Dopo avervi parlato dei Migliori Vermentino della Sardegna (link), dei Migliori Nuragus (link), dei Migliori Vermentino della Gallura (link), delle Migliori Vernaccia Ossidative (link), delle Migliori Granazza (link), dei Migliori Altri Vini Bianchi (link), dei Migliori Vini Rosati (link), dei Migliori Vini Dolci (link), dei Migliori Bovale (link), dei Migliori Mandrolisai (link), dei Migliori Monica di Sardegna (link), dei Migliori Cagnulari (link), dei Migliori Carignano (link), dei Migliori Cannonau del Territorio di Alghero (link), dei Migliori Cannonau del Territorio di Dorgali (link), dei Migliori Cannonau del Territorio della Gallura (link), dei Migliori Cannonau del Territorio di Mamoiada (link), è il momento di passare ai Migliori Cannonau del Territorio dell’Ogliastra nella nostra Guida ai Migliori Vini della Sardegna 2024.
Introduzione
Edizione numero sei di una Guida – la nostra – che ha ormai superato da un pezzo le fasi dell’approccio e del relativo rodaggio. Che è sempre più “dentro” il territorio e i prodotti di cui si occupa, e che vede al centro, come è logico in questa fase, la voglia di approfondire. E quindi di raccontare e far conoscere sempre più realtà vinicole – accendendo riflettori anzitutto su quelle sin qui meno in vista – del piccolo continente che prende il nome di Sardegna. E, bisogna dirlo, le scoperte ogni volta non mancano. Anche grazie a un numero di adesioni e di campioni inviati e degustati (con le regole e il metodo di sempre) in costante e vistosa crescita. È nata così la decisione di condividere sensorialmente, fisicamente, e non solo in forma di valutazione critica, alcune delle “scoperte” di cui sopra. Ecco allora, a gennaio scorso, il primo evento organizzato a Roma da Vinodabere e dedicato ai vini sardi. Con la partecipazione attenta (e graditissima) di molti colleghi del mondo della stampa e della comunicazione, oltre a un folto numero di operatori (ristoratori, enotecari, agenti, distributori) che hanno potuto apprezzare “dal vivo” le differenze tra territori, vitigni e comunità all’interno dell’Isola, e quanto elevata sia divenuta la qualità media della produzione regionale. La kermesse romana è stata anche l’occasione – preziosa – per sfatare e superare un certo numero di stereotipi che da più di un decennio non appartengono più al contesto enoico sardo, ma in qualche modo gli aleggiano ancora attorno. L’esempio più lampante è quello del Cannonau, lontano ormai anni luce dal modello di vino alcolico e pesante della “vecchia” (e oggi non più fondata) reputazione, ed espresso ora attraverso una panoplia di interpretazioni di spiccata diversità (e di grandissimo interesse) a seconda delle zone di origine delle uve: dalla viticoltura di montagna della vocatissima comunità di Mamoiada (ormai sono quasi 40 i vignaioli che imbottigliano lì i loro vini) a zone altrettanto storiche come Oliena (con il suo Nepente), Orgosolo, Dorgali (con la splendida Valle di Oddoene, ora toponimo utilizzabile in etichetta), l’Ogliastra, la Romangia, e perfino la Gallura, che mostra ultimamente di sapersi districare abilmente anche con le varietà a bacca rossa. La strabiliante vendemmia 2021 – di sicuro una di quelle che restano negli annali – ha poi contribuito a fare il resto (e a far sì che i campioni di questa varietà recensiti siano stati la bellezza di 110). Restando in tema di sorprese, ne regala di belle anche Mandrolisai, territorio di grande tradizione enoica (ma fin qui non premiata a sufficienza da fama e fortuna) che con la sua omonima denominazione (la doc più territoriale della Sardegna con tre vitigni utilizzati in blend: Bovale, Cannonau e Monica) raccoglie ormai più di 20 produttori, autori di vini di carattere, personalità e alto rango e prossimi ormai alla costituzione di un auspicabile Consorzio di Tutela. La somma delle punte e il loro aumento di numero ha come logico effetto un ulteriore innalzarsi dell’asticella a livello regionale. Accompagnato – un effetto che, se tutto funziona, diverrà a sua volta causa – da una graduale crescita del numero delle aziende vinicole. Che hanno inviato a Vinodabere stavolta oltre 700 campioni, battendo ogni primato precedente. I tempi sembrano insomma maturi per un vero e proprio exploit della Regione. Che noi proviamo ad anticipare e motivare con le recensioni e le valutazioni dei 329 vini (altro record) presenti in questa edizione della Guida. Con l’auspicio, come sempre, di suscitare ulteriore curiosità, stimoli all’assaggio e – meglio ancora – al tuffo in loco (scrigno inimitabile di bellezze, oltre che di grandi vini) in chi ci legge.
