Quando si parla di Costiera Amalfitana si parla anzitutto di arte e di storia. Il luogo è quello delle migliori cartoline o più semplicemente un vero presepe a cielo aperto. Arrivarci non è semplice e, dato che la bellezza richiede un minimo di sacrificio, bisogna percorrere strade strette a strapiombo sul mare. Impagabile il panorama ed altrettanto impagabili i prodotti tipici di queste zone, come la colatura di alici od il dolce pomodoro corbarino, per non parlare poi degli spaghetti alla Nerano serviti rigorosamente con aggiunta di Provolone Del Monaco DOP. A proposito: una piccola digressione per il celebre formaggio dalle origini agerolesi sta nel suo curioso nome, che sembra derivi dal mantello nero con il quale gli antichi casari si proteggevano dalle intemperie assomigliando appunto a dei frati.
Bartlomiej Pazderski da poco più di un mese è il nuovo patron e maitre del ristorante Il Tarì. Di origini polacche si è subito ambientato nella realtà dell’hotellerie italiana, divenendo un profondo conoscitore della cucina locale e dell’ospitalità. Dopo tante esperienze, in un momento di lucida follia, ha deciso di realizzare il suo sogno, rilevando la gestione di uno dei luoghi storici ad Amalfi.
Lo ha fatto con quella sana umiltà e voglia di mettersi in gioco che lo contraddistingue; uomo mite, di poche parole, incline al lavoro di squadra sia in sala che in cucina. Grazie alle sue competenze ha voluto accanto un team affiatato, capace e professionale capeggiato dall’executive Chef Valentino Lucibello, con un curriculum di tutto rispetto: Il Faro di Capo d’Orso di Maiori, l’ Hotel Santa Caterina, la Locanda del Marinaio , la Trattoria San Giuseppe e lo Stella Maris di Amalfi.
A curare le richieste ed i desideri dei clienti lo chef de rang Emanuele Maccioni e Bartlomiej in persona a coordinare il tutto. Il Tarì Art Restaurant è accogliente, rimarcando l’architettura dei paesi di mare, con pareti bianche, arcate spesse, volte a botte ed arredi essenziali, con tocchi d’azzurro, il tutto impreziosito dalla mostra permanente di opere d’arte e ceramiche artigianali realizzate da artisti locali.
Il ristorante ha conservato il nome storico nonostante la nuova proprietà e l’altrettanto nuova identità culinaria rivelatrice della filosofia del proprietario e dell’intesa creativa vincente dello chef Lucibello. Valorizza i grandi classici, lasciandosi stuzzicare da influenze fusion-mediterranee che catturano il palato utilizzando prodotti di altissima qualità. “Ziti spezzati di Gragnano alla genovese di rana pescatrice” è la pietanza fiore all’occhiello del ristorante Il Tarì, versione marinara di uno tra i più apprezzati piatti tipici napoletani, che racchiude la memoria di tanti momenti conviviali; dal pane ai dolci tutto nasce dalle abili mani dello Chef.
Il Menu della serata dedicata alla stampa era composto da:
Gambero in pasta kataifi su insalatina di sedano e finocchi con salsa di soia
La difficoltà sta nel non esagerare con l’involucro di pasta kataifi per non coprire la delicatezza del gambero del Tirreno. Abbinamento riuscitissimo.
Plin di gamberi rossi, favette e riccio di mare
C’è da lavorare sulla presentazione, ma non sul sapore. Il miglior piatto della serata con la croccantezza data dalle fave per uno sprint finale molto invitante.
Lo scampo e la sua bisque in coniglio erborinato e bieta croccante
Idea interessante da rivedere in prospettiva. Coniglio cotto alla perfezione, la bisque l’avremmo preferita sopra la composizione anziché sotto, a dare maggior fluidità all’assaggio.
Pancia di maiale in CBT su salsa all’aglio dolce, wasabi di zucca e mammarella, aglio, olio e peperoncino
Carciofo protagonista cotto alla maniera di quello delle feste, con aglio olio e prezzemolo. Il maialino, tenero al punto giusto, dona quella morbidezza necessaria a contrastare la componente amaricante.
Cheesecake, amaretti di Saronno, gelée di zucca rossa e salsa allo zenzero
La gelatina alla zucca era semplicemente squisita. Un ingrediente utilizzato e spesso sottovalutato, che regala eleganza e semplicità.
Partner della serata per l’abbinamento enologico: Prisco Apicella delle Cantine Giuseppe Apicella, prima azienda ad imbottigliare il Tintore in purezza, come raccontato nel I Video di Vinodabere – La Costa d’Amalfi del vino – Giuseppe Apicella: il Tintore di Tramonti e ‘A Scippata
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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