Nel primo passo compiuto verso la Vernaccia di Oristano abbiamo parlato di storia, tradizioni, tecniche agricole e sogni di futuro: “SARDEGNA ON MY MIND” – APPROFONDIMENTO SULLA VERNACCIA DI ORISTANO E DEGUSTAZIONE DI DUE ETICHETTE DELLA CANTINA DELLA VERNACCIA. Abbiamo altresì assaggiato alcune interessanti etichette della Cantina della Vernaccia, un perfetto viatico per chi vuole affacciarsi da neofita nel vasto mondo dei vini ossidativi. Ora approfondiamo la conoscenza di due produttori simbolo del territorio, cominciando dall’azienda Famiglia Orro di Davide Orro a Tramatza (OR)
Alcune storie non conoscono lo scorrere del tempo. Suo nonno piantò i primi 4 ettari di vigna ad alberello ancora nel lontano 1956. Presto se ne occupò Salvatore, padre e maestro di vita di Davide, nonchè suo pensiero fisso da quando è scomparso. I ricordi diventano più dolci dopo qualche tempo dalle sofferenze. È un po’ come la Vernaccia che abbisogna di adeguato riposo prima di essere scossa dal torpore. Davide è nato nelle vigne, da bambino guidava il trattore nei propri terreni mentre gli altri amici giocavano a calcio. Verso la maturità scoccò la scintilla per questa meravigliosa varietà a bacca bianca, al punto da avere in regalo-premio una botticella di vino da vendere al su magasinu (trad. “il magazzino”) il bar-enoteca dell’epoca, realizzando così le sue prime centomila lire.La somma gli fu presto indirizzata dalla saggia mamma Angelica verso redditizi buoni postali, rivelatisi utili negli anni per costruire la cantina e rimodernare i poderi. Sappiate che in Sardegna è più facile lavorare la terra che opporsi alle regole del matriarcato.. A questo punto la scelta per Davide era fare l’università o abbandonare definitivamente gli studi. Ancora una volta intervenne papà Salvatore, facendogli capire, durante l’estate, cosa significasse la vita del fattore nei campi dal mattino fino a tarda sera. Un monito che il figlio raccolse subito, iscrivendosi ad Agraria e laureandosi in tempi rapidi. Il primo giorno di corso ottenne dai genitori un altro dono: una valigia ventiquattrore nera ed una berretta sarda per l’orgoglio di avere un figlio studioso. Borsa e cappello finirono presto nell’armadio onde evitare i sorrisi dei colleghi, ma sono tuttora ben custoditi come la cosa più preziosa delle fatiche di infanzia di Davide, che cerca di far rivivere ad altri ragazzi nelle attività della sua Fattoria Didattica.Venti gli ettari aziendali complessivi, dei quali 15 vitati ed il resto suddiviso tra oliveti e coltivazioni di ortaggi. Grande spazio dedicato ovviamente alla Vernaccia di Oristano ed un piccolo riflettore puntato sulla Nieddera a bacca rossa. Tante sperimentazioni che hanno comportato numerosi premi e riconoscimenti dalle Guide di settore. Non manca dunque che assaggiare il frutto di tale lavoro generazionale.Iniziamo dal Bebè 2021 Metodo Ancestrale una produzione particolare che strizza l’occhio al consumatore giovane e dal palato meno esigente. Vernaccia in purezza, può essere goduta anche rimettendo leggermente in sospensione il deposito sul fondo. Buona mineralità complessiva e gradevole persistenza fruttata di mela gialla ed agrumi.Tzinnigas 2020 IGT Valle del Tirso, perché ossidativo va bene, ma a volte la Vernaccia può sorprendere persino nelle agili versioni non ossidative con breve affinamento in acciaio inox. Un corredo di erbe mediterranee e note mielose-terragne divertenti e per nulla stancanti. Abbinamenti con piatti tradizionali a base di muggine.Tzenti Arrubia 2021 Nieddera IGT Valle del Tirso è la versione in rosa dello Spinabarba. La varietà per anni è stata associata al genotipo del Bovale spagnolo; recenti ricerche hanno però ritrattato l’argomento, ritenendolo un vero e puro autoctono dell’isola. Difficile da coltivare, per alternanze produttive e difetti di maturazione, ancor più da vinificare con tannini nervosi ed erbacei che si addomesticano solo con brevi contatti tra mosto e bucce. Fragoline di bosco, spezie calde e sapidità finale: un rosato fuori dagli schemi che divide la critica per originalità espressive.Dopo qualche scaramuccia iniziale arriviamo ai cavalli di battaglia di casa Orro, Crannatza 2016 Vernaccia IGT Valle del Tirso da Vernaccia in purezza che invecchia appena 36 mesi in botte piccola. Eleganza assoluta nel suo corredo di cera d’api, propoli, nocciole tostate. L’equilibrio lo si raggiunge con nuance di affumicature e mineralità delicate e persistenti al contempo.Un vino che vuole essere l’anello di congiunzione tra le Vernacce da lungo affinamento in vecchio stile ed un prodotto influenzato comunque dal lievito flor, ma senza seguire una filosofia ossidativa estrema. La Vernaccia di Oristano Doc 2011 si esprime classicamente nelle sensazioni da mallo di noce, fico d’india, dattero e iodio. Da manuale, con abbinamenti della piccola pasticceria locale, tra tiricche e mostaccioli sardi. Riposa in botti di varie dimensioni per tempi biblici. Chiudiamo in dolcezza con il Passentzia 2019, uve 100% Vernaccia fatta appassire sui graticci. Non mancano le solite erbe officinali al sapor di finocchietto selvatico e nocciola tostata. Solo acciaio e vetro.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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