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Cantine Ninne stanza degustazione

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Cantina Ninni a Spoleto – Il talento di Gianluca Piernera

Andare a trovare Gianluca Piernera, il titolare della Cantina Ninni di Spoleto, vale la pena anche solo per una delle più originali e ingegnose salette da degustazione che si possano trovare girovagando per cantine. In pratica vi accompagnerà in quello che, a tutti gli effetti, sembra un box per auto. Se non fosse che poi, da un lato, si apre una specie di parete segreta girevole, dietro la quale trova spazio uno stanzino tutto arredato con scaffali in legno, tavolo di appoggio, panche, sedie e poltrone per gli ospiti, il tutto in un contesto caldo ed accogliente che già ti predispone di buon umore.

L’originalità deve essere un ingrediente che non manca a casa Piernera, visto che, come per la sala accoglienza, lo stesso profilo sorprendente e poco convenzionale lo si ritrova anche in molti dei vini che da pochi anni mette sul mercato.

Siamo nel comprensorio del comune di Spoleto, all’interno della zone DOC del Trebbiano Spoletino e dei Monti Martani. Zona collinare, soleggiata e ventilata, con altitudini intorno ai 350 metri slm, su terreni marnosi/argillosi. Quella che fino al 2012 era una produzione artigianale dedicata all’autoconsumo, è diventata in 6-7 anni una piccola realtà che sta riscuotendo sempre più consensi da parte di critica e appassionati. Parliamo sempre di piccoli numeri, per alcune etichette di tirature “confidenziali”, ma che sorprendono e conquistano per un senso di autenticità e schiettezza che riporta, anche questo, al carattere del titolare.

Cantine Ninni panorama vigneti

I vigneti, belli e verdissimi, sono tutt’intorno alla moderna casa di famiglia: gestiti in maniera rigorosamente naturale, senza pesticidi, senza diserbanti, senza “aiutini” chimici di alcun genere. Anche in cantina la lavorazione è iper-tradizionale e fa trapelare solo una gran voglia di sperimentare e di seguire vie non scontate, che hanno dato vita a vini divertenti, ma soprattutto, molto buoni! Ecco il resoconto dei nostri ultimi assaggi, con i vini che ci sono piaciuti di più.

Malvasia Longa 2018
Metà acciaio e metà barrique di acacia. Vino profumato, di incredibile freschezza, quasi citrico, perfetto per un aperitivo durante una calda giornata estiva. Ma perfetto sempre, perché ne finisci una boccia senza nemmeno accorgertene. Sarà per questo che qualche ristorante stellato lo ha già messo in carta?

Ninni trebbiano spoletinoTrebbiano Spoletino Poggio del Vescovo 2018 e 2016
È la varietà su cui tutti, in quella zona, stanno scommettendo. Da Cantine Ninni ne forniscono una versione in solo acciaio che gioca molto sulle note fresche, di agrumi, cedro e pepe bianco. Vino piacevolissimo nel complesso, a cui, se proprio devo segnalare un limite in quest’annata 2018, lo vedo nella persistenza, non eccezionale. Ho avuto il privilegio (visto che ne sono rimaste pochissime bottiglie) di assaggiare la 2016 e qui sono rimasto davvero fulminato! Mi ha ricordato, per quel suo frutto bianco, per la delicata spezia, per la mineralità infiltrante e preziosa, vagamente fumè, un po’ il Trebbiano di Valentini! Ok…non esageriamo…ma alcuni tratti comuni ci sono davvero.  E poi, visto che ne sono rimaste sì e no una trentina di bottiglie in cantina, posso scrivere quello che voglio, tanto difficilmente potrete confutarmi!

Misluli 2018
Blend prevalente di Trebbiano Toscano e Malvasia, con saldo di uve bianche miste, curate da un contadino locale, su vitigni in alcuni casi ancora a piede franco. Fermenta sulle bucce per qualche giorno, poi solo acciaio. È vino di bocca, carico e sapido, pecca un po’ nella spinta acida ma regala una bevuta comunque piacevole.

Poggiolaccio Merlot 2016
Merlot 100% per un vino dal profilo olfattivo fresco e intrigante: frutta fresca e spezie, prugna e mora, una chiusura iodata, che ricorda il mare, con la parte erbacea del Merlot appena sullo sfondo. Bel vino anche questo, snello e sapido, di grande equilibrio e piacevolezza.

Sanbastiano 2016 Sangiovese 
Il Sangiovese di Ninni è sempre più buono“, mi confessa il buon Maurizio Valeriani, mentre insieme sorseggiamo il bicchiere. Io non ho uno storico con cui confrontarmi, ma visto l’interlocutore tendo a fidarmi…anche per quello che poi mi si presenta davanti nel calice. Ha un profilo olfattivo tradizionale, con la viola tipica, e poi prugna, ciliegia, frutti rossi. La bocca è ricca ed energica, con un tannino ancora arrembante, ma di buona maturità. Insomma un bel Sangiovese, ben impostato e da aspettare con fiducia.

Cantine Ninni Gianluca Piernera

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Scritto da

Abruzzese, ingegnere per mestiere, critico enogastronomico per passione, ha iniziato a scrivere nel 1998 per L’Ente Editoriale dell’Arma dei Carabinieri, con cui ancora collabora. Vino, distillati e turismo enogastronomico sono la sua specializzazione. Nel tempo libero (poco) prova a fare il piccolo editore, amministrando una società di portali di news e comunicazione molto seguiti in Abruzzo e a Roma. Ha collaborato per molti anni con guide nazionali del vino, seguendo soprattutto la regione Abruzzo (ma va?), e con testate enogastronomiche cartacee ed online. Organizza eventi e corsi sul vino...più spesso in Abruzzo (si vabbè...lo abbiamo capito!).

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