Carisma, grazia, eleganza ed autorevolezza. Sono questi gli elementi che connotano i vini di Tenuta San Leonardo. Vini mai scontati, piacevoli, appaganti, con una grande potenzialità di invecchiamento e sempre pronti a regalare emozioni.
E così, alla ricerca di tutti questi ingredienti, il direttore della testata giornalistica enogastronomica «Vinodabere», Maurizio Valeriani ci porta in Trentino con un’esaltante videodegustazione all’interno della quale, grazie ad una miniverticale d’eccezione, tutti i partecipanti hanno potuto apprezzare, altresì, la grande eleganza e capacità di evoluzione del vino simbolo della Tenuta, il San Leonardo.
Presenti all’appuntamento, in collegamento a distanza, anche Antonio Paolini, giornalista enogastronomico e cofondatore di Vinodabere, Marco Sciarrini (Cronache di Gusto), Gianni Sinesi (Sommelier del Ristorante «Reale» di Niko Romito, tre stelle Michelin in Abruzzo), Pietro Carmine Fischetti (Ristorante stellato «Oasis Sapori Antichi» a Vallesaccarda in Irpinia), Carlotta Salvini che, oltre ad essere autrice per Vinodabere, è stata miglior Sommelier Fisar nel 2019, e, ovviamente, chi scrive.
A fare gli onori di casa l’amministratore dell’azienda, Anselmo Guerrieri Gonzaga che con la sua piacevole narrazione ci apre la porta sulla storia della Tenuta.
Siamo a Borghetto sull’Adige in Vallagarina, nel sud del Trentino, una terra baciata dall’«Ora del Garda», il vento caldo che attraversa la valle durante il giorno – togliendo umidità tra le vigne – per poi scomparire la notte amplificando così l’escursione termica.
I marchesi Guerrieri Gonzaga, oltre tre secoli or sono, hanno trasformato l’antico monastero nella loro residenza, rendendola un vero e proprio tempio del vino, dell’armonia e dell’eleganza.
Negli anni Sessanta fu proprio Carlo Guerrieri Gonzaga che decise di reimpiantare i vitigni bordolesi già presenti in zona sin dall’Ottocento, compreso il Carmenère, confuso all’origine per Cabernet Franc.
L’intuizione fu lungimirante ed il risultato davvero lodevole concretizzatosi, nel tempo, con la produzione di grandi rossi che in passato erano appannaggio solo dell’Haut Médoc, riuscendo a conferire ai vitigni d’oltralpe connotazioni tipicamente territoriali.
I cambiamenti in vigna furono radicali. Alla pergola si aggiunsero il guyot ed il cordone speronato, avviando un percorso «illuminato» sostenuto anche dal maestro Giacomo Tachis, consulente enologico dal 1984 al 1999, e dal 2000 da Carlo Ferrini che, ancora oggi, «firma» le etichette della tenuta.
La superficie totale di San Leonardo attualmente ricopre in tutto 300 ettari di cui 30 destinati ai vigneti a bacca rossa posizionati ad un’altitudine che parte da circa 150 metri s.l.m.
Su terreni ricchi di ciottoli, che furono il letto di una diramazione dell’Adige, dimorano le vigne del Merlot mentre è prevalentemente un suolo sabbioso quello che accoglie il Cabernet Sauvignon e le antiche vigne di Carmenère.
Nel 2015 si è dato avvio al percorso di conversione all’agricoltura biologica che si è concluso con successo alla fine del 2018, ottenendo la relativa certificazione.
Ma veniamo ai protagonisti della degustazione ed al video che racchiude le impressioni dei partecipanti sui vini in assaggio.
Queste, invece, le nostre sensazioni.
Riesling Tenuta San Leonardo 2017
100% Riesling Renano, affinato 12 mesi sui propri lieviti in tonneaux di rovere francese, di primo e secondo passaggio e 6 mesi in bottiglia, ottenuto da uve allevate a circa 700 metri s.l.m. in Val di Cembra su terreni franco-sabbiosi.
Naso contornato da note fruttate, erbe aromatiche, scorza di agrumi, pietra focaia. Convince e seduce già dal primo assaggio per la grande energia, fragranza, freschezza e mineralità. Incredibilmente sapido e dotato di un finale dalla lunga persistenza.
Carmenère Tenuta San Leonardo 2015
Proveniente dalle più antiche vigne di Carmenère, è vinificato in vasche di cemento e affinato fino a 24 mesi in barrique di primo, secondo e terzo passaggio. All’olfatto tutta la forza del varietale. Note vegetali garbatamente impreziosite da sentori di erbe aromatiche, more, richiami balsamici e accenni speziati. Al gusto è pieno, con freschezza e sapidità in evidenza. Davvero lungo il finale su note sapide.
Mini verticale di San Leonardo : 2015 – 2011 – 2008 – 2005
Un taglio bordolese dalla grande profondità gustativa, che nasce dall’assemblaggio di uve Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot con l’aggiunta di Carmenère, vinificate ed invecchiate separatamente e successivamente assemblate.
San Leonardo 2015
Un vero e proprio cavallo di razza lo abbiamo definito in videodegustazione. Scalpitante e con tanta voglia di esprimersi. Trama olfattiva complessa con note di ciliegia, prugna, spezie scure, richiami vegetali e nuances balsamiche. Al gusto evidenzia un perfetto compromesso tra potenza e finezza, regalando un finale di lunga persistenza.
San Leonardo 2011
Figlio di una grande annata è l’assaggio che mette tutti d’accordo. Elegante, equilibrato e raffinato. Un naso contornato da note balsamiche, piccoli frutti di bosco, cioccolato, tabacco ed accenni vegetali apre ad un sorso pieno ed armonioso. Sorprende la piacevolezza del tannino. Finale lunghissimo.
San Leonardo 2008
Lampone, mirtillo, arancia rossa, pepe nero, liquirizia e spezie dolci connotano un naso di piacevole interesse. In bocca è avvolgente e armonioso con ritorni fruttati e speziati ed un finale su note sapide.
San Leonardo 2005
Sorpendente la complessità olfattiva con profumi intensi e ben delineati di prugna, tabacco, cioccolato, liquirizia, grafite e pepe nero. In bocca è caldo, morbido, con un impeto acido minerale ancora in evidenza. Finale appagante e di lunga persistenza.
TENUTA SAN LEONARDO
Località San Leonardo, 1
38063 – Avio (TN)
info@sanleonardo.it
“Il vino è uno dei maggiori segni di civiltà nel mondo.” In queste parole la condivisione di una nostra passione e la voglia di comunicarla. Salvatore Del Vasto, laureato in Giurisprudenza e da sempre appassionato di vino, diventa prima sommelier, poi frequenta il Bibenda Executive Wine Master di Fis e poi consegue il diploma di Master presso l’Università di Tor Vergata in “Cultura dell’alimentazione e delle tradizioni enogastronomiche”. Sabrina Signoretti, laureata in Scienze Politiche, coltiva la sua passione diventando sommelier del vino, assaggiatrice di oli di oliva vergini ed extra vergini e sommelier dell’olio extravergine di oliva dell’AISO. Una delle qualità nascoste, la spiccata attitudine per la fotografia.
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