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La Vitovska, il vino senza confini. In 14 capitoli

Che viaggio straordinario si può fare in Italia seguendo le tracce del vino. Tutti i territori, tutte le enclave, anche le più piccole, hanno una storia da raccontare e il loro liquido, più o meno conosciuto, rappresenta l’essenza di una esperienza concreta, di vita vissuta, il sapore di una terra e di un’uva che lì (e a volte soltanto lì), raggiunge l’eccellenza. È una considerazione pienamente attinente al Carso e ai suoi vini, la profumata Malvasia, lo scontroso ma ricco Terrano e soprattutto la Vitovska, uva che come poche traduce direttamente nel calice i profumi delle sue colline e le suggestioni del vicinissimo mare Adriatico.

Siamo a un passo dall’ultimo avamposto italiano prima dei Balcani, la città di Trieste, multiculturale per antonomasia e dunque capace di generare sapienza e saggezza, al di là dei tragici episodi che la videro protagonista nel Novecento.

Le alture che circondano la città, specialmente quelle poste un po’ più a nord, dai terreni aspri, rocciosi e difficili da coltivare, sanno appunto regalare vini ricchi di personalità, tutt’altro che omologati od omologabili, dalle suggestioni sapide, rocciose e a volte severe, tali e quali al terroir che li genera e alle persone che li producono. Una coltivazione complicata, fatta di terra rossa (poca), calcare bianco e roccia quasi impenetrabile, di vento (violentissimo quando prende il nome di Bora) e mare. Favorita però, nello sviluppo degli aromi, da un’escursione termica che spesso arriva a venti gradi di differenza tra giorno e notte.

Mare e Vitovska in Morje” è la manifestazione che da tredici anni tenta con successo di valorizzare questo piccolo e bellissimo territorio attraverso il suo vitigno-simbolo. La Vitovska, probabilmente un incrocio spontaneo tra Malvasia e Glera, più degli altri vini è davvero la migliore ambasciatrice del Carso, vibrante e molto generosa. E tutto ciò a prescindere dallo stile di vinificazione (da quella in bianco alla macerazione sulle bucce).

la Vitovska

Inoltre la Vitovska è un vino-vitigno che parla una lingua di fratellanza, che attraversa i confini fregandosene bellamente dei drammatici contrasti di potere che qui più che altrove hanno segnato la vita delle persone: numerose aziende slovene, puntualmente invitate dall’associazione dei viticoltori del Carso, propongono versioni di Vitovska stilisticamente coerenti con quelle nostrane, a volte di livello assoluto come si vedrà.

Una bella conferma mi è arrivata, durante la manifestazione, organizzata nella bellissima location del Castello di Duino-Aurisina, dalle degustazioni organizzate dall’Ais del Friuli Venezia Giulia. Eccone un breve report.

Prima batteria

Vitovska Majnik 2018 Igt

Vitovska Majnik 2018 IgtBajta – Vinificata in bianco, con leggero appassimento del 50% della massa. Odora di fiori bianchi e agrume (lime, mandarino), frutta disidratata (albicocca), erbe dell’orto, macchia; sorso teso e sapido, freschezza straripante e frutto generoso in chiusura, riequilibrato dalla componente minerale. L’azienda, che non a caso si definisce “Fattoria carsica”, dispone di un’offerta a 360 gradi in termini di accoglienza: un agriturismo con annesso ristorante che propone i piatti tipici della tradizione, una macelleria con carni di produzione locale e soprattutto una proposta di salumi di primissima qualità, col marchio “L’insolito maiale”, derivati da capi allevati allo stato brado e affinati nelle caratteristiche grotte.

