Qualcuno sostiene che, a guardare dall’alto le isole Pontine – o, come i più rigorosi dicono, Ponziane – pare che Dio si sia divertito a giocare a dadi e poi ne abbia dimenticato qualcuno nella costa tirrenica del basso Lazio, lasciando al mondo sei perle di rara bellezza. Ponza è la più grande di queste bellezze: turistica, “vip”, modaiola, ma sempre bellissima. Un’isola che, se la giri con calma e attenzione, regala ancora scorci di autenticità e di mare incontaminato. Un mare blu, profondo e lucente, che va, sempre e comunque, guadagnato. Perché a Ponza le spiagge non ci sono. O per lo meno, sono pochissime quelle accessibili in maniera facile via terra, specie dopo che diversi crolli hanno interdetto alcuni passaggi storici, lasciati chiusi dai ritardi burocratici negli interventi . E’ quindi un’isola da vivere in barca, con yatch o motoscafo per i più abbienti, o semplicemente affittando un gozzo al porticciolo e girandosela in solitudine.
In questo articolo ci soffermeremo su alcuni itinerari all’insegna del buon cibo e del buon vino, come si addice ad una testata giornalistica che porta il nostro nome. A nostro avviso, il luogo migliore dove soggiornare sull’isola è proprio Ponza porto. Per alcuni potrebbe trattarsi di una scelta troppo scontata e caotica. Ma il porto offre le attrazioni più interessanti, specie per chi la sera ama fare una passeggiata tra vicoli e negozietti, sorseggiando un aperitivo al tramonto lungo il corso e scegliendo un bel ristorantino per la sera. E poi, per dormire tranquilli, basta fare appena qualche scaletta in su per il centro storico, per avere il giusto distacco dalla “movida” e restare sempre vicini a tutti i servizi.
Nostra base per le perlustrazioni dell’isola è stato il bellissimo e nuovissimo B&B Le Palette (bnblepaletteponza.it Tel. 379 257 0143) aperto la scorsa estate da Candida e da suo marito Ettore, Gode di una vista fantastica sul porto. Le stanze, pulite in maniera maniacale, sono arredate con stile sobrio ed elegante, il giardino esterno ampio e curato è ideale anche per chi porta con sé gli amici a quattro zampe, la colazione gustosa e abbondante (specie se andate fuori stagione, quando Candida ha il tempo di preparare qualche dolcetto fatto in casa). Un consiglio: arrivati al porto (con aliscafo da Anzio o traghetto da Formia e Gaeta) chiamate il B&B e vi verranno subito a prendere. Anche se siete in auto: parcheggiate giù in banchina e aspettate Candida o Ettore. Per guidare sulle viuzze del centro, ci devi essere nato!
A Ponza porto si trovano praticamente tutti i migliori ristoranti dell’isola, per chi cerca un’offerta curata e di qualità. Per una sosta veloce e gustosa fermatevi all’Oresteria (Piazza Carlo Pisacane, 49 – Tel 347 301 1376 – sito web oresteria.it ), lo spazio informale dello chef Oreste Romagnolo, del cui ristorante principale (a nostro avviso il posto da non perdere nell’isola per chi ama sorprese nel piatto) abbiamo già scritto qui: Oresteria è un locale più “agile” dove si fanno piatti espressi, sempre basati su una materia prima eccellente, che si possono consumare su uno sgabello ed un tavolinetto rialzato davanti al porto.
Appena sopra, svetta EEA (Corso Umberto I – Tel 0771 80100 – sito web ), probabilmente uno dei più bei affacci dell’isola, con la sua straordinaria terrazza quasi sospesa sul nulla con una vista a 180°. Il nome rimanda a quello della dea greca dell’aurora: qui, un tempo, risiedevano gli esiliati politici, prima che nonno Temistocle nel 1951 lo trasformasse in un luogo di ristoro per marinai.
