“Who wants to live forever!!”. Sono proprio le parole dell’indimenticabile Freddie Mercury a riecheggiare nella mente alla sesta edizione di Life of Wine, tenutasi il 29 ottobre presso l’Hotel Radisson Blu, nel cuore di Roma. Un viaggio alla scoperta di vecchie annate di interessanti etichette made in Italy, per cercare di cogliere la magia del vino che con il tempo evolve, si affina e si completa. Un momento importante per fare il punto su un argomento affascinante e complicato quello dell’evoluzione del vino, affrontato con la consapevolezza che non tutti i vini sono destinati ad un lungo invecchiamento e che, inoltre, non esiste una regola sul tempo di affinamento ideale prima di stappare. Tanti, infatti, sono i fattori che possono incidere sulla longevità di un vino. ll vitigno, il terroir, l’annata, la tecnica di produzione e, non meno rilevante, una corretta modalità di conservazione.
Presenti circa 60 produttori provenienti da tutta Italia, 130 le vecchie annate delle etichette più rappresentative comparate con l’ultima annata commercializzata.
Un evento che ha rappresentato un’occasione di confronto fra esperti, produttori ed appassionati, concedendo, seppur per poche ore, una sospensione dal tempo alla ricerca di un sano edonismo!!
E allora, provando a ricercare il segreto di lunga vita tra alcune delle etichette presenti, ci soffermiamo dapprima in Campania, a San Cipriano Picentino in provincia di Salerno. Scopriamo il Montevetrano, proposto nelle annate 2014, 2008 e 2006.
Una miniverticale, per cogliere l’evoluzione di un vino nato dall’amicizia tra un gruppo di appassionati con la voglia di sperimentare. Era il 1983, e tra quegli amici c’erano Silvia Imparato e Riccardo Cotarella. Dopo sei anni le prime bottiglie a base di Cabernet Sauvignon, Merlot e Aglianico, un blend che, dall’annata 2010, viene modificato nelle percentuali, favorendo l’autoctono Aglianico.
Il 2014 si presenta elegante nel frutto rosso con una vivace freschezza ed intensa sapidità. L’annata 2008 mostra da subito una struttura più imponente con un profondo equilibrio, lunga persistenza e profondità contornata da una trama tannica ancora scalpitante. Il 2006, nonostante qualche anno in più, regala ancora una intensa freschezza contornata da tannini più leggeri e da una complessità olfattiva più marcata che mostra ancora potenzialità evolutive.
Il viaggio nel tempo prosegue conducendoci in Valsesia, a Ghemme per la precisione, per conoscere l’evoluzione del Ghemme Collis Breclemae dell’azienda Antichi Vigneti di Cantalupo. Il patron, Alberto Arlunno, ci presenta le annate 2010, 2005 e 1997.
Un’esperienza sensoriale per scoprire il percorso evolutivo del Nebbiolo in un territorio unico sotto il profilo geologico, un patrimonio già riconosciuto come Global Geopark Unesco. L’annata 1997 ci regala una complessità olfattiva composta da note balsamiche, speziate e minerali, con un tannino ancora vivido fitto e determinato. Rispetto alle annate 2005 e 2010 si contraddistingue per l’intrigante eleganza, contornata da una freschezza meno incisiva, ma ancora presente per sorreggere una grande struttura. In un solo assaggio arriva chiaro il concetto di “terziarizzazione” di un vino. Nelle tre declinazioni offerte, percepibile il passaggio da un frutto giovane ed ancora fresco, ad uno evoluto, ricco di sfumature gustative ed aromatiche.
Ma il nostro percorso non è ancora terminato. Saliamo geograficamente ancora più su, a Caldaro, in provincia di Bolzano, per sperimentare che anche i vini bianchi possono affinare lungamente e lo scopriamo con il Gewurtraminer di Baron di Pauli. Degustiamo l’Exilissi nelle annate 2013, 2005, 2004 e 2003.
Vini di grande spessore olfattivo che concedono nel calice sentori di chiodi di garofano, rosa, frutta esotica matura e miele. A sorprenderci sono le annate 2003 e 2004 per la loro profonda diversità. Nonostante le vendemmie siano così ravvicinate, avvertiamo per la 2003 la presenza di una maggiore morbidezza accompagnata da note dolci più pronunciate, in contrasto ad una più spiccata freschezza, ancora viva nell’annata 2004 a testimoniare un’estate decisamente più fredda.
Alla fine di questo intrigante viaggio nell’età del vino, consapevoli delle sue qualità metamorfiche, ma altrettanto consci del fatto che nessun vino può vivere per sempre, ci piace ricordare un’affermazione quanto mai veritiera: “Chi ha tempo, non aspetti tempo!!” Perché il vino è, soprattutto, emozione e le emozioni vanno vissute senza troppo procrastinarle, proprio perché potrebbero sfuggire al nostro tempo!!
Salvatore Del Vasto & Sabrina Signoretti
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.
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