Ad accompagnarci nel nostro percorso è, in qualità di sponsor, il Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano (che ha sede in Sardegna, maestra assoluta di caseificazione di tutto il Centro tirrenico), formaggio dal forte profilo di cui esploreremo dopo la pubblicazione della Guida i migliori abbinamenti con le etichette premiate.
Metodologia
L’impostazione vede confermate le scelte principali. L’obiettivo rimane quello di rivolgersi al consumatore finale, ai ristoratori e tutti gli esercenti dei circuiti commerciali che ruotano attorno al vino. Che abbiamo dunque messo al centro del nostro lavoro, creando delle classifiche per tipologia ed insiemi omogenei, provando a rispondere alle esigenze di chi vuole orientarsi nell’acquisto di una bottiglia o nella costruzione di una cantina o anche di una carta dei vini se titolare di un locale. Non mancano le descrizioni delle aziende e le loro storie, ma solo dopo ciascun vino recensito; per questo alcune – quelle di cantine presenti con più vini – saranno ripetute per non costringere il lettore ad andare a cercarle altrove nella Guida.
Utilizziamo alcuni simboli per spiegare ancora meglio le differenze qualitative tra i vini recensiti.
Abbiamo attribuito 1 applauso a quelle etichette che si attestano tra i 90 ed i 94,9 centesimi (vini decisamente buoni), 2 applausi tra i 95 ed i 97,9 (vini ottimi), e la standing ovation tra 98 e 100 (vini eccellenti). I punteggi, essendo frutto di una media di degustazione in panel, possono prevedere anche i decimi di punto. Le classifiche sono in ordine inverso (si parte dall’ultima posizione per arrivare alla prima).
Per rendere più compiutamente comprensibili e trasparenti le nostre valutazioni vi ricordiamo che abbiamo usato una scala di punteggio internazionale (quindi mediamente più alta di quelle in uso in Italia) e che tutti gli assaggi sono stati svolti rigorosamente alla cieca presso l’Osteria Poerio di Roma che ringraziamo per l’ospitalità.
Qualora almeno la metà del panel abbia attribuito il punteggio di 100/100 ad un campione, si è provveduto ad un riassaggio per confermare o meno questo punteggio massimo.
La Squadra
Curatori: Maurizio Valeriani e Antonio Paolini.
I testi che leggerete in Guida sono di: Paolo Frugoni, Maurizio Gabriele, Emanuele Giannone, Luca Matarazzo, Daniele Moroni, Gianmarco Nulli Gennari, Antonio Paolini, Pino Perrone, Emanuela Pistoni, Stefano Puhalovich, Franco Santini, Gianni Travaglini, Paolo Valentini, Maurizio Valeriani.
Hanno completato la squadra di assaggio: Alessandro Battaglia e Ruggero Faliva.
I Migliori Cannonau
Nelle classifiche che seguono prendiamo in considerazione tutti i vini realizzati esclusivamente o quasi con Cannonau indipendentemente dalla denominazione (quindi troverete anche etichette IGT o VDT).
Data la vastità di produzione dei vini derivanti da questa varietà nella Regione, abbiamo confermato la scelta di declinare il nostro racconto per territorio.
La Classifica dei Migliori Cannonau del Territorio dell’Ogliastra
5
Cannonau di Sardegna Jerzu Riserva Cardedo 2020 – Alberto Loi 93/100 prezzo a scaffale enoteca 17 euro circa.
Versione garbatamente moderna, molto piacevole. Quadro olfattivo variegato: fiori appassiti, frutta matura (prugna, amarena, mora), tabacco, noci, suggestioni mediterranee di mirto e ginepro, note di torrefazione. Beva molto equilibrata, fresca, sapida, avvolgente, dai tannini fitti e morbidi, sensazioni minerali e ferrose che sfumano in un finale succoso di buona lunghezza.
L’Azienda: Alberto Loi
Tenute e Cantina
SS 125 Km.124,1 Cardedu (NU)
Tel. +39 070240866
Per risalire alla storia della famiglia Loi è necessario tornare indietro di quattro generazioni quando agli inizi del ‘900 inizia la produzione dei propri vini a Cardedu in Ogliastra , nella provincia di Nuoro. I vigneti sono posti tra il Gennargentu ed il mare in posizione pedecollinare, una delle zone più vocate per la produzione del Cannonau.
4
Cannonau di Sardegna Sa Mola 2021 – Alberto Loi 94/100 prezzo a scaffale enoteca 11 euro circa.
Interpretazione “semplice” e tradizionale del Cannonau, ma di grande autenticità. Vinificato e affinato in legno e acciaio. Naso di buona complessità, con note speziate che si intrecciano alla frutta (more, amarene), ai fiori macerati (rosa), alla liquirizia e alle erbe aromatiche, con sfumature di terra e tabacco. Il sorso è caldo e tannico, di buona dinamica. Finale di notevole lunghezza, leggermente ammandorlato.
