Pianta Grossa era il nome con il quale erano conosciuta una cascina e una vecchia stazione di posta nella quale trovavano ristoro, all’ombra delle verdi frasche di un secolare ippocastano, viandanti e animali che affrontavano il lungo tragitto che collegava l’Alta Valle con il resto del Paese.
Oggi il magnifico albero, diventato nel frattempo monumento nazionale in quanto tra i più vecchi esemplari d’Italia, non c’è più. Si è ammalato e nel 2009 è stato abbattuto. La stazione di posta è stata trasformata in una cantina nella quale Luciano Zoppo vinifica i suoi vini e alla quale ha voluto dare il nome di Pianta Grossa.
Siamo in Valle d’Aosta, quasi al confine con il Piemonte, e precisamente nella sottozona Donnas della DOC Valle d’Aosta. Solo tre comuni ne fanno parte: Bard, Pont-Saint-Martin e Donnas e qui il nebbiolo prende il nome di Picotendro.
La vigna di Luciano è di due ettari, ripidi, terrazzati, con allevamento a pergola valdostana, esposizione a sud, altitudine variabile tra i 400 e i 500 s.l.m. e coltivata da tre generazioni dalla famiglia della moglie. Nel 2014 decide di fondare la sua azienda e imbottigliare direttamente i sui vini divenendo così la prima cantina privata a rivendicare la DOC.
L’allevamento a pergola valdostana presenta, rispetto alla spalliera, il vantaggio di permettere una maturazione ottimale dell’uva grazie all’effetto regolatore dell’apparato fogliare e ai muretti a secco che accumulano calore durante il giorno per poi rilasciarlo durante la notte. Di contro hanno un costo di gestione che è circa tre volte quello di un vigneto allevato a spalliera.
La gestione della vigna, difficile e faticosa a causa dell’impossibilità di qualsiasi meccanizzazione, avviene rispettando al massimo il territorio, non utilizzando erbicidi ed effettuando i trattamenti fitosanitari in rispetto alla normativa europea del PMI (Pest Management Integrated). La pratica della confusione sessuale è utilizzata per combattere la presenza di alcuni insetti infestanti.
L’azienda, il cui primo anno di commercializzazione è stato il 2018, produce solo tre etichette per un totale di circa 10.000 bottiglie.
La degustazione
Valle d’Aosta DOC Nebbiolo 396 Aesculus Hippocastanum 2017
Vino dedicato a quella pianta, di 396 anni, che ha tanto caratterizzato il territorio.
90% Nebbiolo Picotendro 10% altri vitigni autoctoni tra cui Fumin, Vien de Nus, Neyret e Freisa.
Fermentazione in acciaio con macerazione di 20 giorni, maturazione in acciaio per 8 mesi sulle fecce fini. Produzione annua circa 7000 bottiglie.
Note di fiore e frutta fresca accompagnate da accenni di talco, e un delicato confetto. In bocca è fresco, minerale di buona lunghezza. Integro con un tannino sottile e asciutto.
Valle d’Aosta DOC Nebbiolo Dessus 2017
Dessus, che significa “sopra”, è un omaggio alla fatica dei vignaioli valdostani che coltivano le vigne su terrazzamenti quasi verticali.
100% Nebbiolo Picotendro. Vinificazione in acciaio con macerazione di 40 giorni, maturazione in tonneau di rovere francese e austriaco per 12 mesi. Produzione annua circa 2000 bottiglie.
Al naso un’esplosione di frutta dolce e croccante seguita da eleganti note di spezie. Ritorni fruttati che si fanno maggiormente maturi e scuri. Piacevole e succoso e con un tannino delicatissimo.
Valle d’Aosta DOC Nebbiolo Georgos γεωργός 2016
Dal greco, “lavoratore della terra”. È stato il primo Donnas DOC prodotto da una cantina privata e le uve provengono dai vigneti più alti.
100% Nebbiolo Picotendro. Fermentazione in acciaio con macerazione per 40 giorni, maturazione di 24 mesi in botti di rovere austriaco. Produzione annua circa 800 bottiglie.
Floreale e fruttato al naso con una vena balsamica ed eterea. In bocca si presenta con una buona struttura, con un profilo morbido supportato da una freschezza che, seppure nella gioventù, lo rende equilibrato.
Dopo una trentennale brillante carriera in ambito amministrativo finanziario all’interno di un noto gruppo multinazionale, dal maggio 2018 si dedica totalmente al mondo del vino del quale è appassionato partecipe da oltre quindici anni. Sommelier dal 2005 e degustatore Associazione Italiana Sommelier, assaggiatore di formaggi ONAF, assaggiatore di grappe e acqueviti ANAG e degustatore professionista di birre ADB, è relatore in enologia nei corsi per sommelier. È stato responsabile redazionale del sito internet della delegazione AIS di Milano e ha collaborato alla stesura delle guide Vitae e Viniplus. È redattore per la rivista Viniplus di Lombardia, per la quale cura due rubriche, è inoltre autore per la rivista Barolo & Co e per le testate on-line vinodabere.it, e aislombardia.it.
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