Dopo il successo dell’anno passato, si è svolta a Roma lo scorso 17 novembre la seconda edizione dell’evento “Torbageddon” – sintesi di torba + Armageddon, ovvero l’apocalisse della torba -, la manifestazione dedicata agli amanti del whisky torbato. Tra le novità di quest’anno c’è stata la nuova sede – l’Unahotels Decò in Via Giovanni Amendola 57, a due passi dalla Stazione Termini – scelta anche con l’intenzione di agevolare la raggiungibilità del luogo per i partecipanti all’evento.
Velier è stata l’azienda main sponsor dell’edizione 2024: oltre a mettere in degustazione diverse bottiglie da lei distribuite, ha tenuto due (delle cinque!) masterclass su alcuni dei maggiori marchi mondiali del whisky: il colosso nipponico Nikka e la distilleria delle isole Orcadi Highland Park. A proposito di masterclass, è d’obbligo citare quella che ha posto in degustazione cinque batch invecchiati 12 anni del whisky Springbank, la famosa distilleria di Campbeltown; per non parlare della masterclass finale, una verticale di whisky Laphroaig, forse il marchio di whisky torbato più conosciuto al mondo, tenuta dalla Stock Italia (importatore italiano) che ha incluso due rare e costosissime bottiglie di 30 e 33 anni di età.
Gli amanti del distillato hanno potuto assaporare nei banchi d’assaggio oltre 200 whisky prettamente torbati provenienti da tutto il mondo; a parte i paesi “fondatori” del whisky come Scozia, Irlanda, Inghilterra e Usa si è spaziato dal Giappone all’Islanda passando per Germania, India, Messico, …
Grande esclusiva l’imbottigliamento ufficiale della manifestazione, un whisky di 15 anni, single cask, a grado pieno (53,4%), proveniente dalla distilleria di Caol Ila (sull’isola di Islay). Molto profumato, mostra sentori di malto, vaniglia, prugna e limone, con note medicinali e saline, che avvolgono il naso. Beva oleosa, morbida, le note fruttate sono avvolte in una torba garbata e persistente. Finale armonico, con ritorni di cereale e sottili note iodate.
L’evento Torbageddon, è stato organizzato dal gruppo di Spirits Lab, società che si identifica con Igor e Diego Malaspina di Whisky Italy, Matteo Cervini del locale White Rabbit, Arnaldo Maggiora Vergano e Lorenzo Giovannetti del canale YouTube e associazione Non Solo Whisky, e infine Pino Perrone, scrittore e divulgatore di vino e distillati, ex organizzatore del Roma Whisky Festival.
La prima impressione che si è avuta all’ingresso della sala di degustazione è stata di meraviglia per la qualità e quantità delle etichette presenti, una schiera di whisky – uno più torbato dell’altro – di cui ovviamente si è potuto assaggiare (per motivi salutistici) solo una piccola parte. A questo proposito va dato grande merito all’organizzazione di avere praticato prezzi veramente “amatoriali”, dando la possibilità economica, oltre che di scelta delle bottiglie, di poter assaggiare whisky di qualità a partire da prezzi irrisori (anche 2 euro a bevuta).
Di seguito un breve resoconto di alcuni dei whisky degustati nei banchi di assaggio, con un ‘occhio alle novità ed a qualche rarità.
Kilchoman Machir Bay (46% vol.)
Forse il single malt con il miglior rapporto qualità/prezzo prodotto dalla distilleria Kilchoman (e anche uno dei migliori della categoria), che dista solo poche centinaia di metri dalla costa di Islay più esposta verso l’Oceano Atlantico: Machir Bay. In quel punto l’oceano Atlantico si estende fino al Canada, e dalla sua immensa massa d’acqua arrivano gli effluvi marini che caratterizzano il whisky della distilleria. Ha sentori molto fini e gradevoli di fiori bianchi e rovere nuovo, poi malto, vaniglia e salsedine. Buona pulizia di bocca, con aromi di cereali (malto, segale), sfumature fruttate, nuance marine e una torba robusta ed elegante.
Waterford Peated Lacken (50% vol.)
“Giovane” distilleria irlandese (la produzione di whiskey è iniziata nel dicembre del 2015), che si caratterizza per un’attenzione maniacale per la materia prima: il cereale arriva da 97 fattorie locali, che lo coltivano su 19 differenti tipi di terreno, con 12 tipi di orzo (anche la torba è locale). Successivamente vengono combinati i malti delle diverse fattorie e terreni di provenienza, da cui si ottengono differenti distillati i cui aromi vengono studiati e classificati. Questo single malt proviene dalla fattoria di Lacken. Ha profumi complessi, con i cereali in primo piano, poi frutta bianca, vaniglia, lievito e tabacco. Nel palato scorre morbido, calorico, con una torba importante (57 p.p.m.), aromi speziati e note agrumate.
