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Sardegna – Pala: vini sorprendenti e convenienti, di qualità altissima

La Sardegna non finisce mai di stupirci e sorprenderci. Stavolta abbiamo avuto l’occasione di partecipare ad un press tour organizzato da Raffaella Manca a fine novembre 2021 presso l’azienda Pala a Serdiana. 100 ettari, 600 mila bottiglie ed una qualità media letteralmente impressionante, soprattutto se messa in relazione all’accessibilità dei prezzi. Ci troviamo a Serdiana, nel sud della Sardegna.

La passione della famiglia Pala per la viticoltura inizia nei primi del 900 con Battistino Pala, classe 1873. È suo figlio Salvatore che, nel 1950, fonda la cantina Pala. L’azienda cresce e nel 1974 Salvatore la sposta nel centro del paese, in uno spazio più grande che conserva la struttura tipica della casa campidanese: una corte delimitata da muri perimetrali piuttosto alti, dove l’edificio principale è costruito in legno e tegole.


Suo figlio Mario, nel decennio 1980-1990, inizia la ristrutturazione dei vigneti e studia come affinare qualità e produzione. Oltre al Nuragus e al Monica, impianta vigneti a Vermentino, Bovale e Cannonau.

I VIGNETI
I vigneti Pala si estendono su circa 100 ettari in prevalenza nel comune di Serdiana.

IS CRABILIS (Ussana)
Is Crabilis è il nome di una collina calcareo-sabbiosa interamente coperta da viti. Il toponimo indica che vi era un ovile per capre, e vi sono stati rinvenuti resti di un insediamento umano risalente al neolitico. Il terreno argilloso e calcareo alla base diventa via via più sciolto verso la sommità, dove vi sono strati di rocce calcaree appena un metro sono terra. Dalla sommità, a circa 250 metri s.l.m. si domina la vallata e si gode di una straordinaria vista sui Sette Fratelli, le cime montuose più alte del sud Sardegna. Hanno oltre 40 anni i vitigni di Carignano, Vermentino, Malvasia Sarda, Monica, Cannonau e Nuragus che sono in questa tenuta, la più estesa dell’azienda.

TANCA S’ARAI (Serdiana)
Le Tanche, chiudende in italiano, sono appezzamenti di terra recintati dove è praticato l’allevamento del bestiame o l’agricoltura. Tanca s’Arai, (aratro in sardo) è un appezzamento di quasi 15 ettari, a circa due chilometri dalla cantina, nel comune di Serdiana. Una collina a 220 metri sul mare esposta a sud, con terreni di natura argillosa alla base e calcarea sulla sommità. Qui, oltre alle uve che danno origine all’omonimo Cru aziendale (Cannonau, Carignano e Bovale), dimora il più antico vigneto di Nuragus della famiglia Pala.

BENATZU COLORU (Serdiana)
“Le sabbie colorate” o “del serpente” sono le possibili traduzioni dal sardo del nome del vigneto in comune di Serdiana. Un terreno di circa cinque ettari in lieve pendenza, esposto a sud, poco distante dalla cantina ma a un’altezza leggermente inferiore, circa 170 metri. Qui, su un terreno prevalentemente argilloso, cresce il Monica.

COSTA IS ARANGIUS (Serdiana)
Questa vigna, non distante dalla chiesa romanica di Santa Maria di Sibiola, presenta un terreno di calcare bianchissimo alla sua base, con tratti ferrosi al centro e nuovamente argilloso sulla sommità. Occupa il lato sud occidentale di una pendenza nei pressi di Serdiana, ed è composta di vitigni di Vermentino e di Monica.

TERRALBESE (Terralba)
Nella parte meridionale della provincia di Oristano, al confine con quella di Cagliari, diversi anni fa, l’azienda ha puntato sul Bovale, un vitigno tradizionale della Sardegna, ma soprattutto di quest’area, situato ai piedi del Monte Arci, massiccio di antica origine vulcanica. Sono tre gli appezzamenti di antico impianto e, nella stragrande maggioranza, su piede franco e su sabbie profondissime, qualcuna con fondo vulcanico nei pressi di Uras. L’altezza media dei tre appezzamenti è di 11 metri, il mare dista appena quattro chilometri.

