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TAORMINA GOURMET 2023: una kermesse enogastronomica all’ombra dell’Etna, con le eccellenze dei vini italiani e internazionali

Grande partecipazione di pubblico, addetti ai lavori e giornalisti alla decima edizione di Taormina Gourmet, tenutasi dal 28 al 30 ottobre presso l’hotel Villa Diodoro di Taormina: oltre 3000 presenze, con 100 giornalisti, 50 chef e 30 maestri pizzaioli. Sono state stappate circa 1200 bottiglie di vino, per celebrare uno dei più importanti eventi del Sud Italia dedicati al meglio del food & beverage. Una manifestazione organizzata da Cronache di Gusto e Fizz Comunicazione, con il supporto di oltre 30 sponsor e 10 tra consorzi di tutela e associazioni di produttori. Banchi di assaggio, cooking show, cene d’autore e incontri con personalità del settore, ma il vero fiore all’occhiello dell’evento sono state le 37 masterclass sul vino, numero record raggiunto quest’anno, spaziando dai vini dell’Etna, al Riesling tedesco, alla Borgogna ed a una verticale di … Sassicaia!

Si sono tenute anche diverse premiazioni tra cui: quella sui migliori vini del Sud Italia (69 i vini premiati), nell’ambito del concorso Sud Top Wine; la premiazione dei 34 imperdibili della Guida ai vini dell’Etna 2024; la premiazione del miglior sommelier – assegnato ex aequo a Salvatore Matarazzo, del ristorante “Re, Santi e Leoni” di Nola (Na) e Alessandro Mancuso del ristorante Zash a Riposto (Ct) – e la Migliore Maître assegnato a Maria Cosentino di Palinuro (Sa). Altra novità di questa edizione sono stati i talk show, come quello tra 10 giovani imprenditori agricoli e Oscar Farinetti, fondatore dei Eataly, prendendo spunto dal titolo del suo ultimo libro “dieci mosse per affrontare il futuro”. Inoltre, in occasione della consegna del premio Fish Academy, progetto della Regione Siciliana del dipartimento regionale della Pesca Mediterranea, il sindaco di Taormina Cateno De Luca e lo chef Fabio Potenzano si sono cimentati in un inconsueto cooking show avente per oggetto la rivalutazione dei “pesci dimenticati”.

Le masterclass

Come anticipato, nel vasto panorama di attività svoltesi all’interno della manifestazione, le masterclass sul vino sono quelle che più ci hanno colpito: tenute con un approccio molto didattico ed informativo, utile sia al neofita che all’esperto degustatore, hanno permesso di approfondire gli aspetti più interessanti e peculiari – come il terroir, la storia e la cifra stilistica – legati ai vari vini e vitigni. Ovviamente non abbiamo potuto seguirle tutte, ma ne abbiamo selezionate alcune di sicuro interesse, che riportiamo nel seguito.

Iniziamo con la masterclass su “The Best German Wines: a journey through Riesling and Pinot Noir”. Dodici etichette (con la partecipazione di alcuni “infiltrati”: Pinot Blanc e Cabernet Sauvignon) degustate con Claudia Stern. Alcuni dei vini in degustazione erano classificati GG (Großes Gewächs, l’equivalente dei Gran Cru francesi), il massimo della piramide qualitativa dei vini tedeschi. Si parte con sei diverse espressioni di Riesling, afferenti alle diverse regioni tedesche di produzione (Nahe, Mosella, Reno …).

 2022 Kallstadt Riesling VDP Ortswein – Weingut Rings, zona Frensheim, Pfalz

Sentori di idrocarburo, calcare, uniti a fiori bianchi, frutti esotici e agrumi. Al gusto risaltano acidità e freschezza, con buona struttura e media persistenza.

2022 Rheingau Riesling Tell – Weingut Kaufmann, zona Hattenheim am Rhein, Rheingau

Profumi di mango, con note gessose e di pepe bianco. Un sorso sapido con acidità citrina (ricordi di limone e pompelmo) e cenni di frutta gialla esotica. Il finale risulta elegante e persistente.