Akkeshi Single Malt Peated Ritto (55% vol.)
La distilleria Akkeshi è stata fondata nel 2016 nell’isola di Hokkaido, a nord est del Giappone, con lo scopo dichiarato di creare un whisky simile, come stile, a quelli di Islay. Non a caso, le condizioni climatiche dell’isola e i ricchi depositi di torba ricordano molto la Scozia. È invecchiato in botti ex-bourbon, ex-sherry e rovere giapponese mizunara. Il timbro del whisky giapponese si riconosce già dai profumi dolci (malto), fruttati e floreali, contornati in questo caso dai sentori affumicati di una torba calda e piena. La bocca è coerente, con un sorso equilibrato e piacevole che riporta agli aromi di frutta dolce, con un finale di spezie (pepe) e torba garbata.
Octomore Edition 13.3 Super Heavily Peated (61,1% vol.)
L’Octomore si è conquistato, a ragione, la nomea di whisky più torbato del mondo; questa release ha “soli” 129,3 p.p.m. di torba, altre versioni arrivano ad oltre 300 p.p.m. Viene prodotto con l’orzo coltivato ad Islay, in un’unica fattoria. L’ingresso al naso evidenzia una torba fine ed intensa, abbinata a profumi di rosa e frutta fresca (pesca bianca, albicocca), malto, zucchero di canna e agrume. La beva è pulitissima, la pungenza dell’alcol viene smussata dai toni fruttati e di spezie dolci. Nel finale, elegante, emergono aromi di biscotti shortbread, leggera vaniglia e note fumose di cenere.
Laphroaig 10 Years Old Cask Strength #15 (56,5% vol.)
Una versione “potenziata” del tradizionale Laphroaig 10 anni; realizzato a grado pieno e in ridotte quantità, è in sostanza un prodotto completamente diverso. Molto apprezzato anche dai whisky lovers più esigenti, per le sue qualità ed anche per un ottimo rapporto qualità/prezzo. Invecchiato in botti ex-bourbon ha profumi intensi, con note marine, di rovere, torba, agrumi e cenni medicinali, affiancati da aromi dolci di vaniglia e noce moscata. Nel palato è oleoso, inizialmente dolce (vaniglia, miele e caramello), vira poi su una torba potente, che accompagna il sorso fino alla fine, con ritorni iodati, note citriche e di liquirizia.
Ardnahoe 5 Years Old – Inaugural Release (50% vol.)
Questo è il primo imbottigliamento rilasciato, a maggio 2024, dalla nona distilleria, Ardnahoe, attiva sull’isola di Islay. Una distilleria moderna quindi, ma che adotta anche tecniche tradizionali durante il processo di distillazione, come l’utilizzo dei worm-tubes, tecnologia “antica”, quasi in disuso, che conferisce al distillato maggiore struttura. È un whisky torbato a 40p.p.m. che matura in una combinazione di botti ex-Bourbon ed ex-Oloroso. La torba di Islay è ben presente all’olfatto, stemperata da sentori burrosi, di pasticceria, frutta gialla, erba secca e note cerealicole che avvolgono il naso. Al gusto dimostra la sua gioventù, nella pungenza dell’alcol, parzialmente bilanciato da aromi dolci di crema pasticciera, liquirizia, zenzero e malto.
Highland Park Respect 12 Y.O. (63,2% vol.)
Uno dei whisky più “estremi” prodotti dalla famosa distilleria delle isole Orcadi, estremo nord della Scozia, nota per uno stile in genere più sobrio e raffinato. Single malt e single cask, questo whisky invecchia in botti ex-sherry di rovere americano. Sorso potente, alcolico, ma con una torba che si rivela fine ed elegante. Aromi preponderanti di sherry, seguiti da miele e malto, con una scia di erbe aromatiche che accompagna il lunghissimo finale.
Sono un appassionato del mondo del vino, mi piacciono i profumi e i sapori che ogni bottiglia di vino racchiude, le sensazioni e le emozioni che trasmette. Mi piacciono molto anche i distillati, in particolare la grande varietà e specificità del mondo del whisky. Laureato in Fisica, con un passato di marketing manager nel settore Servizi e Innovazione di una società leader di telecomunicazioni, oggi critico enogastronomico per passione. Scrivo di Vino, Distillati ed Olio sulla testata giornalistica Vinodabere (www.vinodabere.it). Collaboro anche con le testate di settore “Luciano Pignataro (www.lucianopignataro.it)”, "Wining (www.wining.it)" ed “Epulae (www.epulaenews.it)”. Giudice per il concorso internazionale Grenaches du Monde. Assaggiatore per la “Guida Flos Olei“ di Marco Oreggia. Ho collaborato per l’edizione 2018 con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso. Sommelier AIS dal 2001, Sommelier AISO dell’Olio e degustatore iscritto all'albo per la Regione Lazio.
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