Dopo il Festival di Villa Diamante a Napoli, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo (link), il Gruppo Artisti del Gusto raddoppia l’appuntamento con le eccellenze gastronomiche campane.
Questa volta a parlare da protagonista è l’Olio Extravergine d’Oliva, con aziende provenienti da tutta la Regione (anche se ci saremmo attesi una maggior partecipazione dal salernitano).
Immancabile il supporto degli Chef, tra stellati e non, ad esaltare pietanze a tutto pasto, dagli entrèe ai dessert, dove il giusto abbinamento con l’Olio Extravergine d’Oliva garantisce l’esaltazione dei sapori.
Mi son detto..ed ora da dove comincio?
Il mondo è vastissimo, non sarebbe bastata una intera settimana per ascoltare le storie di ciascuno dei presenti; tant’è che, a malincuore, ho dovuto operare un necessario taglio alle chiacchiere ed alle ricette dei numerosi cuochi presenti, seguendo piuttosto l’istinto di valorizzare chi produce il nettare verde re delle nostre tavole.
Mi scuso fin d’ora con coloro che non troveranno menzione nel presente articolo, tempus fugit.
Dunque, let’s go dalla pluripremiata azienda agricola Marsicani, con sede a Morigerati nel Parco Nazionale del Cilento, raccontati dall’amico (e produttore) Michele Siniscalchi Montereale.
Quattro versioni tutte DOP, partendo da Algoritmo, blend di olive da varietà frantoiana, pisciottana e rotondella. Morbidezza da mandorla dolce nel finale senza particolari asperità.
Plus Valore invece è 100% picholine, molto vegetale rispetto al precedente campione col classico richiamo da foglia di pomodoro.
Alter Ego sembra un ideale compromesso tra la componente erbacea e quella più rotonda. Subentra una lieve piccantezza nel finale piuttosto caratteristica.
Infine Viride da coratina in purezza. Ho avuto modo di degustare prodotti simili provenienti dalla Puglia e vi garantisco che meritano davvero. Persistente, strutturato e decisamente piccante nel finale di bocca, quando lo “strippaggio” (ovvero inspirare con forza dell’aria durante la degustazione, per amplificare le sensazioni retronasali) ti fa quasi tossire.
Franco Tortoriello (e il suo giovane erede Gennaro) il “mito” in Campania da oltre 20 anni. La sua gamma è stata scelta da ristoratori ed hotel prestigiosi, come il lussuoso Santa Caterina ad Amalfi.
Appena 20 ettari, utilizza tecniche quasi ancestrali, quali la decantazione naturale senza travasi. Le cultivar sono quelle presenti sul territorio: l’inossidabile frantoio e leccino, la rotondella e la picholine originaria della Francia, spesso usata come oliva in salamoia per cocktail.
Rarità invece l’eccellente “denocciolato“, realizzato separando la polpa dal nocciolo prima della frangitura. Delicato ed elegante, bastano poche gocce per arricchire all’infinito le proprie ricette.
Veniamo al vulcanico Ernesto Di Muccio – Licinius, coltivatore di Venafro con la passione per una monocultivar autoctona chiamata Aurina. Particolarmente resistente a stress idrici e parassitosi, non necessita di pesticidi, a tutto vantaggio della qualità e del rispetto ambientale. Drupa piccola, che concentra maggiormente le sostanze aromatiche al suo interno. Molto versatile, per ogni palato ed adattabile a zuppe, legumi e pesci delicati.
Penultimo solamente in ordine di comparsa e prima del gran finale dalla Sicilia, è Antonio De Ruosi dell’omonimo Frantoio.
Autentico Maestro, si potrebbe ascoltarlo per giorni, grazie alla sua cultura e competenza. Siamo a Carinola (CE), quasi al limitare col Lazio a pochi chilometri da Formia. Propone una particolare invenzione il Crem’olio, in buona sostanza uno spalmabile che può sostituire condimenti di origine animale, adatto anche a diete vegetariane e vegane (da cui il suffisso “ghee” in etichetta).
Cultore dell’itrana in purezza, che scopro essere ciò che noi chiamiamo comunemente “l’oliva di Gaeta”, il suo Monte Greci possiede notevoli sensazioni verdeggianti di foglia di pomodoro e basilico, potente al palato, con finale di carciofo e macchia mediterranea.
Una piccola rarità anche in questo caso, è rappresentata dal Terra Felix, monocultivar di sessana, proveniente dalla zona di Sessa Aurunca ove se ne producono pochissime quantità. Più amarostica nel finale di bocca con cardo selvatico, rosmarino e carciofo in primis.
Chiudiamo i sipari, ahimè per mancanza di tempo, che non ha consentito ulteriori approfondimenti, con Marcello Maira di Maira Bio, biologico da sempre in agro di Caltanissetta.
Di lui si possono apprezzare i modi garbati dal sapore antico, ma sopratutto la passione che mette nel presentare una linea unica tra Olio Extravergine d’Oliva molto delicato e fruttato, ortaggi, pistacchi, mandorle e melograni.
A mia memoria fa la salsa di pomodoro più buona che ricordi e data la mia passione per la cucina ritengo di averne provate davvero a iosa. La mia attenzione si pone tutta sulla spremuta di melagrana in bottiglia, che andrebbe utilizzata persino nei corsi di degustazione del vino, per comprendere al meglio il potere denso e astringente dei tannini. Non stanca mai, differente dai normali succhi commerciali presenti in commercio zuccherini e piuttosto anonimi.
Quale modo migliore per tirare le somme di una serata fantastica, ricordandoci che già duemila anni fa Plinio il Vecchio, nel suo compendio Naturalis Historia, constatava come l’Italia primeggiasse in tutto il mondo conosciuto per il suo olio d’oliva.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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