Vitovska 2017 Igt

Vitovska 2017 IgtBudin – Come tante aziende della zona, originariamente nasce come semplice osmiza (la tipica “fraschetta” del Carso), dove mangiare qualche tagliere di affettati con l’uovo sodo, accompagnati da un po’ di sfuso prodotto in proprio. Ma imbottigliare il vino è ormai un passo obbligato per l’alto valore economico aggiunto e al contempo per l’ambizione di chi lo realizza. Budin non fa eccezione: profumi balsamici, di frutta gialla matura, salvia, camomilla, pera e fieno; molta sapidità al palato, sale e roccia, fresco e sottile, buona persistenza su note salmastre e di acqua di rose.

Vitovska Lonjer 2018 Igt

Vitovska Lonjer 2018 IgtCacovich – Altra osmiza che però può vantare una cantina risalente al Seicento. Dodici gradi alcolici dichiarati (ma a detta del produttore siamo ancora al di sotto), tre giorni di macerazione sulle bucce. Olfatto un po’ scomposto, ancora segnato da note post fermentative, poi pasticceria e salamoia; un po’ ruvido al tatto, saporito e verticale ma dal finale un po’ sbrigativo.

Vitovska 2017

Vitovska 2017Cotar (Slovenia) – È a tutti gli effetti un’anteprima, visto che questa annata sarà commercializzata tra un anno circa: “in cantina”, dicono i titolari, “vendiamo ancora le annate 2004 e 2005”. Affina per diciotto mesi circa in vecchie botti di rovere, da 225 fino a duemila litri, con soli lieviti indigeni e una filosofia non interventista (anche la malolattica è spontanea). Una settimana sulle bucce. Naso di cera d’api, albicocca disidratata, incenso, spezie, frutta secca, tabacco biondo; bocca di grande sapidità, sfaccettata, succosa, energica, grande chiusura di frutta gialla leggermente acerba che fa salivare e reclamare un nuovo sorso. Tra le migliori in assoluto.

Vitovska 2016

Vitovska 2016Cotova Klet (Slovenia) – Azienda poco conosciuta del Carso sloveno, produce una Vitovska semplice e gustosa, non troppo complessa, dagli odori spiccatamente marini (salsedine, bagnasciuga), erbacei e di frutta secca. Palato morbido e persistenza solo discreta.

Vitovska Pulje 2016 Igt

Vitovska Pulje 2016 Igt Fabjan – Sei giorni di macerazione, otto mesi in barriques usate. Note poco lineari di smalto e acquaragia, affumicato e leggermente bruciacchiato: in seguito emergono anche toni più rassicuranti di ginestra e frutta tropicale. Sorso segnato da una spiccata mineralità, ma al contempo ricco e cremoso, valido ma non lunghissimo.

Vitovska Gabì 2017 Igt

Vitovska Gabì 2017 IgtCernigoj – Da poco più di un lustro il giovane Gabriel Cernigoj ha deciso di diventare viticoltore, rivitalizzando un ettaro e mezzo di vecchie vigne alla periferia nord di Trieste. Dopo esperienze in Francia e in Australia ha preso le redini dell’azienda di famiglia, fino ad allora dedita all’osmiza e allo sfuso. Le piante che danno questa Vitovska hanno un’età compresa tra i 40 e gli 80 anni, le uve sono state raccolte tardivamente. Tè verde, fieno e fiori gialli all’olfatto, pesca bianca, cereali, camomilla; al tatto è molto elegante ma di struttura un po’ esile, finale salmastro e lievemente amarognolo.

Seconda batteria

Vitovska 2017 Igt

Vitovska 2017 IgtGrgic – L’azienda si trova a Padriciano ed è anche agriturismo e allevamento di cavalli. Vinificazione al 30% in barriques e al 70% in acciaio. Molto floreale e fruttato (mela e albicocca), erbe dell’orto, rosmarino fresco, leggero idrocarburo; chiusura sapida, gradevole, non un mostro di complessità. Tappo a vite.