Veniamo ai vini assaggiati:

Iniziamo dalla verticale di Bovale (Pala è una delle prime aziende a credere nel Bovale in purezza) Essentija :

Essentija 2019: un piccolo capolavoro che parla di Sardegna con note di mirto, cisto e macchia mediterranea, freschezza, sapidità, struttura ed una incredibile persistenza.

Essentija 2015:  risente dell’annata calda, mostrando maturità del frutto ma anche struttura, ricchezza glicerica ed un ottimo finale di macchia mediterranea.

Essentija 2011:  complesso, sapido, fresco, strutturato, presenta sentori di noce, macchia mediterranea e spezie e chiude con ricordi di piccoli frutti rossi. Una straordinaria espressione di Bovale.

Essentija 2009: leggermente vegetale, unisce sensazioni balsamiche a note speziate e fruttate. Fresco, sapido e di buona progressione gustativa.

Essentija 2006: vino in fase discendente. Forse una bottiglia non al massimo della forma.

Proseguiamo con la verticale del Cannonau di Sardegna Riserva:

Cannonau di Sardegna Riserva 2019: eleganza, complessità, struttura, freschezza, sapidità, tipicità, descrivono un Cannonau che coniuga note speziate, succose con ricordi balsamici. Il lungo finale insiste su toni iodati e di macchia mediterranea.

Cannonau di Sardegna Riserva 2015: nonostante l’annata calda mantiene freschezza ed equilibrio gustativo, mettendo in evidenza materia, ricchezza glicerica ed una ottima sapidità. Chiude con ricordi iodati e speziati.

Cannonau di Sardegna Riserva 2012: una straordinaria interpretazione del vitigno e del territorio, coniuga eleganza e potenza e mostra sensazioni di tabacco, cuoio, macchia mediterranea. Complessità, struttura ed un lungo finale iodato e balsamico completano il quadro organolettico.

Ancora una piccola verticale, stavolta dello Stellato (da uva Vermentino):

Stellato 2019: progressione agrumata e note di frutta secca ed erbe officinali per un vino strutturato, complesso ed elegante,  fresco, sapido e di grande persistenza.

Stellato 2016: ancora in ottima forma con ricordi di origano e frutti gialli, Coniuga freschezza e sapidità con materia e ricchezza glicerica.

In ultimo rimandiamo alla  Guida ai Migliori Vini della Sardegna 2022 di Vinodabere (link) per descrivere alcuni altri vini aziendali:

Stellato Nature 2020 – Pala

Un Vermentino che strizza l’occhio ai “naturali”, a partire dall’aspetto leggermente velato. Dalla vigna Is Crabilis, di circa 60 anni, le cui uve vengono pressate e quindi lasciate a macerare per una notte sulle bucce. Dopo la fermentazione il vino rimane sulle fecce per tre mesi circa. Segue l’imbottigliamento senza filtrazione. Nel calice si apre su note di susina e biancospino, cui seguono aromi di erbe aromatiche e finocchietto selvatico. In bocca è fresco, sapido e di grandissima beva.

Nuragus di Cagliari I Fiori 2020 – Pala

Il vino è affinato solo in acciaio, e al naso si caratterizza per intensi profumi floreali (biancospino, limone), agrumati (pompelmo , lime) e di pesca bianca matura. Il sorso è fresco, succoso, sapido, con un finale lungo e dalle sfumature ammandorlate.

Cannonau di Sardegna Riserva 2017 – Pala

Il quadro olfattivo è caratterizzato da sentori di frutti rossi che virano verso la confettura e note calde da spezia, cuoio e leggeri richiami di tabacco dolce. In bocca il vino è morbido, opulento, e di indubbia lunghezza per un finale interminabile su ricordi speziati e di macchia mediterranea.

Cannonau di Sardegna I Fiori 2019 – Pala

Naso intrigante connotato da intense percezioni di agrumi, more, accenni speziati, frutta secca e richiami di macchia mediterranea. L’assaggio, pienamente corrispondente all’impronta olfattiva è fresco, succoso, di gran corpo e con una intrigante progressione iodata. Davvero lungo il finale con richiami di frutti rossi. Un Cannonau di grande eleganza e piacevolezza gustativa.

 

 

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice del Concorso Mondiale di Bruxelles e membro del Comitato Editoriale del Concorso Mondiale del Sauvignon, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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