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PODERNUOVO A PALAZZONE PRESENTA L’ETICHETTA “G33” E L’ANNATA 2018 DEL CABERNET FRANC “ARGIRIO”

Giovanni Bulgari ci ha già saputo sorprendere in una precedente visita nella sua Podernuovo a Palazzone (Link). Avevamo apprezzato, nello specifico, il progetto di qualità ed organizzazione della cantina in un contesto territoriale piuttosto avaro di soddisfazioni. Non siamo dunque stupiti da chi riesce a trasformare in oro ciò che viene dalla terra, come già accade con realtà leggendarie in altri avamposti, lontani dalle denominazioni che contano.

A sinistra Giovanni Bulgari mentre svela la nuova etichetta “G33”

È la solita storia se sia nato prima l’uovo o la gallina: quando non si può spendere il nome di una zona produttiva bisogna puntare necessariamente su altre componenti per superare il gap commerciale. La compensazione richiede impegno doppio, a volte triplo, esaltando la qualità e le doti del varietale di riferimento al punto di trasfigurarlo in qualcosa di completamente diverso dalle aspettative. L’impegno dell’enologo Stefano Piccio, con precedenti esperienze nella Tenuta di Trinoro, è stato quello di insegnare a Giovanni una visione alternativa al classico ritornello “denominazione-vigna-cantina”. In un decennio sono state poste le basi per un promettente futuro da traino dell’intero areale a ridosso del Monte Cetona, tra Toscana ed Umbria.

Dopo vari esperimenti la strada intrapresa sembra a nostro avviso funzionare correttamente, anche in vista di un valido posizionamento nel mercato e del passaggio di redini al giovane enologo Jacopo Felici. Il momento è arrivato per tutto lo staff di Podernuovo a Palazzone di presentare un nuovo nato in casa, il “G33” 2018, blend in parti identiche tra Sangiovese, Merlot e Petit Verdot. Il nome rappresenta la firma di Bulgari su ciò che dovrebbe divenire in breve il gioiello enologico di famiglia. Partiamo subito col dire che il prodotto è di ottima fattura, senza le asperità che ha regalato talvolta una annata interlocutoria come quella di origine. Affina 24 mesi in barrique e sosta in cemento dopo assemblaggio delle masse, per riposare poi un anno in bottiglia. Buona complessità del frutto, misto tra mirtillo e visciola, con corredo di spezia nera e macchia mediterranea. Sorso succoso, denso e lungo, dai tannini ben integrati con un richiamo tattile simile al velluto.

Presentazione di Argirio 2018 con la nuova veste grafica

Ed ecco la seconda sorpresa aziendale con la presentazione in anteprima del Cabernet Franc Argirio 2018 nella sua nuova veste grafica. Qui rasentiamo praticamente la perfezione stilistica, riconoscibile nell’immediato da note di grafite e sottobosco. Grande succo e maturità di frutta composta da amarene e lamponi con una vena sanguigna sul finale. Trama antocianica setosa e di carattere, un’annata che riesce a superare per eleganza persino la splendida 2016 proposta durante la cena di fine evento alla celebre Trattoria Bruno Coppetta di Città della Pieve, con la presenza della stampa di settore.

L’ingresso della Trattoria Bruno Coppetta a Città della Pieve

L’accompagnamento gastronomico degno di tali espressioni è stato il tartufo bianco, declinato con abili mani in differenti ricette ciascuna dalla propria storia culinaria: dall’uovo fritto alla pasta, per finire con un filetto cotto alla brace ardente di camino. Da segnalare un altro grande figlio di questa memorabile vendemmia: il Sotirio 2018 da Sangiovese in purezza con un elegante marcatore di marasca matura e sbuffi officinali sul suo percorso. Sempre evidente la mineralità che contraddistingue i vini di Giovanni Bulgari, segno che le esposizioni delle vigne, i terreni alluvionali e calcarei e l’amore per ciò che si fa riescono a dare ottimi risultati anche in territori meno blasonati.

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