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Umbria

Umbria, quattro tappe imperdibili nell’enoturismo in una delle regioni più verdi d’Italia: si parte da Tenuta Pizzogallo

Si parla molto di enoturismo, anche in virtù di una potenziale, quasi infinita, risorsa economica per il settore vitivinicolo del Bel Paese. A volte se ne parla con scarsa cognizione di causa, al limite dell’improvvisazione e con risultati molto deludenti per il visitatore. Fare enoturismo di qualità richiede cura in ogni dettaglio: dalla ristrutturazione e adattamento dei locali riservati all’ospitalità, all’aggiunta di servizi e tour facilmente proponibili per l’utenza, che valorizzino gli aspetti culturali e le tradizioni agricole del territorio.

Fondamentale, infine, l’approccio multidisciplinare anche per la connessione ad altre strutture recettive della zona, quali ristoranti ed agriturismi (qualora non si possa fare da sé) e alle amministrazioni locali, nel supporto comunicativo delle eccellenze virtuose dei propri concittadini. Un mare magnum in cui navigare senza bussola diventa arduo e periglioso, con il rischio di veder franare ogni sogno di bellezza nel semplice weekend anonimo uguale ad altre scontate realtà.

L’Umbria, una delle regioni più verdi d’Italia, offre tante proposte incantevoli che la attraversano da nord a sud. Boschi, paesaggi collinari incantevoli, coltivati tra olivi, cereali, frutteti e, naturalmente, anche la vite. Il silenzio e la quiete sono i presupposti fondamentali per chi ricerca una sosta in questi luoghi, magari quanto più possibile a contatto con la natura grazie al trekking ed ai sentieri sterrati percorribili in bicicletta, oltre ad attività in vigna e cantina durante i periodi destinati alla potatura e alla vendemmia. In quattro appuntamenti verranno narrate le storie di altrettante location mozzafiato, dove il significato intrinseco di enoturismo assume la giusta dignità che merita.

 

Si comincia da Tenuta Pizzogallo. Di proprietà della famiglia Tavolini, si trova ad Amelia, un borgo ricco di fascino e storia, a poca distanza dal confine con il Lazio. Gli Etruschi ed i Romani hanno lasciato tracce indelebili in quello che veniva considerato uno degli avamposti di frontiera. Antonio Tavolini, imprenditore scomparso nel 2019, aveva individuato in tali luoghi il suo buen retiro dalle fatiche quotidiane. Acquisisce all’inizio del nuovo millennio un podere con annessa casa padronale del ‘700, trasformata ed ampliata, che vanta oggi due suite rifinite, dotate di ogni confort, oltre 10 mini appartamenti e 4 case vacanza in una depandance vicina al plesso principale. Gli appartamenti sono composti ciascuno da camera da letto con bagno, salottino con divano letto, cucina o cucinino, giardino o terrazza con vista, per accogliere fino a quattro ospiti al loro interno.

La figlia Tiziana ne prende le redini insieme alla mamma Isabella Amato, poco prima della pandemia da covid, in un momento particolarmente complesso per l’intero settore. Si punta con maggiore enfasi alla produzione di vino, sfruttando i quasi 23 ettari vitati a pieno regime e sul sito di e-commerce per aumentare le vendite al tempo ferme dai mercati internazionali in profonda crisi. Una scelta che ha consentito a Tiziana di resistere nei suoi proponimenti e di temporeggiare verso venti più sicuri alla riapertura.

Oggi il turismo è cambiato anche grazie ad iniziative come questa, con esigenze mordi e fuggi ed attività parallele che rendono dinamica la sosta. Tenuta Pizzogallo propone infatti visite organizzate alle cascate delle Marmore e alle splendide gole del fiume Nera, verso il paesino abbandonato di Stifone raggiungibile a piedi o in canoa. E poi un ristorante pronto per oltre 200 posti a sedere, al momento utilizzato solo durante gli eventi e che Tiziana vorrebbe far diventare un agriturismo sempre aperto a pranzo e cena, per rivitalizzare le vuote pause invernali attirando nuova clientela. Un ricambio necessario, con nuovi posti di lavoro e fidelizzazione del personale già in essere in azienda, la scelta che molti dovrebbero seguire per rivoluzionare l’idea stessa di proposta turistica, troppo ancorata a dogmi ormai vecchi e controproducenti.

Senza dimenticare la cantina vini, con la consulenza enologica affidata da poco all’esperto Maurilio Chioccia, coadiuvato in team dall’agronomo e dal cantiniere, per studiare un restyling completo delle etichette in portafoglio e una nuova identità stilistica improntata a ridurre le concentrazioni, aiutando l’agilità complessiva nella bevuta. Resta però immutata la bottiglia dedicata alla memoria del padre denominata “Piece of Land” – pezzo di terra – per l’amore che egli riservava alla sua Tenuta. Appena 1800 unità nate dal blend di uve rosse autoctone e internazionali, principalmente Sangiovese e Merlot.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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