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Svitiamo piano per far molto rumore, ti imbottiglio buono, ti svito ancora migliore…”: Il motto degli “svitati”

Tra le tante diatribe nel mondo del vino dopo quella tra vini naturali e convenzionali, e quelli dealcolati, alla ribalta delle masterclass promosse al Vinitaly c’è stata quella sugli “svitati”. Gli svitati non sono altro che quei produttori che fin dai primi anni duemila, hanno intrapreso la missione di convincere i propri colleghi a cambiare il sistema di chiusure, verso il tappo a vite.

Una masterclass, organizzata nella sala Iris del Pala Expo, in collaborazione con Cronache di Gusto e con Guala Closurers, azienda leader della produzione di tappi a vite, che da qualche tempo sta dedicando grande attenzione al mondo del vino.

I cinque produttori “svitati” sono Franz Haas, Graziano Prà, Silvio Jermann, Mario Pojer e Walter Massa, ed hanno come motto: “Svitiamo piano per far molto rumore, ti imbottiglio buono, ti svito ancora migliore…”
In degustazione abbiamo assaggiato i vini, bianchi e rossi, e per rendere efficace il confronto sono state comparate le stesse etichette dello stesso anno con tappature a vite e con il sughero.
Walter Massa ha affermato: “Il mondo guarda al futuro e guarda al tappo a vite come nuova frontiera, non abbiamo più tempo da perdere. Una volta si andava a cavallo ed era il mezzo di locomozione di tutti, oggi chi va a cavallo?

Graziano Prà afferma: “Da noi non troverete più cavatappi, non accettavo più di trovare vini difettati” 

Emanuele Sansone, direttore generale Business Unit Italia di Guala Closures afferma: “abbiamo 33 stabilimenti e produciamo 18 miliardi di chiusure, sono dati che ci rendono partecipi alla filiera del vino, siamo un’azienda sostenibile da ancor prima che il concetto divenisse di moda. La nostra tecnologia aiuta il vino ad avere una maggiore persistenza nel tempo, il fatto che il prodotto non costi tanto quanto le altre chiusure non determina il suo valore, determina la sua utilità”.
La masterclass è stata condotta dal giornalista Daniele Cernilli. “molte nazioni, in particolare nel nuovo mondo, commercializzano vini utilizzando esclusivamente i tappi a vite”.


I vini degustati e il confronto tra tappo a vite e in sughero:
Andrea Felici Vigna Il Cantico della Figura 2018 Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Doc tappo a vite.
Andrea Felici Vigna Il Cantico della Figura 2018 Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Docg tappo in sughero.
Già il colore fa la differenza, il primo, a vite, mantenendo il giallo paglierino evidenzia riflessi verdognoli, al naso il primo evidenzia note più fresche preservando i profumi primari della pietra focaia, mandorla fresca, anice, al palato l’intensità della freschezza è maggiore nel primo, ed in evoluzione nel secondo.
Planeta Eruzione 1614 Carricante 2018, Sicilia Doc tappo a vite.
Planeta Eruzione 1614 Carricante 2018, Sicilia Doc tappo in sughero.
il colore in questo caso è più figlio del vitigno, che sono ambedue dorati con una maggiore intensità nel secondo, al naso nel primo i toni fruttati agrumati e del cedro sono più freschi e i ricordi di idrocarburo appena accennati nel secondo sono più intensi, così come quelli fruttati più dolci con nota ossidativa.
Ettore Germano Hérzu 2016, Langhe Doc Riesling tappo a vite.
Ettore Germano Hérzu 2016, Langhe Doc Riesling tappo in sughero.
Il colore non si discosta di molto tra i due, al naso le note di idrocarburo sono più intense come il precedente nel primo, le sensazioni si confermano anche al palato dove freschezza e acidità premiano il tappo a vite, con il secondo con note più evolute.
Jermann Vintage Tunina 2013, Venezia Giulia Igt tappo a vite.
Jermann Vintage Tunina 2013, Venezia Giulia Igt tappo in sughero.
Il colore è più vivo nel primo, che presenta un quadro olfattivo caratterizzato da grande complessità e piacevoli sfumature balsamiche e fruttate fresche.  Il secondo è più dolce, mostra un palato con fresca sapidità sulle note fruttate, con frutto più maturo come l’albicocca e leggera nota ammandorlata finale.
Graziano Prà Otto 2012, Doc Soave Classico tappo a vite.
Graziano Prà Otto 2012, Doc Soave Classico tappo in sughero.
Il colore del primo  è più sul verdognolo, il secondo più dorato. Le note di pietra focaia e di idrocarburo predominano nel primo mentre nel secondo sono più spente, risulta coerente la differenza anche al palato dove nel secondo si evidenzia anche una tratto più ossidativo.
Vigneti Massa Monleale 2016, Colli Tortonesi Doc tappo a vite.
Vigneti Massa Monleale 2016, Colli Tortonesi Doc tappo in sughero.
Il colore rispetto agli altri è più simile, dove risulta una leggera unghia granata nel secondo, al naso le note fruttate risultano più integre nel primo così come al palato il frutto si manifesta più croccante del secondo.
Franz Haas Schweitzer Selezione 2015 Alto Adige Pinot Nero tappo a vite.
Franz Haas Schweitzer Selezione 2015 Alto Adige Pinot Nero tappo in sughero.
Il colore risulta avere toni più granati nel secondo, le sensazioni gusto olfattive si differenziano principalmente nella freschezza del frutto più integro il primo, il secondo leggermente maturo.

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