogni dettaglio.
Lo special composto da fusilli di pasta artigianale al ragù napoletano con pomodori, ricotta e la braciola di bovino con uvetta e pinoli, rappresenta l’idea del piatto tradizionale della domenica coi parenti e diventa qui la Madeleine de Proust dal timbro tipico di una ricordo senza tempo, con tanto di inevitabile scarpetta finale su fetta di pane.
Dalla selezione quotidiana il rombo gratinato alle mandorle e passatina di piselli centogiorni del Vesuvio, uno dei tanti presidi Slow Food preferiti dal De Simone, aderente all’Alleanza Cuochi ideata dalla “chiocciola” più famosa d’Italia. Praticità, tecnica e consistenze ben delineate: non serve un miracolo di San Gennaro per fare di un piatto un piccolo capolavoro da portare con sé nella propria mente. Un successo attestato da oltre l’80% di presenze esterne ai tavoli del ristorante, durante l’orario di pranzo.
Coccole in chiusura tra torta caprese e pastiera artigianale immancabili non soltanto nelle solenni festività pasquali. Prevista una formula attraente anche per la prima colazione degli ospiti dell’hotel e per gli eventi privati, su prenotazione, al panoramico ristorante Roof Garden Angiò.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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