Abbiamo parlato più e più volte su Vinodabere degli spumanti trentini di Lucia Letrari che ci hanno sempre impressionato in modo positivo per la loro tipicità e bevibilità (link). Questa volta abbiamo avuto il piacere di incontrarla alla manifestazione Life of Wine 2020 svoltasi a Roma presso l’hotel Radisson, organizzata dallo Studio Umami con la collaborazione del nostro direttore responsabile Maurizio Valeriani e ci è stata data la possibilità di confrontarci con una verticale di uno degli spumanti piu rappresentativi prodotti da Lucia:
Il Trento doc brut riserva, un assemblaggio di 60% Chardonnay e 40% Pinot Nero.
In questa particolare manifestazione dove vino e tempo si muovono a braccetto, Lucia ha deciso di proporre per la stessa tipologia di spumante un elemento comune per tutte le annate: una base spumante che è rimasta sui lieviti per 60 mesi.
Partiamo con la 2014 sboccata nel novembre 2019, si presenta con note gessose e di crosta di pane da cui fanno capolino profumi di frutta fresca. Persistente con una bolla fine che ci accompagna durante l’assaggio e un finale molto intrigante di lime.
Si continua con l’annata 2010 sboccata a ottobre 2017, abbiamo cambiato marcia a dispetto di un’età ben evidente, note floreali con sambuco e fiori bianchi in evidenza ci introducono ad un sorso dove equilibrio e freschezza la fanno da padrone, a discapito dei tanti anni passati. Termina con profumi di crosta di pane e pasticceria.
Continuamo a viaggiare a ritroso nel tempo fino a giungere all’anno 2008, finalmente torniamo con i piedi ben saldi in terra. Il tempo si fa sentire in questa bottiglia sboccata a dicembre 2014 .
Le note tipiche del Trento doc si sono evolute e i profumi di fiori appassiti, spezie e miele la fanno da padrone, all’assaggio questo spumante presenta ancora una buona bevibilità con un finale improntato su nota di miele di acacia.
Terminiamo con l’annata 2005 sboccata a dicembre 2009, ci aspettiamo di continuare sulla falsa riga dell’annata precedente la 2008. Inizialmente le note speziate e di miele di castagno potrebbero confermare il nostro pensiero, ma ci accorgiamo che non sono così evidenti come ci aspetteremo e un dubbio sorge spontaneo. È l’assaggio che spazza via tali pensieri, sembra che ogni concetto temporale sia stato stravolto, l’evoluzione che ci aspettavamo ha lasciato spazio ad una freschezza che ha del sorprendente, poi struttura ed eleganza accompagnano una bolla fine e sempre presente. Una bellissima sorpresa per chiudere in bellezza il nostro assaggio.