Terroir, che termine complicato! Mette insieme tantissimi aspetti ed è difficile dare una perfetta definizione. Senz’altro però si esprime attraverso suoli, territori, climi, esposizioni ed infine, non di minore importanza, l’opera dell’uomo. E certamente tutto questo non manca a Mamoiada dove una intera comunità è impegnata a valorizzare la viticoltura ed i suoi prodotti. In questo luogo straordinario è più facile assistere a discussioni sulla potatura delle viti che sulle partite di calcio.
Mamoiada Vives è l’evento organizzato ad inizio giugno dall’Associazione Mamojà, che riunisce 30 cantine dell’areale, da poco presieduta dal giovane ed appassionato vignaiolo Giovanni Ladu. Scopo dell’evento è quello di far scoprire alla stampa ed agli operatori i vini prodotti e di far conoscere un territorio fantastico, fatto di vigne bellissime, gente ospitale.
Vinodabere segue con attenzione il percorso dell’Associazione ed assaggia ogni anno i vini degli associati.
Diciamolo subito la materia prima (l’uva) presente in questo areale è straordinaria ma la trasformazione della stessa necessita in ogni caso di attenzione. E l’esperienza ed alcuni accorgimenti che si imparano confrontandosi con l’esterno possono fare la differenza.
E questo è quello che sta avvenendo proprio qui, dove ormai si producono alcune delle migliori Grenache del Mediterraneo.
E Mamoiada Vives ce lo ha dimostrato attraverso l’assaggio di 24 vini, 6 rosati, 24 rossi (10 del 2020 e 14 del 2019) e due Granazza.
Non entreremo nel dettaglio dei vini, per quello bisognerà aspettare la Guida ai Migliori Vini della Sardegna 2023 di Vinodabere che uscirà entro il prossimo agosto, ma certo non possiamo non sottolineare l’assoluto livello qualitativo raggiunto.
Speriamo che l’esempio di Mamoiada venga seguito da altri areali della Sardegna e che altre comunità si riuniscano per valorizzare le ricchezze che la natura mette a loro disposizione.