2022 Ölberg Riesling GG – Kühling-Gillot, zona Nierstein, Rheinhessen

All’olfatto frutta bianca matura e miele, con nuance agrumate e speziate. Nel palato è equilibrato, l’acidità si bilancia con una dolcezza agrumata che dona bevibilità. Buona persistenza.

2021 Lämmler Riesling GG – Weingut Schnaitmann, zona Württemberg

Aromi di fiori gialli, limone, miele, mela renetta e pera. In bocca rivela delicate  note tostate, la beva è succosa, raffinata e di energica freschezza.

2021 Juffer Riesling GG – Weingut Fritz Haag, zona Brauneberg, Mosel

Al naso frutta bianca in primo piano (uva, pesca, pompelmo e litchi), con nuance minerali e di pepe. La bocca rivela un’acidità predominante, combinata con note di lime ed erbe aromatiche.

2020 Felseneck Riesling GG – Weingut Schäfer-Fröhlich, zona Nahe

Vino introverso, che non si concede facilmente: iniziali sentori animali, ematici che si aprono poi in aromi di frutta gialla. Nel palato è coerente, con ritorni ematico/carnacei ed un sorso progressivo, con acidità e frutto che si equilibrano in un finale persistente.

Dopo i Riesling passiamo al primo “intruso“, il Pinot Blanc.

2020 Ihringer Winklerberg Winklen Weissburgunder Rappenecker VDP GG – Weingut Dr. Heger, zona Ihringen Baden

Il Pinot Bianco si mostra in tutto il suo stile. Profumi raffinati di fiori bianchi, pera, mela ed erbe aromatiche. Il sorso è sapido, equilibrato e armonico, di grande eleganza.

Segue il secondo “intruso“, il Cabernet Sauvignon.

Cabernet Cuvée 2020 Ehrenstetter Ölberg Chapelle trocken Weingut – Martin Wassmer, zona Baden

È un blend a prevalenza Cabernet, dai caratteristici sentori vegetali e balsamici, accompagnati da frutti rossi, spezie scure e nuance di macchia mediterranea. Tannini fini e vellutati sostengono un sorso elegante con note di amarena, prugna e mirtillo.

Si continua con tre Pinot Noir

2021 Pinot Noir +++ VDP Ortswein – Weingut Kaufmann, zona Hattenheim am Rhein, Rheingau

L’olfatto denota una balsamicità intensa (resina, spezie), seguita da frutti rossi (prugna, amarena) e piccoli frutti di bosco. Il sorso è coerente, con ritorni di frutti di bosco scuri, l’acidità e la sapidità donano grande freschezza alla beva.

2021 Pfarrwingert Spätburgunder GG – Weingut Meyer-Näkel, zona Dernau, Ahr

Aromi fragranti e balsamici di frutti di bosco, ginepro e pepe nero. Nel palato scorre sapido ed elegante, sorretto da tannini fini e buona struttura, con note di mirtillo e more. Sorso accattivante.

2020 Centgrafenberg Spätburgunder GG – Weingut Rudolf Fürst, zona Franken

Ingresso al naso con sentori balsamici, sottili ed eterei (vernice, acetone), seguiti da piccoli frutti di bosco scuri e radici. I tannini fini e levigati conferiscono eleganza al sorso, che evidenzia note di prugne fresche e pepe nero.

L‘ultimo assaggio è un test sulla longevità del Riesling

2013 Saarburger Rausch Riesling Spätlese Goldkapsel – Weingut Markus Molitor, zona Bernkastel-Kues, Mosel

La raccolta di uve da vendemmia tardiva caratterizza già l’olfatto: intenso, con netti sentori citrini bilanciati dal residuo zuccherino. La beva è sostanziosa, fresca, con le note agrumate in armonia con lo zucchero residuo. Il sorso è molto gradevole, perfettamente integro.

