Il Consorzio ViniVeri è, a nostro avviso, quello, all’interno del mondo dei vini naturali, che registra un miglioramento continuo e costante del livello qualitativo dei vini dei suoi associati. La dimostrazione è arrivata da ViniVeri Assisi 2020, una degustazione che ha avuto luogo qualche giorno fa in Umbria.
Tantissimi i vini emozionanti e pochi (addirittura quasi nessuno) i vini difettati.
Non ci esimiamo dunque dal fornirvi la lista dei nostri migliori assaggi:
Arshura 2016 – Valter Mattoni: la “Roccia” (questo il soprannome con cui Valter è conosciuto in tutta Italia) colpisce ancora con un vino straordinario: struttura, succo e ricordi di frutti rossi in evidenza, seguiti da profondità di beva e da un tannino finissimo. Perfetto connubio di eleganza e complessità. 98/100. (ottimo anche il Rossobordò 2016, una Grenache in grande forma con ricordi speziati, freschezza, sapidità ed avvolgenza del sorso. 96/100).
Vitovska Solo 2016: Paolo Vodopivec (di cui abbiamo scritto già su questa testata: link), da poco eletto presidente del Consorzio Viniveri, presenta in degustazione una Vitovska di incredibile mineralità ed intensità gustativa. I toni rocciosi si uniscono a sensazioni ancora floreali ed anticipano complessità e profondità di beva. 98/100
Marco Casolanetti (azienda Oasi degli Angeli), a capo del movimento dei Piceni Invisibili (oggi ormai fortunatamente ben visibili) ci ha sorpreso con un Kurni 2017 (96/100) che unisce sapidità e freschezza a ricordi di frutti rossi e speziati e con una versione del suo Bordò (varietà locale della famiglia della Grenache), il Kupra 2016 (98/100), di grandissima eleganza che può competere tranquillamente per finezza e complessità con qualsiasi Grenache di alto rango.
L’azienda Clara Marcelli (in foto Daniele Colletti) oltre allo splendido Montepulciano K’Un 2017 (94/100) ci ha stupito con il Ruggine 2013 (97/100), un Bordò che mostra grande personalità e carattere e che unisci toni di macchia mediterranea a sensazioni fruttate e speziate.
Sempre per le Marche e per il Piceno Allevi Maria Letizia ha presentato due grandi vini in assaggio:
Offida Pecorino Mida 2018: fresco, speziato, elegante, inizia con un sorso delicato che conquista poi tutto il palato. Coniuga perfettamente potenza ed eleganza e chiude con sentori di pietra focaia e frutta secca. 93/100
Passiamo ora al nuovo nato, varietà Bordò, Arsi 2016, 360 bottiglie in tutto di un vino sontuoso, dal profilo elegante e strutturato, che giganteggia in armonia e pienezza del sorso, senza rinunciare a carattere e personalità. Sentori speziati e minerali anticipano un bellissimo finale sapido – iodato. Dai Bordò marchigiani ancora un capolavoro. 95/100.
Ci spostiamo nel Lazio dove Carlo Noro (uno che ne sa di biodinamica e che è il padre del ragazzo che vedete in foto), realizza dei vini increbili per carattere e avvolgenza gustativa. La Passerina Costafredda 2018 (92/100) ed il Cesanese del Piglio Collefurno 2017 (95/100), entrambi da terreni composti da arenaria, sono gli assaggi più convincenti.
Sempre nel Piglio La Visciola ha presentato un Cesanese molto convincente, Il Cesanese del Piglio Priore Vignali 2017 (95/100) che unisce sentori speziati e fruttati, carattere e complessità.
Ci spostiamo in Umbria, a Spoleto, dove Gianluca Piernera della Cantina Ninni, ha realizzato uno strepitoso Trebbiano Spoletino, il Poggio del Vescovo 2018 (96/100), che mette in evidenza il suo carattere minerale e “marino” con i suoi sentori rocciosi e iodati e il suo finale sapido e salmastro.
Ca’ dei Zago 2018 (93/100): una Glera rifermentata in bottiglia per nulla banale che mette al centro moneralità e sapidità ed un lungo finale di pietra focaia.
Aldo Di Giacomi nelle Marche tiene alto il nome del Rosso Piceno, con il Superiore Quattro Tempora 2015 (94/100), che mostra freschezza, sapidità ed un sorso dinamico e progressivo, senza rinunciare a struttura e avvolgenza.
Ancora un Rosso Piceno Superiore, con il Paià 2017 (92/100) di Cameli Irene, che gioca le sue carte su toni fruttati e speziati e sulla potenza gustativa.
Passiamo in Friuli Venezia Giulia con il Bianco Trebez 2015 (94/100) di Dario Princic, che presenta una mineralità straordinaria insieme a note di frutta secca e frutti gialli.
Ed eccoci in Piemonte con un Barbaresco d’autore, il Montestefano 2015 (95/100) di Serafino Rivella, un vero esempio di eleganza e succosità con tannino di rara qualità.
Cambiamo lato delle Langhe con il Barolo 2015 di Rinaldi che presenta una perfetta combinazione tra eleganza, avvolgenza e complessità.
Il Rosato Sant’Isidoro di Maria Pia Castelli (95/100) può creare dipendenza data la succosità, la sapidità, l’avvolgenza del sorso.
Ci spostiamo nel Carso con la Malvasia 2017 (95/100) e la Vitovska 2017 (94/100) di Skerlj, che presentano un profilo sapido e minerale.
Rimaniamo nel Carso con la Malvasia 2017 (95/100) di Benjamin Zidarich, una Malvasia Istriana ricca di sentori fruttati e minerali, dal sorso sapido e progressivo, con un lungo finale di pietra focaia.
Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.
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