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Grecia – Santorini – La forma di allevamento Kouloura, le botti Afoura, l’Assyrtiko, i suoli ed i Vini

Santorini è l’isola più a sud dell’arcipelago delle Cicladi nel mare Egeo.  Originariamente di forma circolare, tra il 1627 ed il 1600 a.c. è stata letteralmente distrutta da un’eruzione che fece collassare il cratere centrale del vulcano, che in seguito fu occupato quasi del tutto dal mare, creando l’attuale conformazione ad anello con resti della Caldera Centrale.

Il nome Santorini, che deriva da una corruzione del nome Sant’Erini,  le fu dato dai veneziani in onore di Santa Irene di Tessalonica, martire del 304, a cui era dedicata la basilica di Perissa, località della parte sud-orientale dell’isola.

Parliamo di un’isola di una incredibile bellezza con il gioco di luce e di bianco creato dai tetti, dalle cupole delle città (senza dubbio Oia è la cittadina più bella) e dal sole e con la vista della Caldera e delle isole circostanti.

Vista da Oia

L’isola è famosa anche per gli splendidi tramonti.

Ma torniamo alla viticoltura. Più di 20 produttori dislocati in diverse parti dell’isola con suoli molto simili caratterizzati dalla presenza di  pietra lavica, sabbia e pomice.

Il sistema di allevamento diffuso è Kouloura. Le viti (a piede franco) sono potate a forma di cesto e le uve crescono all’interno di questo cesto che le protegge dagli agenti atmosferici (principalmente dal vento).

Presso l’azienda Domaine Sigalas

L’Assyrtiko è la varietà più diffusa sull’isola e normalmente genera vini che hanno sentori minerali che richiamano lava e pomice, fiammifero spento, e poi agrumi e miele ( vedi foto di Anydrous Winery)

I sentori dell’Assyrtiko presso Anydrous Winery

Può capitare di vedere i caratteristici animali dell’isola, gli asini, impiegati anche nei lavori in vigna (oltre che nel trasporto di persone e cose).

Foto tratta dal sito internet di Estate Argyros

PDO (l’equivalente delle nostre DOC) Santorini si caratterizza per la presenza di più del 75% di Assyrtiko con un saldo di Aidani e/o Aithiri (tutte varietà a bacca bianca).

PDO Nychteri (che significa lavoro notturno) invece prevede la fermentazione in botte e successivamente  affinamento in botte di almeno 3 mesi.

Il Vinsanto (che deve il nome ai veneziani) di Santorini è realizzato per almeno il 51% da Assyrtiko e per il restante Aidani e/o Aithiri (tutte varietà a bacca bianca). Le uve vanno lasciate essiccare per un periodo di circa due settimane ed il vino viene affinato in botti di legno di quercia per almeno 24 mesi.

Afoura sono le botti di legno da circa 1000 litri caratteristiche dell’isola, dove invecchiano alcune delle migliori espressioni di PDO Santorini.

Afoura presso Anydrous Winery

Le varietà a bacca rossa sono principalmente il Mavrotragano e il Mandilaria.

Abbiamo avuto modo di visitare alcune aziende dell’isola per comprendere il livello qualitatitativo raggiunto e ci siamo fatti guidare in questo percorso dalle medaglie recenti e passate del Concorso Mondiale di Bruxelles per scegliere le cantine dove andare.

Vi diamo conto dei nostri migliori assaggi.

Andiamo in ordine cronologico iniziando dall’azienda Domaine Sigalas,vicino alla cittadina di Oia e ringraziamo l’Hospitality Manager Spyro Lemanis per il tempo che ci ha dedicato.

 

Santorini Assyrtiko 2020: sentori di fiori e frutti gialli, anticipano un sorso fresco e sapido che si chiude con una bellissima scia marina e con ricordi minerali ed agrumati.

Santorini Barrel 2020: vino che fermenta e poi affina 6 mesi in barrique nuove per il 50%. Eleganza, sapidità, freschezza, persistenza, mineralità, pienezza del sorso sono al centro dell’assaggio, insieme a sentori di fiori e frutti bianchi ed un finale di erbe officinali.

Tra i vini realizzati nel progetto 7 village (da single vineyard) ci ha particolarmente convinto Oias 2018 che presenta materia e mineralità imponenti coniugate con sapidità, persistenza, freschezza e ricchezza glicerica. Un piccolo capolavoro.

 

Volcanic Slope Vineyard è una realtà recente che si costituisce nel 2013 presso un Canava (cioè un posto dove veniva realizzato e stoccato il vino) risalente al 1800, ed è situata nel mezzo del pendio di Episkopi

In compagnia di Dimitrios Kekas, Business Development Director abbiamo visitato la cantina e ci è stata proposta una verticale dell’unica etichetta aziendale: il Pure.

Il Pure è un vino realizzato con Assyrtiko 100% proveniente da due specifici appezzamenti di vigne di circa 200 anni di età a Pyrgos e Megalochori. Il vino fermenta in vasche di cemento con uso di soli lieviti indigeni e senza controllo della temperatura, e permane 14 mesi sulle fecce fini fino all’imbottigliamento.

Pure 2017 (ancora non in commercio): sapidità, freschezza, agrumi. Ancora giovanissimo con sorprendente mineralità. Darà il meglio tra qualche anno.

Pure 2016 (quello attualmente in commercio): sentori di rosmarino, agrumi, freschezza, sapidità, anticipano pienezza del sorso ed un lungo finale minerale e balsamico.

Pure 2015: eleganza e mineralità accompagnano un sorso ancora verticale in cui emergono acidità, sapidità ed un piacevole finale su note di idrocarburo.

