Antonio Conza e Gabriella Esposito della pizzeria Maturazioni a San Giuseppe Vesuviano hanno deciso: è ora di fare sul serio con l’abbinamento pizza-vino. Se ne parla tanto in Campania, ma solo da poco tempo la sfida è stata raccolta dai più per cominciare a offrire un sincero “percorso democratico” al tavolo.
Tutto sta nella passione e competenza di chi spiega, anche al più inesperto dei clienti; Giuseppe in sala riesce a coinvolgere le persone, comprendendo anzitutto che l’abbinamento resta un concetto soggettivo, anche se qualche linea guida può e deve essere tracciata.
Tra verdure e salse piccanti, preparazioni consistenti come i padellini e le versioni classiche a ruota, la pizza resta ancora l’alimento a portata di chiunque che consente anche la scelta di un vino particolare, magari la bottiglia dell’occasione inarrivabile nei menu gourmet già dispendiosi. Calibrare la propria serata su un prezzo obbiettivo di 15 euro per pizza, come appare nella maggior parte dei casi, vuol dire spesso potersi concedere un piccolo premio liquido, da condividere con amici o con chi si ama.

E poi fare cultura non è mai un reato ed il vino, prima di ogni cosa, rappresenta il saper vivere nel rispetto di un consumo consapevole e viaggiando con la fantasia verso territori e produttori italiani ed esteri. Il lavoro di milioni di famiglie riversato nel calice tra un morso ed un altro di una fetta del disco di pasta lievitato più famoso al mondo. A raccontarla così sembrerebbe tutto facile, ma non lo è per mancanza spesso di volontà dei proprietari-pizzaioli, spaventati dalla formazione di nuovo personale o dalla gestione di un ampio stock di cantina.

Con i fritti di Rosanna in cucina, commoventi quanto asciutti, si può puntare ad esempio sulla spumantistica d’autore o sulla moltitudine di bianchi campani di cui è ricca la regione. Immancabili i crocchè di patate e le frittatine di pasta, ben predisposti all’apposita sezione in carta chiamata “Sotto ‘o Vesuvio”, per valorizzare al meglio le espressioni vitivinicole del territorio.

A seguire le novità di Antonio e Gabriella con la “Filetto futura”: base bianca fiordilatte, pomodoro pelato cotto arrosto e semi dry in uscita, su pesto di basilico e parmigiano stravecchio bruna alpina all’uscita. Impasto contemporaneo da pre-fermento e cornicione alveolato per spaziare su diverse tipologie dal bianco al rosso e, perché no, anche un sapido rosato.

Dal fuori menu, invece, il padellino in triplice cottura con topping di polpo stracciato in padella, burro, salvia, spuma di provolone, zest limone e mandorle tostate o la rivisitazione della Margherita con mozzarella di bufala e stravecchio di bruna alpina fuori dal forno.
Il miglior assaggio della serata, abbinato in un viaggio verso l’Etna – versante Nord – con Eduardo Torres Acosta e il suo Terre Siciliane IGP Nerello Mascalese 2022, duttile per leggerezza di beva, spinta agrumata e tannini ben delineati.