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Santadi la Cantina Sociale che ha fatto conoscere il Carignano del Sulcis nel mondo

Una delle aziende in Sardegna che forse non ha bisogno di molte presentazioni è sicuramente la Cantina Santadi.

La figura dell’enologo Giacomo Tachis, scomparso da qualche anno, e due personaggi carismatici ancora sulla cresta dell’onda: il presidente Antonello Pilloni ed il direttore Raffaele Cani, sono al centro del successo di questa azienda vinicola, che ha una storia che ha superato il mezzo secolo.

Raffaele Cani e Antonello Pilloni

Ovviamente il merito dei risultati raggiunti è anche delle vigne, di cui molte a piede franco, sulle sabbie ferrose di Porto Pino.

 

 

 

Con queste premesse e con il lavoro dei soci conferitori, ormai abituati (ovviamente grazie anche ad incentivi) a garantire la qualità delle uve, ormai i vini di Santadi rappresentano da anni una garanzia di successo.

Grazie ad una degustazione svolta qualche giorno fa presso l’Enoteca Gialisio di La Maddalena, siamo in grado di fornirvi le nostre impressioni sulle nuove annate uscite in commercio quest’anno:

Vermentino di Sardegna Cala Silente 2017: veramente molto convincente, con una mineralità e sapidità da fare invidia anche ad alcuni Vermentino di Gallura. Sentori agrumati e di frutta gialla si uniscono a ricordi di frutta secca ed anticipano un grande finale di pietra focaia.

Carignano del Sulcis Grotta Rossa 2016: un’etichetta dall’ottimo rapporto qualità-prezzo (come del resto l’intera produzione dell’azienda). Il sorso è scorrevole e dinamico, la chiusura speziata ed il finale è sapido-iodato.

Carignano del Sulcis Riserva Rocca Rubia 2015: note ematiche e di spezia sono al centro dell’assaggio, seguite da freschezza, materia e da una lunghissima scia di ricordi di macchia mediterranea.

Carignano del Sulcis Superiore Terre Brune 2014: la 2014 in Sardegna è stata (a differenza che in molte altre parti in Italia) una grandissima annata. E questo Terre Brune lo testimonia con succosità, struttura, eleganza, freschezza ed una bellissima lunghezza su toni di macchia mediterranea che evocano la Sardegna in tutte le sue dimensioni della natura. Un vero e proprio capolavoro.

Vino da uve stramature Latinia 2011: da uve Nasco. Sentori di arancia candita e note di miele e frutta secca. Sorprende per una enorme freschezza e sapidità che riescono ad equilibrare morbidezza e dolcezza. Bella la chiusura sapido-iodata.

 

 

 

 

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice del Concorso Mondiale di Bruxelles e membro del Comitato Editoriale del Concorso Mondiale del Sauvignon, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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