Il cambio di passo si è avuto con Davide De Luca, che lo ha reso uno dei luoghi gourmet più gettonati dell’isola. In cucina la mano è leggera e sicura e le preparazioni sono per la stragrande maggioranza convincenti ed equilibrate. In questo collage una carrellata di quello che abbiamo provato, tra cui ci ha colpito per il sapore deciso e particolare lo “gnocco arrosto ripieno di zuppa di pesce sulla sua salsa” (qui invece il link al menù completo).
Sempre a Ponza porto meta imperdibile per tutti gli amanti della cucina di livello è ovviamente l’Acqua Pazza (Via Dietro la Chiesa, 3-4 – Tel. 0771 80643 – sito web acquapazza.com), l’unico stellato dell’isola, a cui a breve dedicheremo un articolo specifico. Gino Pesce lo conoscono tutti a Ponza: insieme alla moglie Patrizia Ronca, ha fatto fare un salto verso l’alto all’offerta ristorativa locale, raccogliendo consensi unanimi della critica e degli appassionati. Il luogo dove si è trasferito prima della pandemia è semplicemente fantastico: uno spazio a più livelli, direttamente affacciato sul mare, attrezzato per allietare il cliente a partire dall’offerta di aperitivi (complimenti all’istrionico barman, che ha mano felice e sicura) fino a tarda notte, passando per sale esterne ed interne e finendo (se trovate posto!) sulla nuova terrazza in alto, che ricorda il deck di uno yacth di lusso.
L’offerta comprende un menu degustazione completo e raffinato, offerto ad un prezzo molto corretto (85 euro p.p.), considerando conti ben superiori in cui il turista sprovveduto può incappare…. Nella carta trovano spazio piatti classici e novità, tutte ovviamente a base pesce, in cui si percepisce sempre la mano sicura e la qualità estrema della materia prima, mai strapazzata. La carta dei vini è ampia e ben articolata, come si esige da un ristorante di questo livello. Anche qui lasciamo la parola ad un collage di piatti.
Completiamo il poker di indirizzi raccomandati con quello forse meno noto, felice scoperta a seguito di un incontro casuale in cantina. A due passi dalle storiche Cantine Migliaccio, riferimento dell’enologia isolana di cui scriveremo presto, si trova Gamberi & Capperi (Via Chiaia di Luna – Tel. 0771 80128 – sito web gamberiecapperi.it). Il ristorante è stato aperto di recente sulla terrazza del Piccolo Hotel Luisa, un indirizzo sinonimo di ospitalità dai primi anni ’50. Il luogo è curato nei mimimi dettagli: accurati lavori di restyling e l’intervento di un noto architetto locale, hanno trasformato la zona living in un piccolo capolavoro di stile e design, che ricorda la Riviera per i toni del bianco, riscaldato dall’intenso colore delle opere batik dell’artista Jezima Mohamed. Lo chef è il talentuoso (e “scenografico”) Luigi Nasti,che dopo varie esperienze in giro per l’italia e nel mondo “arriva a Ponza e scopre che qui, i pesci sbattono nel lavandino, arrivando in cucina direttamente dal mare, a poche ore dalla cattura…”
Qui la consueta carrellata di piatti, per una delle cene più belle fatte in due settimane di full immersion ponzese a 360°. Servizio attento e cortese, sommelier appassionato e aperto al dialogo, piatti tutti di ottima fattura, per una cena di sostanza ma raffinata, in cui spicca una fantastica cacio e pepe su carpaccio di gamberetti e zest di limone, delicata e golosissima.
Abruzzese, ingegnere per mestiere, critico enogastronomico per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, con cui ancora collabora. Vino, distillati e turismo enogastronomico sono la sua specializzazione. Nel tempo libero (poco) prova a fare il piccolo editore, amministrando una società di portali di news e comunicazione molto seguiti in Abruzzo e a Roma. Ha collaborato per molti anni con guide nazionali del vino, seguendo soprattutto la regione Abruzzo (ma va?), e con testate enogastronomiche cartacee ed online. Organizza eventi e corsi sul vino...più spesso in Abruzzo (si vabbè...lo abbiamo capito!).
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