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Sardegna – La cantina “Il Grappolo d’oro” di Fabrizio Sassu e il suo Cagnulari “Muttos”

Voglio parlarvi di una famiglia di vignaioli sardi, la famiglia Sassu, che iniziò, nel lontano 1930 a Porto Torres, la sua avventura nel mondo della viticoltura vendendo vino sfuso. A quel tempo Giovanni Battista Sassu riuscì ad appagare la sua voglia di apprendere, di confrontarsi con gli altri e di avventurarsi in nuove imprese, senza mai perdere d’occhio il passato, con quelle tradizioni culturali che arricchiscono questo territorio.

Iniziò con il conoscere attentamente la struttura dei terreni del Sassarese e della Nurra, costatandone la vocazione vinicola, e proprio partendo da questa constatazione nacque il desiderio di piantare le prime vigne, allevate ad alberello, facendo tesoro dei consigli di vignaioli navigati che avevano imparato sul campo i segreti dell’uva e della vinificazione.

Ma la sua sete di conoscenza lo spinse ad allontanarsi dalla Sardegna fino alle colline del Monferrato, in Piemonte, dove aveva passato gli ultimi anni della sua vita.

La sua passione  per la terra è stata raccolta da suo figlio Giacomo, che ha preferito, a differenza del padre,  utilizzare le lavorazioni  biologiche sia nei campi che nelle vigne.

Ma se crediamo che ognuno di noi è fortemente influenzato dall’ambiente in cui ha passato la propria infanzia e se a questo ambiente è risultato fortemente affezionato, non ci dobbiamo assolutamente stupire se i figli continuino su questa strada con passione e con nuove idee.

Questo è quanto è accaduto a Fabrizio Sassu il figlio di Giacomo, che ha in sè la passione di padre e nonno e ha deciso dopo  un’esperienza durata oltre vent’anni in una tra le più’ celebri ed autorevoli Cantine vitivinicole della Sardegna: “Tenute Dettori” , di cimentarsi in questa nuova impresa .

Il nome della cantina è nato ricordando quelle parole che il papà Giacomo gli ripeteva giorno dopo giorno:

la riuscita di un ottimo vino è la selezione dei grappoli che fai in vendemmia, avere dei grappoli sani è come avere l’oro in mano , è come avere dei grappoli d’oro”.

I grappoli di Cagnulari

I grappoli di Cagnulari

Nasce così nel 2011 la cantina “Il Grappolo D’oro”, in memoria di suo padre Giacomo, che vinifica le uve provenienti dai propri vigneti di Cagnulari, ubicati ad Usini (Sassari), in zona Laccheddos. Già dalla prima annata, la 2012, sono state prodotte 3000 bottiglie.

Nella cantina ubicata ad Alghero per ragioni logistiche Fabrizio lavora insieme alla moglie Anna  che, oltre ad aiutarlo nelle vinificazioni, cura il marketing.

Qui si svolgono tutti i passaggi per la nascita del loro vino, il Muttos, un Cagnulari in purezza. Non esistono macchinari industriali, tutte le lavorazioni sono eseguite manualmente come si faceva un tempo. Piccole botti in cemento da 7 ettolitri, vetrificate internamente, fanno per sei mesi da culla al vino, che poi passa ad affinare in botti di rovere dove rimane circa 4 mesi per poi essere imbottigliato e dopo qualche mese essere messo in commercio.

Fabrizio Sassu imbottiglia la riserva di Muttos

Fabrizio Sassu imbottiglia la Riserva di Muttos

Nell’ultimo anno Fabrizio ha voluto riscoprire quelle tradizioni che prevedevano l’uso della damigiana di vetro per affinare il vino. Nasce cosi la Riserva del Muttos , un vino che utilizza un materiale inerte quale il vetro per esprimere il meglio di sè.

Ma passiamo agli assaggi che ci permettono di rivivere sin dall’inizio il percorso intrapreso da Fabrizio con il suo vino.

Innanzitutto occorre precisare che  la differenza delle bottiglie con la dicitura limited edition” dalle altre sta in un diverso modo di affinamento. Quelle senza dicitura fanno prima vasca di cemento e poi affinamento in barrique di terzo passaggio per alcuni mesi, mentre le edizioni limitate affinano con una tecnica proveniente dalla cultura contadina di un tempo, la damigiana in vetro.

La verticale di Muttos 2012 - 2015

Muttos 2012

Spezia ed agrume si accompagnano ad una nota vegetale di pomodoro. Elegante, succoso e con una bella nota minerale, chiude con un finale lunghissimo su note vegetali.

Muttos 2013

Spezie e profumi di macchia mediterranea ci introducono ad un bellissimo assaggio dove ricchezza e acidità si fanno sentire senza mai infastidire. Bello il lungo finale iodato.

Muttos 2013 non filtrato

Note terrose e selvagge si fondono a profumi di macchia mediterranea. Un tannino presente accompagna una beva dinamica che anticipano un lungo finale di frutti rossi e macchia mediterranea.

Muttos 2014

Profumi di agrumi e macchia mediterranea anticipano una bella nota fumé. Elegante, sapido e con un finale iodato molto persistente.

Muttos 2014 limited edition

Note di frutta rossa e macchia anticipano un assaggio ricco ed imponente, con un finale di agrume che lo rende piacevolissimo.

Muttos 2015

Ricordi di agrumi e frutti rossi ci introducono ad un vino non troppo ricco, ma di buona acidità e scorrevolezza.

Muttos 2015 limited edition

Ricco sin dall’inizio con note di spezie, frutta rossa e macchia mediterranea. Equilibrato con un tannino presente ma non troppo invasivo, chiude con un finale di spezie dolci.

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Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.

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