Castel Rametz ha scritto un pezzo di storia di uno dei vitigni emblema nel mondo: il Pinot Nero. In questa terra magnifica, ricca di bellezza e di cultura, il vino ha avuto un ruolo da protagonista sin dal 1227, data della prima menzione della Tenuta negli annali. Il maniero medievale cambiò identità in Cantina nel 1271 e dal 1840 diverrà, a grandi linee, l’azienda conosciuta oggigiorno nel settore.
Pochi sanno però la sua importanza avuta nei secoli, avendo ospitato per primi, proprio a Merano, l’arrivo del Pinot Nero a metà dell’800.
La famiglia Schmid (Brigitte e Stanislaus), titolare da oltre 50 anni di Tenuta Rametz, cura con passione ogni aspetto produttivo: dalla parte agricola in vigna ed enologica in cantina, a quella ristorantizia per offrire al visitatore l’occasione di una sosta piacevole, degustando prodotti tipici come lo speck artigianale, i formaggi alpini e, naturalmente, i vini di proprietà.
Un percorso che inizia dalla visita dell’ala storica, scendendo le scale verso le cavità naturali scavate nella roccia porfirica, dove il tempo stesso sembra fermarsi. Vecchie annate custodite in attesa di sorprese per l’assaggiatore fortunato; botti grandi di rovere per consentire l’adeguata maturazione dei rossi ed un silenzio che eguaglia solo quello delle passeggiate tra i campi attigui al Castello.
Amore per gli altri ceppi autoctoni altoatesini, come il Riesling Renano coltivato con successo già 150 anni orsono dal precedente titolare Friedrich Foscaroli. E infine Il Sauvignon Blanc, inserito nella Guida ai Migliori Sauvignon d’Italia 2025 – La Guida Completa di Vinodabere, la Schiava Gentile, il Pinot Grigio (localmente denominato Ruländer) ed il Cabernet.
Abbiamo degustato gran parte della gamma delle etichette presenti in carta, per offrire un resoconto più approfondito di una delle realtà importanti nel nostro panorama enologico.
Riesling 2023 – burroso, piccante dal finale al gusto di zenzero, albicocca e cedro candito. Coniuga nuance floreali a sensazioni iodate robuste ed aromatiche.
Pinot Grigio “Elsa” 2023 – materico e panciuto, dimostra avvolgenza con parti morbide unite a spezie bianche e scie di piccoli frutti rossi maturi.
Sauvignon Blanc “Agaia” 2023 – elegante e succoso, tra pompelmo giallo ed erbe mediterranee. La classica nota vegetale viene ben dosata da struttura e sapidità molto persistente.
Schiava Gentile 2023 – uno dei 6 tipi di Schiava presenti in Alto Adige, comprese le 3 più utilizzate: Grossa, Grigia e, appunto, Gentile. Ben delineata la potenza fruttata da amarene e petali di viola. Chiusura officinale su riverberi da chiodi di garofano.
Pinot Noir Castello “Windschnur” 2018 – assaggiato in anteprima e da poco in commercio, proviene da vigne di età compresa tra i 40 ed i 50 anni. Nuance di bosco accompagnate da lampone, pepe rosa e nerbo calorico. Si gusta con grande piacere. La 2007, gentile concessione di Brigitte per il nostro arrivo, è pazzesca tra viola mammola, visciole sotto spirito e polveri di cacao e caffè. Acidità ancora vibrante, tannino saporito e arancia candita per completare il quadro perfetto.
Degna di segnalazione anche la versione Blauburgunder Riserva 2020 provata al ristorante The Tasting Room di Villa Eden, gestito da Angelika Schmid e Hannes Illmer, in abbinamento ai piatti del talentuoso chef Marcello Corrado.
Cabernet 2019 – blend 90% di Cabernet Sauvignon e 10% Cabernet Franc, è caldo e scuro su percezioni di chinotto, eucalipto e ruggine. Affumicature che abbisognano di ulteriore riposo per essere mitigate.
Ultima curiosità: squadra che vince non si cambia, l’enologo è lo stesso da 45 anni, così come l’anziano cantiniere che conosce vita, morte e miracoli di un luogo romantico in cui perdersi per ascoltare in pace la magia del vino.
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