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Toscana – Carmignano – degustazione dei vini dell’azienda storica Capezzana

L’azienda Capezzana ha fatto la storia del Carmignano, una delle denominazioni con le origini più antiche d’Italia.

Riportiamo dal sito aziendale (link): “A Carmignano la vite si coltivava già nell’epoca preromana, circa 3000 anni fa, come dimostrano i vasi da vino e le coppe da degustazione trovati nelle tombe etrusche.
Nell’archivio di stato di Firenze è stata ritrovata una pergamena datata 804: si tratta di un contratto di affitto che documenta come già 1200 anni fa a Capezzana venissero coltivati olivi e viti per la produzione dell’olio e del vino.
Nel primo Rinascimento una donna, Monna Nera Bonaccorsi, costruiva la prima “casa da Signori” e nove case poderali con i relativi impianti viticoli; era il 1475. Altre generazioni e famiglie si sono avvicendate nella proprietà della tenuta:
i Cantucci, imparentati con i Medici, e i Marchesi Bourbon del Monte. Nel XVIII secolo una Cantucci sposata Bourbon ingrandì la fattoria e acquistò nuovi poderi; introdusse inoltre un metodo amministrativo esemplare, i cui documenti si conservano ancora oggi nell’archivio storico dell’azienda.
Dopo i Bourbon del Monte l’azienda passò agli Adimari Morelli e poi ai Franchetti Rothschild e, dalla vedova Sara de Rothschild, per poi arrivare ai Contini Bonacossi, la nostra Famiglia, nel 1920.

Negli anni venti il Conte Alessandro Contini Bonacossi con la moglie Vittoria acquistò la proprietà di Capezzana, poi ampliata con l’acquisto dal marchese Aman Niccolini, di due fattorie confinanti, “Il Poggetto” e “Trefiano”. Nasce così la Tenuta di Capezzana, suddivisa in 3 fattorie e più di 120 poderi, dedita alla produzione di vino e olio di grande qualità. La passione di Alessandro per il collezionismo lo portò a conservare bottiglie, così che oggi Capezzana può vantare una raccolta di annate storiche a partire dal 1925. Nel 1945 ad Augusto Alessandro, figlio di Alessandro, si affiancò il figlio Ugo, reduce dalla guerra e laureato in agraria, che prese gradualmente la direzione della Tenuta trasformandola da conduzione mezzadrile ad azienda moderna. Ugo, uomo di altri tempi ma dalle ampie vedute, sfruttò l’entusiasmo e la passione dei suoi figli lasciando ad ognuno di loro la gestione di un’attività. Un binomio perfetto tra l’esperienza di Ugo e la novità della quarta generazione. Il primo tra i figli ad affiancare il padre fu Vittorio, che appena diciottenne si occupò della gestione a tutto tondo dell’azienda, fino a diventare il responsabile della campagna e l’enologo, dedicandosi particolarmente alla trasformazione verso il biologico. Oggi Capezzana è gestita da una collaborazione tra la quarta e la quinta generazione. Beatrice è la responsabile commerciale, affiancata dalla sorella Benedetta, la winemaker, e dal fratello Filippo responsabile della produzione di olio e della parte finanziaria. La quinta generazione ha già iniziato a seguire la tradizione della famiglia, ed oggi lavorano in azienda Serena, responsabile dell’ospitalità, e Gaddo, responsabile delle campagne.”

Abbiamo incontrato a Roma, presso il Bistrot La Zanzara, Beatrice e Benedetta per una degustazione dei loro vini.

Dal 2015 l’azienda è certificata bio. Benedetta ci dice che il clima è ideale grazie alla presenza degli Appennini che rinfrescano l’aria soprattutto d’estate. Importante è inoltre la biodiversità tra i vigneti, che presentano tra l’altro esposizioni diverse.

I vini dal 2013 vengono ottenuti con fermentazioni ottenute senza lieviti selezionati, ma solo con pied de cuve.

Ma veniamo ai vini degustati:

Trebbiano 2017: vino che gioca le sue carte sulla struttura e sulla potenza, ma che trascura eleganza e bevibilità. Il legno gioca ancora un ruolo determinante nell’assaggio. 84/100

Carmignano Villa di Capezzana 2016: Materia, sapidità, succosità e freschezza sono al centro dell’assaggio. Un finale speziato ed una chiusura piacevolmente amaricante chiudono il sorso. 89/100

Carmignano Villa di Capezzana 2009: succoso, speziato, con grande allungo su toni di frutti rossi. Piacevolissimo il finale di macchia mediterranea e toni balsamici. 92/100

 

Carmignano Riserva Trefiano 2015: un piccolo capolavoro (il Carmignano migliore nelle Anteprime Toscane secondo Vinodabere link) , con struttura, eleganza, succosità ed un sorso sapido, fresco, balsamico e di grande profondità. 94/100

Ugo Contini Bonacossi 2015: fresco, succoso, con materia e toni speziati in evidenza, chiude con toni agrumati e con ricordi di macchia mediterranea. 91/100

Ghiaie della Furba 2016: fresco, sapido, leggermente alcolico, con chiusura balsamica e su toni di frutti rossi. 88/100

 

Vin Santo di Carmignano Riserva 2011: un piccolo gioiello con ricordi di fico secco, miele, di grande complessità e profondità e con un bellissimo finale sapido-iodato. 93/100

 

 

 

 

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Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice del Concorso Mondiale di Bruxelles e membro del Comitato Editoriale del Concorso Mondiale del Sauvignon, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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