 

Molto interessante e coinvolgente è stata la masterclass che ha visto confrontarsi, in una degustazione alla cieca, due grandi terroir: Etna vs Borgogna. Ovvero due grandi vitigni, Nerello Mascalese (in prevalenza) e Pinot Noir. Daniele Cernilli, Amaya Cervera e Federico Latteri hanno condotto il divertente blind tasting, facendo servire una coppia di vini alla volta e, previa fornitura di opportuni indizi alla platea, “sfidando” i partecipanti ad “indovinare” quale dei due fosse il Pinot Nero e quale l’Etna rosso. In pratica, da un lato l’evidente diversità dei vini/vitigni (uno dei parametri dirimenti è stato il colore: più scuro e denso quello del Pinot e un rubino chiaro, nebbioleggiante, quello dell’Etna rosso) e dall’altro i più che generosi suggerimenti dei conduttori, hanno reso il compito piuttosto semplice. Questi i vini degustati.

1) Bourgogne Rully Rouge 2020 – Joseph Drouhin

Profumi floreali (rosa, viola) e intensamente fruttati (frutta rossa fresca) con note tostate; denso e succoso, acidità decisa, tannini fini e rotondi, evidenti note di frutti rossi. La beva è sapida e accattivante.

2) Etna Rosso 980 metri 2020 – Sciara

Sentori di melagrana, fragoline di bosco, radici. Tannini decisi ma levigati, buona acidità, finale lungo, speziato ed elegante.

3) Etna Rosso Pettinociarelle 2020 – Famiglia Statelli

Molto profumato, fiori rossi, melagrana, bacche rosse, ribes. La bocca è austera, ha struttura, tannino importante, con un finale pepato.

4) Beaune Clos des Marconnets 2020 – Domaine Chanson

Balsamico, speziato, aromi di piccoli frutti di bosco scuri con nuance boisé. Al gusto è corposo, ha evidenti note di frutta fresca (prugna, amarena, cassis), il tannino smussato e consistente.

5) Etna Rosso Erse Moscamento 1911  2019 -Tenuta di Fessina

Profumi ematici, di humus e sottobosco, con sfumature agrumate (arancia) e di frutti di bosco. Il sorso è fresco, con note speziate e di liquirizia, con un tannico deciso e di lunga persistenza.

6) Beaune Premier Cru Grèves 2020 – Joseph Drouhin

Ad una iniziale scia affumicata seguono sentori di ribes, spezie scure, tabacco e leggeri aromi di legno. L’acidità e un tannino fine ed elegante vengono affiancati da ritorni di frutta scura fresca.

7) Gevrey Chambertin 2020 – Louis Latour

Complesso, balsamico, con note affumicate, di sottobosco, amarena e bacche scure. Il sorso denota sapidità, freschezza, i tannini sono rotondi e setosi, il retrogusto fruttato. Vino elegante e di lunga persistenza.

8) Etna Rosso Barbagalli 2020 – Pietradolce

L’olfatto è minerale, ematico con sensazioni speziate, di frutti di bosco rossi ed erbe mediterranee. Al gusto è austero, con una fresca acidità e tannini vigorosi. Chiude con note aranciate e lunghissima persistenza.

 

Altra interessantissima masterclass è stata la verticale che ha abbracciato Quarantacinque anni del Copertino Rosso Dop Riserva Divoto, dell’azienda pugliese Apollonio, situata a Monteroni, nel cuore del Salento. Una denominazione ancora poco conosciuta, il Copertino, rispetto alle più note legate ai vitigni Primitivo o Negroamaro. Dal 1870 Apollonio produce vini con le uve locali: soprattutto Negroamaro e Primitivo, ma anche Montepulciano, Susumaniello e Malvasia nera. Il Copertino Rosso è un blend di Negroamaro (70% circa) e Montepulciano, nel 1978 c’è stato il primo imbottigliamento ufficiale con la denominazione DOC. La Riserva invecchia per almeno 24 mesi ed è prodotta solo nelle migliori annate. Marcello e Massimiliano Apollonio, guidano l’azienda che, col tempo, si è specializzata sempre di più nella produzione di vini da invecchiamento e questa verticale ha svelato le grandi doti di longevità e qualità di questo vino. Daniele Cernilli e Massimiliano Apollonio (anche enologo dell’azienda) hanno guidato la degustazione, iniziata dal vino più vecchio al più giovane.

