Neppure le pause forzate tra un lockdown ed un altro hanno fermato gli innumerevoli progetti messi in cantiere da Donatella Cinelli Colombini, in particolare per quel piccolo gioiello di Fattoria del Colle a Trequanda (SI). Avevamo accennato ai lavori di ampliamento e realizzazione della nuova cantina: era luglio del 2020, appena usciti a riveder le stelle dopo la furia della pandemia destabilizzati sia nel fisico che nel morale. L’incertezza poteva colpire anche le menti più solide, ma non chi deve continuamente curare le vigne continuando il lavoro avviato. La principale realizzazione consta di un grande spazio sotterraneo destinato all’affinamento dei vini in bottiglia per il quale sono stati spostati 3.366 metri cubi di terra e roccia. Anche il Brunello di Montalcino del Casato Prime Donne riposa serenamente in questo ambiente prima di essere messo in commercio. Una grande stanza di 450 mq a temperatura ed umidità costanti ed un’area dedicata alla produzione del Metodo Classico Brut Rosé da uve Sangiovese, con tanto di pupitre per il remuage manuale.
All’esterno Donatella ha chiesto ai progettisti e agli artigiani di ispirarsi all’ambiente circostante, convinta più che mai che i “non luoghi” tolgano identità ai territori. Nasce l’idea di riprodurre in metallo i boschi di querce presenti vicino al corpo aziendale: in inverno gli alberi più nobili della macchia mediterranea diventano un merletto di rami spogli che salgono verso il cielo. La giovane architetta Elisa Boldi li ha disegnati come silhouette, ritagliati su lastre di ferro poi aggredite dalla ruggine, in modo che avessero lo stesso colore degli alberi. Infine il bosco di corten a delimitare la terrazza panoramica sovrastante, con le silhouette che generano continuità tra il nuovo edificio, la tinaia, la zona di imbottigliamento e la casa colonica di un secolo fa. In quest’ultima è stata ricavata una sala immersiva, comprendente un impianto multimediale di immagini, suoni e luci che simula ciò che avviene nei diversi momenti della giornata e delle stagioni. Nessun filtro, nessun attore, solo l’autenticità della Natura ad insegnare agli appassionati il duro lavoro quotidiano dei contadini ed il “suono delle piante”. Dopo una piccola sosta i visitatori rivedono le stesse immagini senza i rumori di fondo, ma ascoltando le Quattro stagioni di Vivaldi.
La cantina comprende anche una bottaia, nel sotterraneo della Villa cinquecentesca, per la maturazione della Doc Orcia Cenerentola e del Supertuscan Il Drago e le 8 colombe. La parte più profonda è un eremo medioevale dove vengono conservate le prime annate di Brunello prodotte nella cantina Casato Prime Donne di Montalcino (SI).
Non potevano saltare gli assaggi delle annate recenti in commercio, che dimostrano la continua crescita qualitativa dei prodotti. Ci fa compagnia la bravissima Violante Gardini, erede della dinastia e responsabile dell’azienda. Abbiamo evidenziato con lei una maggior attenzione nel controllo delle sensazioni boisée e possenti dei vini di qualche anno addietro, a tutto vantaggio di finezza di aromi e prontezza di beva. Anche i tannini risultano ben integrati sin da subito: filosofia stilistica mutata, maturità delle viti o andamento climatico più favorevole alle buone espressioni?
Il Rosso di Montalcino 2019 ha quella piacevolezza di sorso declinata su ciliege succose come si richiede alla tipologia ed al varietale di riferimento. Non si protende verso le sensazioni impegnative dei fratelli di lunga evoluzione, ma svolge benissimo il suo compito per adattarsi a mille occasioni conviviali.
Brunello di Montalcino 2017 Progetto Prime Donne: già la versione base conferma di quanti pregiudizi sia pieno il mondo della critica nel penalizzare frettolosamente annate non semplici, ma che possono regalare ugualmente soddisfazioni. La selezione si esalta poi su note bellissime speziate e di arancia sanguinella, con insolite vene floreali dolci da gelsomino ed acacia. Finale avvolgente e sanguigno. Decisamente pronto rispetto alla celebratissima 2016 che richiede ulteriore riposo in bottiglia per la piena comprensione. Ed a proposito della “temuta” 2017, chiudiamo i sipari con uno dei vini emblema di Donatella Cinelli Colombini, autentico trascinatore della giovane denominazione Orcia Doc: il Cenerentola di Fattoria del Colle dalla varietà autoctona Foglia Tonda. Note suadenti di visciole mature, pepe nero in grani, dal sorso ampio e profondo. Iconico ed unico.
Luca Matarazzo Giornalista- Sommelier AIS - Degustatore Ufficiale - Relatore corsi per la Campania.. Ha partecipato a numerosi concorsi enologici e seminari di approfondimento. Vincitore del Trofeo Montefalco Sagrantino edizione 2021 e del Master sull'Albana di Romagna 2022, Wine Consultant collabora attualmente con testate giornalistiche e blog importanti a livello nazionale.
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