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Fattoria dei Barbi – La più antica etichetta di Brunello è nata qui, il suo Brunello Riserva 2016 secondo miglior vino al mondo per Wine Spectator

In località Podernovi, frazione di Montalcino, un viale di lecci che fiancheggia il giardino conduce alla Fattoria dei Barbi, dal 1790 sede dell’azienda e proprietà della famiglia Cinelli Colombini. La struttura originale, del XIII secolo, faceva parte di un piccolo villaggio che i successivi ampliamenti e modifiche hanno unito e trasformato nel piccolo borgo attuale. Nel sottosuolo ci sono le cantine che ospitano una collezione di bottiglie che parte dai Vinsanto del 1870 e dal Brunello del 1892, quasi 150 annate, un unicum in Italia; ci sono circa 400 botti sparse nelle varie stanze. La Fattoria ha mantenuto molte delle sue funzioni ed attività originali, per cui oltre alla produzione di vino e olio fornisce ospitalità, ha un Caseificio ed una Taverna. All’interno degli edifici si trova anche il museo della Comunità di Montalcino e del Brunello, nato da un’intuizione di Stefano Cinelli Colombini, con oltre 1.000 metri quadrati di oggetti, fotografie, documenti, film per raccontare la storia della comunità di Montalcino, prima e dopo la nascita del Brunello.
L’azienda possiede 350 ettari di campi e vigne nella Toscana meridionale, a Montalcino – Fattoria dei Barbi con 66 ettari vitati che producono circa 800.000 bottiglie, di cui più di 200.000 di Brunello – e a Scansano – la fattoria” l’Aquilaia dei Barbi” con 28 ettari vitati iscritti a Morellino DOCG e Maremma Toscana DOC -. Le vigne sono gestite secondo i principi di sostenibilità ambientale, l’equilibrio biologico dei terreni è ottenuto attraverso inerbimenti dei filari e utilizzo di concimi organici e di insetti antagonisti. Gli stessi principi di sostenibilità vengono applicati anche nelle pratiche di cantina.

La mappa genealogica e l’Araldica della famiglia Colombini

 

Fare una visita alla Fattoria dei Barbi con il produttore Stefano Cinelli Colombini significa immergersi nella storia di una famiglia, quella di Cinelli Colombini, che coincide per lunghi tratti con la storia stessa della genesi del vino Brunello. Può sembrare un’esagerazione ma dopo aver attraversato le storiche, vaste e labirintiche cantine, troverete questo paragone molto pertinente: tanti ambienti, di dimensioni diverse che contengono botti di tutte le dimensioni e bottiglie antiche. Ogni stanza della cantina riporta all’entrata l’effige del tenutario dell’epoca, che ha contribuito a realizzarla e/o ad ampliarla, con accanto la biografia che ne descrive lo status e il contributo dato allo sviluppo dell’azienda e dei vini; non mancano mappe araldiche che descrivono i vari progenitori e discendenti della famiglia, si parte dal 1200…e soprattutto non manca il commento dettagliato, didascalico, di Stefano che oltre ad essere un vignaiolo è un appassionato della storia di Montalcino, non solo quella della sua famiglia e non solo in relazione al vino, ed a questo proposito ha scritto anche un libro, “Brunello, Ritratti a Memoria”, per spiegare la cultura e le tradizioni ilcinesi e documentare come in mezzo secolo la comunità agricola di Montalcino è diventata forse la più ricca del mondo, generando un mito che si chiama Brunello .

Di seguito alcune testimonianze dei “reperti” storici (bottiglie comprese) presenti nelle cantine e che più ci hanno colpito durante la visita.


Nella foto, a sinistra le prime bottiglie prodotte da Fattoria dei Barbi: Vinsanto del 1870 e il primo Brunello dei Colombini, datato 1892; a destra la Mappa murale delle attività della Fattoria.


Il “caveau” della cantina con le annate più pregiate. Al centro dello scaffale in basso spicca la bottiglia di Brunello 1892.


Nella foto alcuni dei momenti salienti che hanno caratterizzato la storia e la genesi del Brunello: in particolare la prima foto a destra riporta l’etichetta più antica conosciuta di un vino denominato Brunello. La famiglia Padelletti, indicata nell’etichetta e prima proprietaria della Fattoria dei Barbi, è confluita a fine ‘800 in quella dei Colombini.


Nella foto sopra Stefano Cinelli Colombini e, sullo sfondo, all’ingresso della parte di cantina a lui dedicata, il ritratto di Giovanni Colombini. Nonno di Stefano, fu l’artefice all’inizio degli anni ’60 della nascita del “sistema brunello”, ovvero creare un’azienda, innovativa per l’epoca, capace di portare i propri prodotti direttamente al consumatore, “dalla fattoria alla tavola del cliente” era il suo slogan. Questo approccio, poi ripreso da altri viticoltori, contribuì in modo determinante a risollevare le sorti del Brunello dopo anni difficili.