L’Azienda: Alberto Loi
Tenute e Cantina
SS 125 Km.124,1 Cardedu (NU)
Tel. +39 070240866
Per risalire alla storia della famiglia Loi è necessario tornare indietro di quattro generazioni quando agli inizi del ‘900 inizia la produzione dei propri vini a Cardedu in Ogliastra , nella provincia di Nuoro. I vigneti sono posti tra il Gennargentu ed il mare in posizione pedecollinare, una delle zone più vocate per la produzione del Cannonau.
3
Cannonau di Sardegna Jerzu 2022 – Alberto Loi 95/100 prezzo a scaffale enoteca 34 euro circa.
Vino che diverte per la sua semplicità ed immediatezza. Gioca tra sensazioni saline, di arancia rossa, liquirizia e tabacco Kentucky, per finire nelle sfumature tipiche da mirto ed elicriso. Elegante e persistente.
L’Azienda: Alberto Loi
Tenute e Cantina
SS 125 Km.124,1 Cardedu (NU)
Tel. +39 070240866
Per risalire alla storia della famiglia Loi è necessario tornare indietro di quattro generazioni quando agli inizi del ‘900 inizia la produzione dei propri vini a Cardedu in Ogliastra , nella provincia di Nuoro. I vigneti sono posti tra il Gennargentu ed il mare in posizione pedecollinare, una delle zone più vocate per la produzione del Cannonau.
2
Cannonau di Sardegna Jerzu Riserva Alberto Loi 2019 – Alberto Loi 98/100 prezzo a scaffale enoteca 20 euro circa.
Tradizione e modernità vanno a braccetto in questa Riserva, concepita con rigore e gusto per le cose buone. Maturazione in rovere di Slavonia e barrique di secondo passaggio. I profumi sono di pura Sardegna: presenti tutte le sfumature possibili di macchia mediterranea, dal mirto al rosmarino all’elicriso, note speziate ed eteree, ciliegie e prugne in confettura. Sorso pieno e intenso, di grande equilibrio grazie a una spiccata acidità che compensa la potenza alcolica e fruttata. Lunga persistenza finale, succosa ed estremamente sapida, quasi piccante. Una Standing Ovation indiscutibile.
L’Azienda: Alberto Loi
Tenute e Cantina
SS 125 Km.124,1 Cardedu (NU)
Tel. +39 070240866
Per risalire alla storia della famiglia Loi è necessario tornare indietro di quattro generazioni quando agli inizi del ‘900 inizia la produzione dei propri vini a Cardedu in Ogliastra , nella provincia di Nuoro. I vigneti sono posti tra il Gennargentu ed il mare in posizione pedecollinare, una delle zone più vocate per la produzione del Cannonau.
1
Cannonau di Sardegna Perda Rubia 2020 – Tenute Perda Rubia 99,7/100 prezzo a scaffale enoteca 30 euro circa (nella foto della bottiglia è indicata la 2019 ma noi abbiamo assaggiato l’annata 2020).
Etichetta storica del Cannonau sardo, imbottigliato ed etichettato per la prima volta nel 1949, marchio di fabbrica indelebile della famiglia Mereu, anche quest’anno è ai vertici delle nostre classifiche e conquista la Standing Ovation. Da vigne di trent’anni allevate rigorosamente a piede franco, solo mosto fiore, affina a lungo in grandi botti di rovere. Note ematiche, floreali e speziate, ciliegie, cuoio, tabacco. Ha la straordinaria prerogativa di essere tecnicamente perfetto, di grande pulizia ed equilibrio al palato, e al tempo stesso profondamente identitario. Ha una notevole struttura, tannini incisivi ma estratti a regola d’arte, una beva fresca e succosa, una bellissima dinamica e un finale a dir poco profondo e di (quasi) infinita persistenza.
L’azienda: Tenute Perda Rubia
Via Asproni 29, 08100 Nuoro NU
Nel 1945 nasce Perda Rubia, da un’idea del commendator Mario Mereu, e vedrà la prima vendemmia nel 1949. Renato Mereu, figlio di Mario, porta avanti l’attività di famiglia, impiantando nel 1971 nuovi vigneti a piede franco con una nuova concezione di tipo colturale. Nel 2014 la terza generazione della famiglia Mereu dà avvio ad un’importante opera di rinnovamento e rilancio introducendo la nuova etichetta Naniha, con l’obiettivo di presentare il Cannonau “in purezza” sui nuovi mercati internazionali, pur nel rispetto dei tradizionali metodi di lavorazione, tramandati nel corso della settantennale attività. Oggi l’azienda dispone di circa 600 ettari di superficie, tutti condotti in biologico, di cui 20 ettari destinati a vigneto.
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