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TENUTE CHIAROMONTE O CLAIREMONT? QUESTO È IL DILEMMA

Nell’ambito della riuscitissima manifestazione “Vino è…musica” recentemente svolta a Grottaglie, dove ho avuto l’onore di partecipare come membro di giuria non poteva mancare una visita all‘azienda Chiaromonte.

Da sinistra Enzo Scivetti e Nicola Chiaramonte

Nicola (Chiaromonte) ed Enzo (Scivetti), mattatori da corrida di un gruppo affiatato di degustatori per nulla stanchi dalle due precedenti giornate intensissime.

L’azienda attualmente si sviluppa su tre corpi principali, che a breve saranno riuniti nella erigenda cattedrale di Acquaviva delle Fonti.

Circa 30 ettari (oltre vigneti) di pura arte. Nicola ha sin dalla nascita un legame speciale con la sua terra, nutrito dall’amore per i cavalli che gli regaleranno enormi soddisfazioni. Come una gara di salto a ostacoli, muterà da adulto il proprio status oltrepassando la barriera dei produttori vitivinicoli.

Accadde nel lontano 2002 a Verona, anno in cui bissa il premio conseguito alla più importante fiera equestre d’Europa con quello prestigioso del Vinitaly, grazie alla sua prima annata.

Un ottimo inizio ed una ulteriore conferma per il territorio di Gioia del Colle, da cui partono i Primitivo più eleganti d’Italia.

La stratificazione dei terreni

A Nicola tutto ciò non basta. Ama la sperimentazione come ragione stessa di vita; senza di essa l’Uomo è perduto, venendo a mancare il confronto continuo tra successi e sconfitte necessario per crescere e migliorarsi.

Sarei stato curioso di poter osservare gli alberelli antichissimi pre-filosserici di Contrada Barbatto, nati nella dura roccia calcarea di cui è composto il terroir, unita a sabbie marine e composti basaltici preistorici, ma il tempo stringe e la ricca degustazione chiama.

Le pupitre

Il brindisi di benvenuto è fatto da uno spumante Metodo Classico Ancestrale da Pinot Noir in purezza. La bellezza di utilizzare simili tecniche risiede nel fatto che ogni bottiglia è diversa dalle altre, sia per intensità cromatica che profumi.

Siamo solo a 24 mesi sur lie, bisognerà arrivare almeno a 36 per essere messo in commercio eppure il prodotto risulta già ben delineato su aromi di fragoline selvatiche, senza l’erbaceo a volte invadente tipico del vitigno. Incuriosisce un finale speziato caratteristico di tutti i vini della Tenuta, che evidenzia ancora una volta le differenze tra i vari areali produttivi, peculiarità Made in Italy.

Ci accomodiamo a una tavola luculliana imbandita con specialità pugliesi per assaggiare nell’ordine:

Kimia 2018 Primitivo Rosato

KIMIA 2018 sia in versione Pinot Nero in purezza, che Primitivo con utilizzo dei racemi, detti “femminelle”, generati dalla seconda fioritura. Il primo apre ermetico, criptico, secco e quasi tannico. Necessita qualche grado termico in più del solito per rilasciare memorie di cassis ed amarene rosse. Il secondo è un piacere per il palato, morbido e sensuale, scalpitante di susine mature, fragole in confettura ed essenze di rosa tea. Lungo e sapido nel finale entra nell’Olimpo dei rosati.

Kimia 2018 pinot nero rosato

Passiamo ai bianchi sotto forma di disfida. Il fattaccio nasce da una eccedenza di Chardonnay utilizzato per l’altro spumante (sempre ancestrale). A questo punto, non senza rischi, fu deciso di produrre ugualmente un vino fermo per poche bottiglie, ricco di mineralità all’ennesima potenza.

Quell’esperimento è diventato una solida realtà; il confronto è stato fatto con gli altri due KIMIA, da Fiano Minutolo e Moscato, ma l’emozione dello Chardonnay è stata davvero unica.

ELE’ 2017

Siamo pronti per l’artiglieria di casa Chiaromonte, cominciando dal blend di Primitivo ed Aglianico ELE’ 2017

Ottimo connubio per prepararci ai top di gamma, dal sapore quasi marmellatoso con note boisè di vaniglia non invadenti e dai facili abbinamenti, magari una bella focaccia di cipolle salentina.

i vini assaggiati

MURO SANT’ANGELO PRIMITIVO GIOIA DEL COLLE DOC 2017 con i suoi 48 g/l di estratto secco rappresenta l’anima del Primitivo, fatta sì di materia densa, oscura, ma anche di eleganza e longevità. La sensazione pseudocalorica si interseca come un puzzle con note floreali delicate, spezie nere e frutta rossa croccante

MURO SANT’ANGELO PRIMITIVO GIOIA DEL COLLE DOC “CONTRADA BARBATTO” 2009 ovvero la storia del Primitivo di Gioia del Colle. Mora selvatica, gelèe di mirtilli, pepe nero in grani e cacao in polvere. La bocca assume un taglio diagonale fatto di tannini strutturati e penetranti, ma anche di morbidezze che riempiono ogni spazio.

CHIAROMONTE PRIMITIVO GIOIA DEL COLLE DOC RISERVA 2005 – emozioni in crescendo per un vino senza tempo, neanche un riposo del guerriero di 3 lustri lo avvicina a note terziarie e ossidative. Il frutto è sicuramente più maturo, quasi cotto, il tabacco si veste di sigaro, ma abbiamo ancora fiori violacei appassiti e bocca agrumata dalla chiusura quasi salmastra. Pochissimi credono nella Riserva. Sfiora normalmente i 18 gradi alcolici! Eterno.

SELEZIONE NICOLA CHIAROMONTE PRIMITIVO GIOIA DEL COLLE DOC 2010 un regalo inaspettato per tutti, visto anche l’alto valore commerciale della bottiglia celato fino alla fine dell’assaggio per evitare condizionamenti di sorta. Si avverte maggiormente la ricerca di un gusto internazionale, basato sul controllo scrupoloso di morbidezze e tannini. Naso e bocca sono coerenti, complessi per non dire ampi. Alla cieca ti spinge verso la Gironda francese, per carattere e mix di aromi ancora giovani, quasi balsamici. 55 g/l di estratto, un vero record da guiness dei primati.

Chiudiamo con tre rarità:

PRIMITIVO DA RACEMI SPUMANTIZZATO – 48 mesi sui lieviti è ormai pronto per la commercializzazione. Maestoso nelle sue fragranze di lampone, petali di rosa rossa e crosta di pane.

FIANO MINUTOLO 2011 – gli anni regalano sensazioni idrocarburiche in stile Mosella, ma con bocca da frutta tropicale, pepe bianco e cannella.

CLAIREMONT “EXCELLENT RESERVE”

CLAIREMONT “EXCELLENT RESERVE” da cui il dilemma amletico iniziale; oltre 120 mesi sur lie per un vino fuori da ogni schema, come piace a Nicola Chiaromonte. Quasi maltato, potrebbe essere il primo esperimento di una  IGA fatto al contrario.

Gli indizi per risolvere l’enigma del titolo ve li abbiamo forniti. A Voi lettori non resta dunque che cimentarvi visitando questo piccolo gioiello del Sud Italia.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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