Quando si parla di Supertuscan la maggiorparte degli appassionati di vino sanno che si tratta di un blend composto generalmente da Sangiovese (in percentuale maggiore) e da uve internazionali (Cabernet Sauvignon o Franc, Merlot, Petit Verdot, Syrah) e si inizia a pensare agli anni settanta – ottanta (giusto per dare un esempio valido il Tignanello fu il primo), quando questi vini iniziarono ad avere successo per poi arrivare alla fine del ventesimo secolo per avere il vero e proprio boom. Se si riflette però sulla composizione del blend (Sangiovese – vitigni internazionali) e ci si sposta un po’ (sempre in Toscana) verso Prato ci si può rendere conto come la D. O. C. G. Carmignano si possa definire un progenitore dei Supertuscan. Il disciplinare prevede un uso del Sangiovese minimo 50%, Canaiolo Nero fino al 20%, Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, da soli o congiuntamente, dal 10% al 20%, Trebbiano Toscano, Canaiolo Bianco e Malvasia del Chianti da soli o congiuntamente, fino ad un massimo del 10%, altri vitigni a bacca rossa idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Toscana fino ad un massimo del 10% del totale. Il fatto di utilizzare la parola progenitore è un dato di fatto, poichè il Carmignano è uno dei vini più antichi d’Italia e le orignini risalgono fin dal 1396, nell’Atto notarile di Carmignano, Ser Lapo Mazzei, comunica ad un mercante di Prato, Marco Datini, di aver ordinato per la sua cantina quindici some di vino Charmignano pagandolo “16 lire la soma“, un prezzo quattro volte superiore a quello dei vini della zona (il che ne dimostrava le superiori qualità).
Un vero e proprio concentrato di storia della viticoltura e dell’enologia toscana ed italiana. Questa premessa è necessaria al fine di dare le nozioni storiche fondamentali per una così importante D. O. C. G. della quale Capezzana è uno dei produttori più rappresentativi.
Prova ne è stata una verticale con sei annate che hanno ripercorso un tempo pari ad ottantacinque anni, dal 1930 al 2015 e dimostrando come quasi un secolo di vita abbia fatto arrivare un millesimo del 1930 in condizioni accettabili. Le annate degustate sono state la 1930, la 1981, la 1996, la 2005 la 2008, per concludere con la 2015.
Villa di Capezzana 1930 – 70% Sangiovese, 10% Cabernet Sauvignon, 10% Canaiolo, 10% Complementari
La nota di peperone (Cabernet Sauvignon) si sente, sentori di goudron, finale mielato. Degustandolo occorre un po’ di tempo per capirlo. La spalla acida ed i tannini ormai sono flebili, ma al palato rilascia sentori di pomodoro secco ed erbe officinali. Con 88 anni riesce ad avere una buona progressione e persistenza.
Villa di Capezzana 1981 – 70% Sangiovese, 10% Cabernet Sauvignon, 10% Canaiolo, 10% Complementari
Sentori terziari con note di pomodoro e di ciliegia, accompagnati da accenni di humus. Finale di goudron. Grande freschezza con tannini ancora vibranti. Grande bevibilità con una sapidità che emerge sul finale. Le componenti si sono amalgamate ed integrate dando una gran piacevolezza alla beva. Buona progressione.
Villa di Capezzana 1996 – 75% Sangiovese, 15% Cabernet Sauvignon, 10% Canaiolo
La nota fruttata (ciliegia) e quella floreale iniziano ad avere la predominanza, con lievi accenni di goudron e sentori di peperone. Le componenti dure e morbide sono ben bilanciate. Sorso verticale, con un finale con tannini in evidenza. In chiusura emergono sentori di origano e di erbe di campagna.
Villa di Capezzana 2005 – 80% Sangiovese, 20% Cabernet Sauvignon
Nota vegetale ed erbacea prevalgono, successivamante viene fuori la noce moscata. Grande freschezza che quasi predomina sui tannini. Inizia a far capire che il tempo gioca a suo favore e che è uno di quei vini che vanno aspettati.
Villa di Capezzana 2008 – 80% Sangiovese, 20% Cabernet Sauvignon
Tratti vinosi e ricordi di frutta sotto spirito, humus ed erbe balsamiche. Tannini muscolosi e freschezza che fanno capire la grande personalità. La retro-olfattiva ci fa capire che l’equilibrio del passaggio in botte con il vino è già stato raggiunto. Bella progressione.
Villa di Capezzana 2015 – 80% Sangiovese, 20% Cabernet Sauvignon
Erbe balsamiche e mentolate, lievi note di torrefazione e cuoio. Tannini vigorosi che riescono a superare la freschezza. Ancora giovane ed in attesa di evoluzione. Grande persistenza. Chiude con un finale di caramella mou.
Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.
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