“Ci stiamo impegnando in un lavoro di rilancio, forti del fatto che i produttori laziali stanno consolidando il loro impegno per una produzione di vini di alta qualità. Questo sforzo va comunicato, dobbiamo condividere con chi compra, la consapevolezza che il valore di una bottiglia di Frascati può esprimere un territorio che nulla ha da invidiare ad altri territori. Per questo motivo siamo convinti che un evento che si basa sulla valorizzazione delle produzioni del Lazio, potrà dare buoni risultati. Infatti crediamo molto nel concetto di ‘sistema’, che una singola voce può farsi sentire, ma molte voci insieme possono affermare meglio la diffusione del profondo cambiamento che stiamo vivendo”
Le frasi, che il presidente del Consorzio Tutela Denominazioni Vini Frascati, Paolo Stramacci, ha detto, riportate da Cucina e Vini, che ha organizzato l’evento “Lazio Prezioso” presso l’hotel Westin Excelsior in via Vittorio Veneto a Roma, ci hanno messo sulla strada giusta prima di procedere agli assaggi dei vini.
Si comincia ad intravedere quel sentiero che punta alla qualità come filo conduttore per l’enologia laziale.
Occorre evidenziare che la selezione fatta da Cucina e Vini per le aziende presenti all’evento è risultata veramente attenta.
Circa 30 le aziende presenti in rappresentanza delle diverse anime della viticoltura Laziale e la DOC Frascati, è risultata essere la prima donna dell’evento.
In questo contesto dobbiamo considerare che l’agroalimentare laziale copre oggi il 3% della ricchezza dell’intera economia regionale, con 6,3 miliardi di fatturato annui (dati Lazioinnova-Agrifood), con 90 indicazioni geografiche per cibo e vino, che insieme esprimono 90 milioni di euro di valore alla produzione (fonte: XV Rapporto ). Solo il vino, nel 2017, segna un export di 62 milioni di euro, il doppio rispetto a dieci anni fa, con un incremento del 15% sul 2016 (dati Istat).
Anche se apprezzabile, tutto ciò risulta essere ancora poco rispetto alle potenzialità di questa regione, la cui crescita negli ultimi decenni è risultata minore rispetto a quella di altri territori.
Pertanto visto che gli assaggi che abbiamo effettuato, di cui vi faremo per una piccola parte partecipi, ci hanno infuso fiducia per un futuro interessante, ne usciamo per questa volta contenti e positivi .
Frascati Superiore DOC – Vigneto Filonardi riserva 2016 – Villa Simone
Note di pera e fiori bianchi ci appaiono in evidenza. Sapido, fresco, accompagnato da una buona struttura, accarezza il palato per un lungo tempo.
Frascati Superiore DOCG – Villa dei Preti 2017 –Villa Simone
Ottenuto da Malvasia del Lazio (Malvasia Puntinata) in purezza, questo vino appare eclettico ed elegante. Fiori bianchi si accompagnano a note di frutta matura e spezie, mentre sapidità e freschezza si uniscono ad una buona struttura facendone un vino da tutto pasto.
Frascati Superiore 2017 – Castel de Paolis
Un vino che non ti aspetti, Note floreali anticipano un beva fresca ed elegante con un lungo finale di agrumi ed erbe officinali.
Fioranello Bianco 2017 – Tenuta di Fiorano
Sempre un piacere bere il “piccolo” della Tenuta di Fiorano, con una beva agile e briosi sentori floreali e fruttati.
Fiorano Rosso 2013 – Tenuta di Fiorano
Il vino più importante della Tenuta di Fiorano anche quest’anno risulta convincente, pur se ancora molto giovane, mettendo in evidenza eleganza , ricchezza e freschezza che accompagnano costantemente il sorso.
Piluc 2016 – Poggio alla Meta (Passerina 100%)
Frutta e fiori ci mostrano da subito l’identità di questo vino, ben sorretto da freschezza e mineralità. Una bellissima sorpresa.
Il Vecchio 2015 – Poggio alla Meta (Cabernet Sauvignon 75% – Cabernet Franc 10% – Merlot 10% – Syrah 5%)
Note balsamiche, frutta secca e spezie mettono da subito in mostra la sua complessità. Ricco, ben sorretto da un tannino intenso, termina in note speziate lunghe e convincenti.
Frascati Superiore DOCG – Sesto 21 Riserva 2016 – Casata Mergé
Tanta ricchezza con profumi che passano da frutta a polpa bianca (pesca e nespola) a note agrumate (cedro) per poi virare su erbe officinali (salvia) e mandorla. Un bellissimo equilibrio tra freschezza ed acidità durante l’assaggio ne fanno un vino molto interessante.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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