La D. O. C. Faro fa riferimento ad una delle più prestigiose realtà vitivinicole siciliane alle quali l’enologia ed i vini della Sicilia Orientale devono tanto. Non a caso fu proprio Luigi Veronelli che quando assaggiò un vino di questa Denominazione, ne rimase talmente colpito ed affascinato, da riscontrare delle similitudini con i vini rossi della Borgogna. Effettivamente la complessità data dai vari vitigni che rientrano nel disciplinare (Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera, Nero d’Avola, Gaglioppo e Sangiovese), di cui Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio e Nocera, sono imprescindibili, il terroir che spazia dal Mar Jonio, fino al Mar Tirreno e le varie tecniche di vinificazione, rendono il Faro un vino veramente molto particolare. Basti pensare che utilizzando solo i vitigni “essenziali” si ottengono vini eleganti con tannini fini e di carattere, una freschezza che accompagna anche qualche durezza (data dal Nocera). L’aggiunta degli altri vitigni cambia e non di poco le caratteristiche del vino (a seconda delle percentuali che vengono utilizzate), dando dei vini più corposi, con tannini muscolosi. Se a questo aggiungiamo il cambio del terroir, la parte jonica è con pendenze notevoli, la parte tirrenica è altamente ventilata e risente maggiormente della vicinanza del mare, la vastità e la differenza fra un Faro ed un altro, è veramente impressionante. Interesse ha suscitato infatti la degustazione organizzata al Catania Wine Fest da parte dell’A. I. S. Catania, dei vini di sei produttori di Faro. Quattro aziende che si trovano nel versante jonico e due del versante tirrenico hanno fatto degustare i loro vini Faro D. O. C., dando un’ampia dimostrazione di come si possano avere vini così diversi, pur mantenendo un filo conduttore in un territorio di modeste dimensioni.
Bonavita è un’azienda che si basa sull’essenzialità, utilizzando solo i vitigni necessari della D. O. C. Faro, ossia il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio ed il Nocera. La cantina si trova nel versante tirrenico. Il Bonavita Faro D. O. C. 2016, ha fatto notare le proprie caratteristiche più “borgognotte”, con sentori floreali, note di liquirizia, e ricordi minerali. Fresco, con tannini vibranti e con una sapidità che completa l’assaggio. Lungo e dinamico.
Rimanendo sempre nel versante del Mar Tirreno, ma con metodi di vinificazione diversi e con l’utilizzo di quasi tutti i vitigni previsti nel disciplinare (manca solo il Gaglioppo), Tenuta Rasocolmo produce un Faro, che si diversifica notevolmente dal Faro di Bonavita. Il Faro D. O. P. di Rasocolmo 2015 fa sentire le differenze più evidenti all’olfattiva con sentori di carrubbo, cappero, erba di campagna che compongono il corredo aromatico. La spalla acida prevale sulle altre componenti, ma allo stesso tempo gli conferisce nerbo e lo rende accattivante. Tannini fini e di buona persistenza.
Cambiando zona e passando sul versante jonico si degusta il Piano Sole 2014 dell’Azienda Agricola Lepardo. Vengono utilizzati cinque dei sei vitigni consentiti dal disciplinare (il Gaglioppo è quello escluso). Il corredo aromatico cambia totalmente, con nota salmastra, sentori di rabarbaro ed accenni di nota iodata ed agrumata. Freschezza e sapidità sono i punti di forza di questo vino. I tannini riemergono nel finale. Persistenza discreta.
Sempre del versante jonico è Cantine Bonfiglio che ha presentato il Faro D. O. C. Beatrice 2015. Vengono utilizzati tutti i vitigni del Disciplinare ad esclusione del Gaglioppo, anche se qualche prova con il vitigno calabrese è stata fatta. Si presenta con profumi balsamici e con nota iodata, e chiude con ricordi di liquirizia. Tannini vivaci, ma di buona prospettiva.
Riamanendo sempre sul versante orientale, Cantine Cuppari propone il San Placido 2014, che escludendo il Galgioppo ottiene il Faro con Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nocera, Nero d’Avola e Sangiovese. Pur facendo uso delle stesse uve utilizzate nel Faro D. O. C. Beatrice, assume altri connotati organolettici. Mora e confettura emergono dal calice accompagnate da effluvi di erbe balsamiche. Tannini di grande personalità, che riescono a superare la spalla acida. Buona progressione ed una bella persistenza. Chiude con toni salmastri.
Chiano Conti produce un Faro D. O. C. 2014 basandosi sulle quattro “N” (Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Nero d’Avola, Nocera). Le vigne si trovano sul lato del Mar Jonio. Vino di grande compostezza ed armonia. I tannini sono ben mitigati e la freschezza è ben bilanciata. Il finale è sapido – iodato. Non è da meno il corredo olfattivo, con note fruttate e floreali, sentori di humus e di china.
In conclusione questa degustazione ci ha dato modo di capire le differenze ed i punti che accomunano vini che caratterizzano una D. O. C., che fino a qualche decennio fa era a rischio di non essere più prodotta e che ora pian piano, sta ritornando a far parte del panorama enoico siciliano e non solo.
Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.
Aggiornamenti continui sul mondo dell'enogastronomia