1978
Colore granato/aranciato, il bouquet, intenso e complesso, ha toni evoluti/terziari di frutta secca/disidratata (prugna, tamarindo, fichi) e sfumature balsamiche (resina, incenso). Nel palato si ripropongono le note di tamarindo che evolvono verso il liquore Alkermes; i tannini sono rotondi e levigati. Sensazioni evolute ma vino ancora integro.

1993
Colore granato, aromi di composta di prugne, di more e macchia mediterranea. In bocca conserva acidità, il sorso è sapido, glicerico, con un finale amaricante che ricorda la frutta scura.

1997
Annata calda e siccitosa ma che ha generato nel salentino uve di qualità eccezionale. Colore granato intenso, balsamico, al naso emerge un tripudio di frutta scura (amarena, prugna, more, ribes nero), con nuance di viola ed eucalipto. Le note fruttate si ripropongono, più concentrate, nel palato, accompagnando una beva di grande struttura, con acidità ed alcol importanti.

2001
Anche questa si ricorda come una grande annata. Colore granato, profumi di macchia mediterranea, bacche nere, confettura di prugne, more e cuoio. Il sorso è potente, equilibrato, i tannini vellutati, il finale elegante con sbuffi di cacao e frutta scura.

2012
Annata non facile. L’olfatto evidenzia profumi intensi di sottobosco, erbe mediterranee, prugna, ribes nero e more. Al gusto è morbido, i tannini smussati, ritornano le sensazioni di frutta scura e dolce con cenni di cioccolato.

2013
Un’anteprima non ancora in commercio ma che, complice anche una vendemmia regolare, promette molto bene. Vasto corredo aromatico: balsamico (eucalipto, macchia mediterranea), bacche nere, noce, tamarindo, prugna, amarena. Nel palato è ricco, succoso, sapido, i tannini vellutati inducono ottima bevibilità.

 

Infine, una recensione su un altro prodotto di eccellenza della terra siciliana: l’olio extravergine di oliva. Segnaliamo due aziende, locate su territori con diversi microclimi, una della Sicilia centrale ed una della costa messinese.

Fattoria Magamila

Situata al centro della Sicilia, sulle colline nei pressi di Enna, produce un olio extravergine, certificato biologico, da un blend delle cultivar Nocellara Etnea (75%), Biancolilla and Cerasuola (25%).

Note di degustazione: un fruttato verde di media/leggera intensità, con aromi di erba tagliata, carciofo e foglia di pomodoro. Molto pulito al gusto, con il piccante  in prevalenza sull’amaro.

 

Azienda Agricola Villa Colonna

Gli uliveti dell’azienda, in zona semicollinare, si affacciano sul golfo di Torremuzza, in provincia di Messina. Vengono coltivate, in regime biologico certificato, le cultivar Santagatese, Giarraffa, Biancolilla, Verdello, Nocellara del Belice e Messinese.

Abbiamo assaggiato i monocultivar Santagatese- una cultivar antica, tipica della zona costiera del messinese- e la Nocellara Messinese.

Olio extravergine Santagatese: fruttato medio/intenso, con note di sedano, cardo e un fondo dolce di mandorla e pomodoro. L’ingresso in bocca, netto e pulito, inizialmente delicato, evolve in un amaro intenso che viene gradualmente riequilibrato dal piccante.

Olio extravergine Nocellara Messinese: fruttato intenso, note fresche di erba tagliata, lattuga, basilico e cenni di foglia di carciofo. Estrema pulizia di bocca, piccante in evidenza, seguito dall’amaro, tessitura fine, chiude con un fondo di mandorla dolce.

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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