Ma non bisogna pensare ad un’azienda che vive sugli allori del passato…quest’anno il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Fattoria di Barbi è stato classificato al 2° posto nella lista dei 100 migliori vini del mondo che stila Wine Spectator, una delle più importanti e seguite riviste enologiche al mondo (link). Non è un risultato venuto per caso, lo stile dei vini di Colombini è il frutto di una continua ricerca e un sapiente amalgama tra innovazione e tradizione; già nel 1969 avevano prodotto un vino all’avanguardia per quei tempi, completamente diverso da tutte le tipologie di vino allora sul mercato: non era DOC, non era un vino da tavola e fu Gino Veronelli a creare per il nuovo vino, il “Brusco dei Barbi”, la definizione di “Super Tuscan”, marchio che ha poi caratterizzato una tipologia di vini toscani affermatisi in tutto il mondo.

Detto tutto ciò passiamo a descrivervi la conclusione della nostra gradevolissima visita in azienda, ovvero una cena/degustazione molto conviviale nella “Taverna dei Barbi”, guidata da Stefano Cinelli Colombini, con il supporto tecnico dell’enologo Maurizio Cecchini, presenziata e organizzata da Daniela Mugelli, Communication Manager per Fattoria dei Barbi, presente anche Stefano Tesi, giornalista enogastronomico di lungo corso. Di seguito le nostre impressioni sui vini assaggiati.



BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG ‘VIGNA DEL FIORE’ 2018
Prodotto solo nelle migliori annate da una selezione delle uve del Podere Il Fiore, una delle più antiche vigne aziendali, dove la vite è coltivata dal 1500. Profumi complessi, fini ed eleganti, di viola, iris, sottobosco, spezie scure (anice stellato, pepe nero) e piccoli frutti di bosco rossi. Tannini fitti e sottili, acidità; sorso armonico con un lungo ed elegante finale di ribes e pepe.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG RISERVA 2017
Annata calda e siccitosa la 2017, ha generato, come in questo caso, vini con prevalenza fruttata e minore acidità. Profumi intensi e accattivanti di fiori rossi, ciliegia, frutta scura macerata e pepe nero. Nel palato è ritroso, un centro bocca magro, con richiami di spezie e frutti rossi e scuri (arancia, amarena, prugna), il tannino leggermente asciugante conduce ad un finale alcolico e abbastanza persistente.

BRUNELLO DI MONTALCINO DOCG 2018
Frutto di una annata fresca (ormai più che rare) ha una struttura più sottile rispetto a potenza e concentrazione riscontrabili nei Brunello di annate più calde. Profumi di frutta rossa fresca (melagrana, arancia), noce moscata, note terrose, rabarbaro, sfumature balsamiche e floreali. In bocca è succoso, agile e scorrevole, i tannini fini e discreti e con una acidità salina che ne facilita la beva.

ROSSO DI MONTALCINO DOC 2020
Da uve provenienti dai vigneti più giovani della Fattoria dei Barbi. Affina sei mesi in acciaio e rovere. Sentori di fiori rossi (rosa), spezie, erbe officinali con nuance balsamiche, ciliegie e piccoli frutti rossi (fragoline, lamponi). Palato di media struttura, succoso, sapido, vivace, con ritorni di frutta scura macerata e un finale amarognolo (china). Il 2020 è stata un’ottima annata per la zona e questo si riscontra nell’armonia e piacevolezza di beva del vino.

SENZA SOLFITI IGT TOSCANA ROSSO 2021
Un vino a cui Stefano Cinelli Colombini è molto affezionato, frutto di una lunga collaborazione e sperimentazione con l’università di Pisa per realizzare un prodotto senza chimica aggiunta, praticamente quasi a zero solforosa totale. Sangiovese 100%, dai vigneti di 25 anni circostanti la Fattoria dei Barbi. Vinificato e affinato in solo acciaio in totale assenza di ossigeno. Profumi speziati (chiodi di garofano, noce moscata) e fragranti di frutta fresca (gelso, mora, amarena). Il sorso è denso, il tannino fitto e morbido, aromi freschi, fruttati e vinosi definiscono un prodotto di pronta beva di cui sarà interessante studiare l’evoluzione nel medio periodo.

Da sottolineare gli abbinamenti gastronomici, prodotti tradizionali della cucina ilcinese, che hanno accompagnato la degustazione:



Per iniziare assaggi di formaggi tipici prodotti dal caseificio aziendale: da non mancare il cacio ubriaco (in primo piano a sinistra nella foto), un pecorino stagionato in immersione nel Sangiovese di Montalcino, ottimo anche il pecorino affinato nel miele di castagno e polline. A seguire Spezzatino ilcinese cotto nel vino con accompagnamento di crema di broccoli e pecorino, piatto molto territoriale elaborato con grande maestria: la dolcezza e untuosità della carne si uniscono con grande armonia alla cremosità e sapidità dell’impasto broccoli + pecorino. E per fine pasto un tradizionale dolce alla meringa.


FATTORIA DEI BARBI S.r.l.
Società Agricola – Località Podernovi, 170 | Strada Consorziale dei Barbi
53024 Montalcino (SI)
Tel. +39 0577 841111, Fax +39 0577 841112
info@fattoriadeibarbi.it

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Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.

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