Si è chiusa la ventiseisima edizione del Merano Wine Festival, che insieme al suo patron Helmuth Köcher festeggia le 10 mila presenze tra visitatori, produttori e giornalisti, con un incremento di interesse per bio&dynamica, ormai un punto di riferimento per il consumatore moderno, sempre più attento al rispetto del territorio e delle vigne, e Catwalk Champagne, che si è svolto nell’ultima giornata dell’evento, nel grande salone del Kurhaus e ha visto una grandissima partecipazione di pubblico, tanto da rendere l’assaggio, in alcuni momenti, veramente complicato.
Una menzione di merito va fatta al Cooking Farm, il laboratorio di cucina, dove la tradizione altoatesina ha incontrato l’innovazione grazie alla maestria di grandi chef locali che hanno, con i loro piatti, fatto vedere di cosa sono capaci.
Il padiglione, che ogni anno ospita un nuovo territorio per mettere in mostra la propria produzione vinicola, ha dato spazio all’Istria, paese vicino alla nostra penisola ma con tradizioni enologiche un pochino differenti. Gli assaggi mettono in evidenza un discreto livello della produzione enoica istriana con una punta di eccellenza, l’azienda Veralda con i suoi Refosco che ci hanno veramente sorpreso:
Rosé 2016 – Veralda (Refosco 100%)
Note di sottobosco con la fragola in evidenza, elegante di bella beva con un finale lungo di rosa.
Istrian 2015 – Veralda (Refosco 100%)
Note fruttate e vegetali con il peperone in evidenza, tannino scalpitante e un finale lungo e speziato.
Prima di addentrarci a descrivere i migliori assaggi di questi 4 giorni al Merano Wine Festival 2017 vorrei evidenziare un aspetto, su cui non ci si sofferma mai abbastanza. Di solito sono i vini, i produttori, gli ambienti, il buon cibo, ad essere i protagonisti tralasciando tutti coloro, che in qualche modo permettono a questo grande evento di essere quello che è. Sto parlando del personale di sala, dei sommelier, della vigilanza, degli addetti all’ufficio stampa e di tantissimi altri. Sono coloro che esaudiscono i desideri dei visitatori e dei produttori, coloro che non fanno mai mancare il ghiaccio nelle glasset, che svuotano i piccoli secchi sopra i banchi di assaggio dove viene gettato il vino in eccesso, che controllano con gentilezza l’accesso del pubblico nel grande palazzo.
Sono quel nutrito numero di “formichine laboriose” di cui non ci accorgiamo mai, perché si è troppo impegnati ad assaggiare, a parlare con i produttori. Senza di loro questo stupendo evento perderebbe tanto del suo fascino e forse non staremmo qui a decantarlo anno dopo anno. Per questo gli deve essere riconosciuto pubblicamente quel merito, che giorno dopo giorno hanno conquistato in silenzio con il duro lavoro.
Detto ciò ritorniamo all’argomento principe, il vino, e descriviamo le bottiglie che maggiormente ci hanno convinto.
Tenuta di Trinoro 1998 (bottiglia magnum)- Tenuta di Trinoro
Un concentrato di profumi che spaziano dalla pietra focaia, al cuoio per poi deviare su note speziate e balsamiche. L’ampiezza olfattiva trova conferma nella gustativa con materia, ricchezza del sorso ed un tannino molto elegante. Il finale è lungo e speziato.
Valtellina Superiore Inferno Uì Vigna 117 2013 – Rivetti e Lauro
Una nota di chiodo di garofano fa da preludio a profumi di spezia e frutta rossa. Il sorso è dinamico, ed unisce sapidità e freschezza con avvolgenza e tensione gustativa. Chiude con ricordi balsamici e di macchia mediterranea.
Sforzato di Valtellina Dell’Orco 2010 – Rivetti e Lauro
Un vino che riesce ad emozionare da subito con note di frutta rossa e spezie che generano bellissimi ricordi. Succoso, presenta una materia che si fa largo tra tannini vibranti mettendo in evidenza sapidità e freschezza. Una scoperta che non ti aspetti al Merano Wine Festival.
Toscana Rosso IGT – Argena 2006 – 2005 – 2004 – 2003 – 2001 –Orlandini
Un’azienda che non conoscevamo che presenta come ultima annata in commercio del suo vino Argena la 2006. Proveniente da Sangiovese e piccole quantità di Cabernet Sauvignon, nasce dalle uve di un vigneto toscano situato tra il Castello del Calcione ed il Castello di Gargonza. La mini verticale ha messo in evidenza per l’annata 2001 la massima potenzialità di questo vino, con potenza ed eleganza nell’assaggio ben sorrette da note complesse dove i sentori speziati la fanno da padrone. Davvero una bella scoperta.
Brunello di Montalcino 2013 – Fuligni
Una bellissima anteprima per un vino non ancora in commercio. Le note speziate e di frutto rosso sono evidenti, e sebbene ancora molto giovane fa intravedere le sue qualità con un tannino ancora non domo del tutto ma di grande qualità. Una bellissima persistenza, e la grande succosità, ci fanno quasi presagire che i Brunello che usciranno tra poco in commercio (annata 2013), saranno molto buoni.
Alto Adige Terlano Sauvignon Lieben Aich 2015 – Manincor
Grande espressione del Sauvignon del Sud-Tirolo, con note di mango, papaia e frutta tropicale che ci introducono ad un sorso dinamico e ricco e un finale lunghissimo.
Alto Adige Terlano Quarz 2015 (magnum) – Cantina Terlano
Un’altra grande espressione del Sauvignon dell’Alto Adige, dove la nota rocciosa è evidente sin dal primo assaggio accompagnata da una grande struttura e da un finale di frutta secca e pietra focaia.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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