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AMARCORD IN ROMAGNA

Brix: da Brisighella la prima versione di Albana Riserva?

Un cantiere aperto, nato 2 anni fa dai prodromi della temibile pandemia che ha spinto molti areali a cambiare visione d’insieme. La lungimiranza della giovane associazione Brisighella Anima dei Tre Colli davvero insperata agli inizi, quando le firme garantite alla nascita del progetto superavano a malapena le dita di una mano. L’adesione massiccia in così rapido tempo, attualmente 19 produttori con ulteriori margini di crescita. Tutto dimostra quanto ci fosse bisogno di unione verso un percorso comune per apportare linfa vitale e maggiori opportunità per i vigneron brisighellesi. Da una parte i mercati in forte impasse, per l’evidente calo dei consumi nei paesi più influenti. Dall’altra il rapporto a volte conflittuale con gli organi collegiali e cooperativistici locali. La Romagna vive un fermento positivo in chiave futurista; scoprire dove condurrà tale movimento sarà il compito degli analisti della prossima generazione.

Brix, ovvero la radice celtica di “scosceso”, presente anche nei toponimi Brisighella, Brescia e Bressanone. Territori che hanno visto la presenza di varie etnie, ognuna con la propria storia ancor’oggi presente nel tessuto sociale. Brisighella significa suoli compositi, esposizioni variabili ed opera umana incessante, nel bene e nel male. Lo stile produttivo è l’arma a doppio taglio dei vignaioli, dubbiosi tra il mantenere viva la personalità dei vini o redimersi verso un concetto di agile beva a portata di tutti. Il carattere sanguigno degli attori in gioco, influente nei prodotti, ne consentirà anche l’aumento delle vendite?

Dal quesito passa il successo della nuova versione di Albana e del sodalizio stesso. Nel disciplinare approvato all’unanimità viene sdoganato l’utilizzo – cum grano salis – del legno, obbligata la maturazione di almeno 24 mesi in contenitori a scelta del vinificatore, purché con un minimo di passaggio in botti piccole dai 6 ai 12 mesi. La masterclass delle 8 espressioni di Albana Brix svoltasi al Convento Emiliani di Fognano (RA) è stata la prima sfida da affrontare: eccone il resoconto.

Vigne dei Boschi – Monteré 2022

Azienda di Paolo Babini, vice-presidente dell’associazione. Un vino da assaporare in fasi distinte, lasciandolo riposare nel calice. Si parte da profumi melliflui e mediterranei con nuance di camomilla, gesso, zagare e agrumi. Sorso materico dal finale iodato, con uva spina e glicine bianco in chiusura. Dai terreni difficili e marnoso arenacei di Vigna della Rosa a Valpiana di Brisighella.

Fondo San Giuseppe – Fiorile 2022

Le vigne che erano un tempo anch’esse di Paolo Babini, vengono adesso curate da Stefano Bariani, ex agronomo di Angelo Gaja, che dà vita ad un Brix unico ed irripetibile. L’alluvione del 2023 ha, infatti, distrutto quasi la metà dei vecchi impianti con una perdita incalcolabile in termini ampelografici. Vinifica in acciaio, senza macerazione (consentita comunque per massimo di 24 ore). Cera d’api, struttura e potenza, calcata da note di frutta tropicale, albicocca matura e scie minerali elegantissime. Il miglior campione della giornata.

La Collina – Na 2022

Il Brix della giovane Mirja Scarpellini. Vecchio stile d’Albana proposta su sensazioni ossidative tra spezie calde, salgemma e buccia di cedro. La vena surmatura rende la bevuta impegnativa e di non semplice comprensione. Saprà far tesoro delle criticità attraverso l’esperienza.

Vigne di San Lorenzo – Montesiepe 2022

Salato, austero. Un orange wine dal sapore tagliente come una lama affilata. Vigne di Campiume a quasi 400 metri d’altura su terreni argilloso-calcarei. Finale persino opulento. Il vino più indecifrabile della batteria.

Casadio – Albagnese 2022

Da Rontana, a due passi dalla Vena del gesso. Pulito, le catechine di cui è pieno l’acino di Albana sono ben gestite nella fase di vinificazione. Officinale con punte di salvia, rosmarino e mentuccia. Propoli e tamarindo si alternano a noce moscata e mandorla, ma il tutto resta troppo corto mancando l’allungo brioso. Un’occasione persa visti i due terzi complessivi dell’assaggio.

Poggio della Dogana – Farfarello 2022

Aldo e Paolo Rametta hanno vigne a Castrocaro, Brisighella e Modigliana. Il loro Brix viene da una piccola parcella alle pendici franose dei calanchi tra argille grigie e sabbia ocra. Molto internazionale, rappresenta di sicuro la fase di spersonalizzazione del prodotto per un maggior consenso dai mercati esteri. Quasi francese nelle sfumature polpose di ananas e miele d’acacia. Fungerà da benchmark per gli altri?

Bulzaga – Scorzanera 2022

Ci prova Alessandro Bulzaga a scuotere i presenti con macerazione, ipermaturazione e masticabilità. La sua Albana “Coronilla” è candida e deliziosa, lo Scorzanera sa invece di fiori secchi e confettura d’albicocca, mancando di spessore nella chiosa di bocca. Ancora scomposto ed in assestamento.

Gallegati – Corallo oro 2022

I fratelli Cesare e Antonio Gallegati hanno sempre fatto da locomotiva per la tipologia, con la loro bravura nei vini bianchi. Non solo l’Albana del Corallo Giallo, ma anche il Trebbiano di Romagna rivalutato in chiave elegante e moderna. Attacco minerale iodato, con tocchi di spezie morbide e boiserie. La frutta emerge in seconda posizione e parla di mele gialle e susine mature. Sta vivendo una fase di timidezza, che presto cambierà forma per virare sui tonici e vigorosi canoni dell’assaggio en primeur fatto a novembre scorso.

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Scritto da

Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.

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