Pure 2014: Un equilibrio praticamente perfetto senza rinunciare a carattere e tipicità. Il lungo finale minerale è indimenticabile. Un vero capolavoro.

Altra bellissima realtà è Anhydrous winery (vecchio nome Atlantis Winery) che vanta anche un ristorante (che vale la sosta), e trattamenti di Vinoterapia.

I vini che ci hanno maggiormente convinto sono:

Icon 2020: Assyrtiko 100% proveniente dalla località di Pyrgos, con fermentazione in acciaio e permanenza di 9 mesi in vasche di cemento. Presenta sentori di albicocca, agrumi e grande forza minerale. Struttura, eleganza, freschezza e sapidità completano il quadro organolettico.

Afoura 2020: Assyrtiko che rimane 2/3 in afoura ed 1/3 in recipienti di argilla. Ottima progressione sapida e minerale, materia ed acidità in evidenza, ma anche carattere e lunghezza del sorso.

Estate Argyros è una delle aziende più grandi di Santorini.

L’età media delle vigne è di 70 anni ed alcuni appezzamenti raggiungono 200 anni.

Questi i vini che ci hanno particolarmente colpito:

Assyrtiko 2020: Grande mineralità e struttura accompagnano un sorso fresco e sapido che chiude con finale agrumato e con ricordi di erbe officinali.

Scheda tecnica: Fiche_Technique_Estate_Argyros_Assyrtiko_Santorini_2020

 

Cuvee Monsignori Santorini 2017: In evidenza sentori fumé e ricordi di idrocarburi. Freschezza e sapidità ancora sugli scudi vanno a bilanciare glicerina ed alcool. Il finale è un’esplosione di mineralità.

Scheda Tecnica

Il Vinsanto viene ricavato dalle vigne più vecchie (oltre duecento anni) della zona di Episkopi (dove è la cantina e l’azienda) di varietà Assyrtiko, Aidani e Athiri. Le uve vengono appassite al sole per dieci giorni, fermentazione naturale e tre anni di affinamento in vecchie vasche di cemento, con ulteriore affinamento di quattro anni in vecchi tini di legno.

Vinsanto 2013: grande carattere e personalità, materia e profondità. Sapidità e freschezza sorreggono l’imponente materia. Chiude con ricordi di liquirizia ed eucalipto.

Scheda Tecnica 2013

Vinsanto 2001: 3 anni di cemento e 17 mesi di Barrique. Rappresenta la dimostrazione della capacità evolutiva di questo vino che dona sensazioni di miele, arancia candita, frutta secca ed un lunghissimo finale balsamico.

Dalle terrazze dell’azienda Venetsanos si può godere di una vista realmente suggestiva.

Qui è possibile anche provare alcuni salumi, affumicati e formaggi delle isole cicladi:

Ecco le etichette che abbiamo preferito:

Santorini 2019: pietroso e minerale, mostra carattere e personalità. Sentori agrumati e di erbe officinali accompagnano un sorso sapido fresco, avvolgente.

Vinsanto 2016: note di fichi secchi ed albicocche disidradate, sentori di miele e eucalipto, accompagnano un sorso imponente e materico. Grandissima persistenza e buona acidità.

In ultimo abbiamo visitato l’azienda più grande di Santorini. Parliamo di Santo Wines. una cooperativa con 1200 membri iscritti. Dalla cantina si gode di un panorama incredibile (si organizzano anche matrimoni, congressi e cerimonie).

In compagnia di Anastasios Terzidis, Hospitality & Retail Manager, abbiamo visitato l’azienda e degustato una rappresentanza delle etichette prodotte.

 

Una qualità media davvero impressionante, a partire dallo Spumante Santo Brut 2016 (realizzato con uve Assyrtiko e metodo Classico) che permane generalmente  19 mesi sui lieviti (in questo caso per via del fermo del Covid è stato molto di più in cantina prima della sboccatura).

Molto interessante il Santorini Nykteri Riserva 2019, proveniente da vigneti presso le località Pyrgos e Imerovigli, con il suo profilo minerale ed affilato, le sue tipiche note agrumate ed un grande finale sapido e pietroso.

Il Sartorini Assyrtiko Grande Reserve 2016 è un vero capolavoro e mantiene ancora tensione gustativa che si coniuga perfettamente con ricchezza glicerica e pienezza del sorso, ma buonissime sono anche le annate 2017 e 2018 della stessa etichetta. Proviene da vigne nel villaggio di Akrotiri, e affina 12 mesi in barrique di media tostatura e 12 mesi in bottiglia.

Chiudiamo con i Vinsanto (realizzati con 85% Assyrtiko e 15% Aidani), i migliori assaggiati sull’isola, partendo dal 1993 che è un autentico capolavoro (limited edition in solo 600 bottiglie ed il prezzo di vendita di 900 euro sul sito internet aziendale in qualche modo lo preannuncia) con i suoi sentori di miele, albicocca disidradata, agrumi ed una freschezza ancora sugli scudi. Affina per 23 anni in barrique di quarto e quinto passaggio e poi in bottiglia.

Ma sono altrettanto validi e più accessibili per il portafoglio il Vinsanto 12 years aging (58 euro) che viene da un assemblaggio delle annate 2002, 2003 e 2004

ed il Vinsanto 8 years aging (38,50 euro), che proviene da un assemblaggio delle annate 2005, 2006 e 2007.

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice del Concorso Mondiale di Bruxelles e membro del Comitato Editoriale del Concorso Mondiale del Sauvignon, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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