Napoli non smette mai di stupire. Il momento aureo che la città sta vivendo, elevato all’ennesima potenza dall’aggiudicazione della Coppa America di vela – edizione 2027 – ripaga degli sforzi di anni assunti dall’intera collettività. Il turismo in crescita nel capoluogo partenopeo comporta un’offerta sempre più ricca, che spazi dal mordi e fuggi alle eleganti terrazze, dove ammirare uno dei panorami più belli al mondo.
Al Roof Garden Angiò del Renaissance Naples Hotel Mediterraneo l’accoglienza è di casa, non solo per gli ospiti di casa. Il target ambito dalla proprietà Naldi è quello di attrarre clienti dall’esterno, creando la giusta atmosfera nel mix tra proposta turistica e ricerca gourmet. Il bartender Francesco Amato rivisita i classici della mixology non sbagliando un colpo. Dall’Hugo Spritz all’Old Fashioned proseguendo verso il cocktail firma “From Naples… to Capri”, senza dimenticare le esigenze di chi preferisce un fantasioso analcolico. Al drink si accompagna una ricca gamma di finger, dalla pizzetta croccante al fiore di zucca ripieno e mini tartare di pescato locale.
Il tutto ad un prezzo medio compreso tra i 15 euro ed i 20 euro in carta che già potrebbe essere sufficiente per qualcosa in più di un semplice aperitivo. Ma il Roof Garden Angiò offre la possibilità anche di cenare comodamente seduti nella sala interna o ai tavoli riservati all’aperto, coccolati da Giovanni Botta, manager responsabile dei due ristoranti presenti in struttura, tra Angiò e O’Break al primo piano.
Lo chef Pasquale De Simone ha ideato una carta veloce da scorrere, contaminata dalle materie prime migliori che offre il territorio con i rigidi standard imposti dalla catena internazionale Marriott. Un percorso degustazione da 85 euro per 3 portate oltre dessert e il resto a libera mano dell’ospite, tra mare e terra.
Tra le scelte, delicato il salmone marinato alle bietole con gel al limone e spuma di ricotta o il polpo cotto a bassa temperatura con pomodorino confit e passata di pomodoro del piennolo. Per gli amanti della carne invece il carpaccio di Scottona con scaglie di parmigiano su maionese di bufala alle erbe e noci.
I primi bilanciati dal classico risotto alla pescatora con tentacolo di polpo o il triangolo di pasta fresca con ricotta al limone e zucchine e il raviolo caprese al pomodoro, per venire incontro anche alle esigenze vegetariane. Tra i secondi, De Simone si esalta nel pescato del giorno con la ricciola arrostita e con una ricetta della tradizione dell’entroterra: la costoletta con panatura panko, retaggio dell’usanza di impanare la carne che a Napoli esiste già nelle cronache del 1700.
Chiusura in dolcezza con caprese al cioccolato, composta rigorosamente da mandorle sminuzzate e non farina di mandorle, come spesso si fa per semplificare il lavoro. Un piccolo particolare che cambia totalmente il sapore finale del piatto e che fa riflettere sull’importanza fondamentale di rispettare ingredienti e tecniche culinarie per non deludere le aspettative del vero protagonista della tavola: il commensale. Servizio curato con precisione e lista vini in ampliamento con chicche della Campania rinomate tra gli appassionati.
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