Vitovska 2017 Igt

Vitovska 2017 IgtGruden Zbogar – Altra realtà agricola (con annesso agriturismo) in cui il vino è solo una piccola parte della proposta: qui si producono infatti carne, insaccati, latte, formaggi, frutta, verdure, anche miele…  Due giorni di maturazione sulle bucce. Floreale ed erbaceo al naso, macchia mediterranea, bocca semplice ma molto fresca.

Vitovska 2017 Carso Doc

Vitovska 2017 Carso DocKocjancic– Cinque ettari di vigna a San Dorligo della Valle accanto a 900 ulivi (sì, qui si fa anche olio di ottima qualità) e a un rinomato centro ippico. Macerazione di un giorno sulle bucce, affinamento in legno. Naso speziato, quasi affumicato, fiori gialli, pesca, camomilla; sorso di buona struttura, sapido, equilibrato, di spiccata freschezza e ottima persistenza.

Malvasia Igt 2018

Malvasia Igt 2018Lenardon – Unico “infiltrato”: a Muggia, a sud di Trieste, a due passi dal mare e dal confine sloveno, non si fa Vitovska. Bruno Lenardon è testimone diretto delle ferite che questa terra ha vissuto nel Novecento: il confine tra Italia e Jugoslavia passava letteralmente dentro la sua abitazione. Buona versione di Malvasia istriana, che nasce da vecchie vigne (si raggiungono gli 80 anni), ricchissima di frutta matura e succosa sia all’olfatto che al palato, è morbida e saporita, di discreta lunghezza.

Vitovska 2017 Carso Doc

Vitovska 2017 Carso DocLupinc – Primo produttore carsolino a imbottigliare nel 1968 (cominciò dal Terrano). Anche qui una parte dell’attività è dedicata alla ristorazione, con alcune camere per pernottare. Vitovska molto classica, dal pronunciato carattere marino, con odori salmastri e iodati, poi salvia e frutta secca; beva slanciata, fresca, di media struttura e persistenza sapida e fruttata (albicocca). Il 20% della massa fa nove mesi in legno, il resto rimane nello stesso periodo ad affinare sulle fecce, in una cantina scavata più di un secolo fa.

Vitovska 2017 Igt

Vitovska 2017 IgtMerlak – Altra cantina di San Dorligo, guidata da poco meno di dieci anni dal giovane Martin Merlak, con vino, olio e insaccati proposti nella classica osmiza. La sua Vitovska è un orange wine che invecchia in barriques usate. Al naso camomilla e una decisa traccia casearia. In bocca la macerazione si avverte nitidamente, si deve ancora assestare ma è un vino che dà l’impressione di poter diventare un ottimo compagno della tavola.

LuNe 2015 Igt

LuNe 2015 Igt – Andrej Milic – Impresa storica (fondata addirittura nel 1489) che oltre al vino si occupa di allevamento di bovini e suini. Uvaggio di Vitovska (60%) e Malvasia (40%). Macerazione di un mese circa, due anni in legno. Profuma di frutta gialla matura, erbe aromatiche, ginepro e una sottile traccia balsamica. Sorso ampio e progressivo, il tannino si avverte ma è ben integrato, notevole scia sapida e iodata in chiusura. Si beve bene, è il suo momento.

Nato nel Luglio del 1969, formazione classica, astemio fino a 14 anni. Giornalista professionista dal 2001. Cronista e poi addetto stampa nei meandri dei palazzi del potere romano, non ha ancora trovato la scritta EXIT. Nel frattempo s’innamora di vini e cibi, ma solo quelli buoni. Scrive qua e là su internet, ha degustato per le guide Vini Buoni d’Italia edita dal Touring Club, Slow Wine edita da Slow Food, I Vini d’Italia dell’Espresso, fa parte dal 2018 della giuria del concorso Grenaches du Monde. Sogna spesso di vivere in Langa (o in Toscana) per essere più vicino agli “oggetti” dei suoi desideri. Ma soprattutto, prima o poi, tornerà in Francia e ci resterà parecchi mesi…

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