Il sidro è una bevanda prodotta dalla fermentazione naturale del fruttosio contenuto nel succo delle mele ed è dalla tipologia del frutto utilizzata e dal processo di lavorazione, che la bevanda assume diverse caratteristiche.
Parlandone in generale, infatti, possiamo dire che la gradazione alcolica varia dal 2 all’8%, il sapore dal secco al dolce, il colore dal giallo chiaro fino al bronzo, può essere torbido o trasparente, fermo o frizzante.
Il sidro Maley racchiude nella bottiglia la storia, il rispetto e la conoscenza delle mele e del territorio.
Prodotto con la massima cura e con frutti di eccellente qualità raccolti dagli antichi alberi della Valle d’Aosta e dalla Valle di Chamonix, raggiunge risultati davvero gradevoli.
È un’idea che nasce dalla passione per le divere sfaccettature che compongono questa bevanda: la mela, l’effervescenza, i paesaggi alpini, il rispetto per la biodiversità, che ha unito l’enologo Gianluca Telloli a diverse figure che apportano la propria particolare conoscenza valorizzando il progetto.
Sidro du Saint Bernard, dedicato al santo protettore dei colli e delle montagne.
La fragranza la si avverte già mentre il sidro “precipita” dalla bottiglia al calice. Odore soave, mela matura, simmetria di dolce e acidulo. Spingendoci oltre alla prima sensazione si possono avvertire degli accenni ad altri frutti come la prugna gialla e la pera Williams. L’assaggio ti catapulta tra gli alberi colmi del succoso frutto, sembra di camminare tra di essi, creando nell’immaginario l’idea di mordere una mela appena colta, è un viaggio tra le percezioni e sensazioni gusto-olfattive che ne derivano. La dolcezza è travolgente. Fresco, se vogliamo collocarlo su una scala di valori e quantificare la sensazione percepita possiamo definirlo leggermente acidulo e questo crea un gioco di perfetto equilibrio per il raggiungimento della piacevolezza della bevuta, di aiuto anche la frivola effervescenza, presente ma che non ci fa distrarre dalla pienezza del sorso. Delicate note tanniche. Abbinamento tipico lo strudel, la pasticceria secca, dolci natalizi lievitati.
Sidro Matterhorn
Di colore giallo paglierino si presenta limpido e caratterizzato da un fine perlage. Aromatico, minerale, ricco in profumi di mela, l’impatto è netto, si potrebbe riassumere nell’aggettivo affilato. Malgrado si stia parlando di un liquido si avverte una sensazione che non può essere chiamata se non croccantezza. È come masticare uno spicchio di mela verde in tutta la sua esplosione di succulenza, l’acidità è il punto fermo, si aggancia ai lati della lingua e persiste, il sapore della mela è all’ennesima potenza. Una volta deglutito vira su note più morbide, malgrado la dolcezza sia la componente che viene avvertita per prima esce, progressivamente, l’acidità fino ad arrivare ai sentori floreali che si esprimono con un delicato sentore di rosa “rosa” e fiori primaverili. Note speziate come noce moscata e anice, sentori di frutta secca (prevale la mandorla), definiscono le percezioni retro-olfattive. Perfetto per accompagnare pietanze saporite, come formaggi stagionati tendenti al sapido, salumi e carni alla griglia ma anche a sostegno di una cucina vegetariana.
Liquore al sidro
Probabilmente ispirato all’idea del Vermouth, questo liquore nasce dall’unione del sidro Maley con un insieme, una miscela, di erbe aromatiche tipiche della zona a formare una ricetta gradevole, senza eguali. Naso generoso, si percepiscono numerose nuance olfattive: erbe medicinali e aromatiche, su tutte il timo e la salvia. Si avverte la nota chinata e la presenza della genziana. Frutti di sambuco, floreale da piccoli fiori bianchi: gelsomino e camomilla, scorza d’agrume. Sentori balsamici-mentolati da assenzio con note di anice. Il gusto giustamente bilanciato tra la dolcezza e le note amaricanti presenti, sono infatti protagoniste ma non invadenti. Si ritrova la totalità delle sensazioni percepite all’olfattiva, intensa aromaticità e persistenza, sprigiona tutta la freschezza e vivacità delle erbe spontanee. Bevuta gentile, scorrevole ma dal carattere orgoglioso, dove i sentori sono combinati in maniera egregia.
Mi chiamo Emanuela, mi interesso del Mondo del cibo e del vino da sempre occupandomene a tutto tondo, dal punto di vista: - medico/scientifico: ho conseguito l’attestato all’abilitazione alla professione di dietista; - organolettico: sono sommelier classe 1993, maestra assaggiatrice onaf ed ho ottenuto l’attestato onav, umao, onas, aibes e iiac; - storico/goliardico: frequentando e visitando i luoghi del cibo, parlando con i protagonisti con chi produce, chi elabora, chi propone; - di divulgazione di “esperienze”: sono coautrice del libro “Le parole del formaggio - glossario enciclopedico per appassionati e curiosi”, collaborando con varie testate e blog: Vinodabere, Il talento di Roma (nel presente), scatti di gusto, aromarte, newsletter di avis e del circolo del tennis (nel passato), partecipando alle degustazioni per diverse guide con protagonista il vino, l’olio evo e il formaggio e facendo parte del panel di assaggio dell’ex “INRAN”; - lavorativo: ho lavorato, e lavoro, nel dinamico ambiente della ristorazione romana. Ho avuto modo di ricoprire diversi ruoli, incarichi e mansioni, esperienze che mi hanno permesso di conoscere l’andamento e lo svolgimento dello stesso direttamente sul campo.
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