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Spumanti dell’Etna, bolle del vulcanico

Il Consorzio Etna D. O. C., sta puntando forte anche sullo Spumante, grazie alle potenzialità del terreno (vulcanico), alle condizioni climatiche (dal mare alla montagna in pochi chilometri, il che equivale ad avere uve di varie tipologie, ognun/ a con escursioni termiche – a seconda della quota – che evidenziano al massimo gli aromi del vitigno) ed un vitigno (il Nerello Mascalese) che si è dimostrato più che valido per la spumantistica, dando spumanti eleganti, con una buona verticalità e di buona struttura.
Sulla scia di un prodotto che sta incrementando sempre più i volumi di vendita (in un momento attualmente non dei più facili),  la manifestazione Spumanti dell’Etna svoltasi a Catania a conclusione del 2021, ha trovato un ampio consenso di partecipanti (stampa, winelover, appassionati). Oltre alla degustazione di vari spumanti (dai blanc de blanc, ai rosè) ottenuti la stragrande maggioranza da Nerello Mascalese e rigorosamente Metodo Classico, è stato possibile assaggiare diversi piatti pensati e concepiti dai vari chef partecipanti alla serata, per potersi abbinare al meglio con le bollicine etnee.
Ecco il resoconto degli assaggi della serata:

Re Befè 2017 D. O. C. Etna Spumante, prodotto da Al – Cantàra, ottenuto da Nerello Mascalese, sosta per trentasei mesi sui lieviti. Siamo agli inizi della produzione dello spumante per l’azienda etnea, ma i risultati sono incoraggianti. Nota minerale e di pietra focaia, arricchite da crosta di pane compongono il corredo aromatico. Grande verticalità con un’acidità quasi aggressiva (ma la sboccatura è stata a maggio). Persistenza discreta e struttura buona.

Il Noblesse XLVIII Metodo Classico 2016 I. G. T. Terre Siciliane di Benanti è stata la novità della serata. L’azienda ha fino ad ora prodotto il Noblesse che sosta sui lieviti per ventiquattro mesi (XLVIII, sta a significare quarantotto mesi sui lieviti), spumantizzando il Carricante (uno dei pochi blanc de blanc della serata). Il Noblesse XLVIII, si dimostra uno spumante che con i suoi quarantotto mesi sui lieviti, ha una struttura migliore, una rotondità e pienezza alla beva. Profumi delicati ed eleganti, con un bouquet composto da erba secca, pan di Spagna e lieve nota agrumata. Morbido all’assaggio, con una freschezza che non è invadente. Complesso e con una persistenza discreta.

Sosta Tre Santi 2017 Etna Spumante D. O. C. di Cantine Nicosia  viene ottenuto da Nerello Mascalese. Sono ventiquattro i mesi di permanenza sui lieviti, per uno spumante che riesce ad avere le sue precise caratteristiche “vulcaniche”, con sentori di pietra focaia, erba secca, crosta di pane. Grande spalla acida che dà verticalità e carattere. Lungo e progressivo.
Prima di passare agli spumanti rosè, una piccola nota su alcune pietanze che hanno veramente conquistato il nostro palato. Due i piatti che hanno veramente vinto e convinto, per estro, fantasia, capacità di saper abbinare diversi ingredienti. Bianca Celano ha realizzato “Il Mediterraneo – Tra Oriente e Occidente”, piatto composto da palamita affumicata con tè cinese, cicoria, mandorle e limone candito. Il piatto ha saputo incastonare i vari componenti, facendo assaporare il pesce, arricchito dell’affumicatura, impreziosito da un pizzico di amaro dato dalla verdura ed esaltato dalle mandorle per chiudere con una lieve sensazione di dolce. Grande complessità del piatto che ha dimostrato un carattere notevole e che ha trovato un buon accoppiamento con il Re Befè 2017.

Sabir

Altro piatto sempre a base di pesce, realizzato da Valentina Rasà, chiamato “Sabir”, ottenuto da tonno marinato a secco, sali bilanciati, polvere di cappero, tè Lapsang Souschong, panna cotta agli Shiitake dell’Etna, zenzero e gel di Apum – Cantine di Nessuno. Piatto che pur avendo ingredienti di sapore deciso e marcato è stato ingentilito, regalando al palato delicatezza e piacevolezza, senza essere stancante, trovando un ottimo connubio con il Noblesse XLVIII, regalando una sensazione finale molto piacevole. Ritornando agli spumanti l’annata 2017 per gli spumanti rosati etnei è stata un’annata che ha saputo donare uve (in questo caso a bacca rossa) che pur se vendemmiate anzitempo, hanno raggiunto la maturazione, che tradotto nel calice, signica un prodotto integro, senza che siano stati persi i profumi ed i connotati del vitigno e che ne ha fatto guadagnare in complessità e struttura il prodotto finale. Di Cantine di Nessuno è stato assaggiato Apum 24 Mesi Rosè 2017, Etna Spumante D. O. C.. Ottenuto da Nerello Mascalese, permane ventiquattro mesi sui lieviti. Il suo corredo aromatico è composto da fragolina di bosco e lamponi in maniera delicata e gentile, completati da un tocco di pietra focaia.  Ha una persistenza discreta.

Caterina Di Plachi Etna D. O. C. Brut Rosato 2017 (24 mesi sui lieviti) è l’ultimo spumante prodotto da Tenute Mannino Di Plachi. Riesce ad avere una personalità già dal suo bouquet che è composto da nota muschiata e funghi, timbro minerale e di pietra focaia, ricordi di frutta di bosco. Sorso sapido e vellutato con una buona struttura. Persistenza buona.

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Come per tutte le cose importanti si inizia per gioco e poi... si fa sul serio. È dal 2006 che mi sono appassionato e sono stato introdotto nel mondo del vino, GRAZIE a MIO PADRE. Poi per capire qualcosa in più ho seguito un corso e..... nel 2013 ho conseguito il diploma di sommelier. A tutti coloro che sono appassionati di vino, dico che bisogna sempre provare e degustare vini diversi, cercando di capire quello che il vino ci trasmette, soffermandoci sulle sensazioni e sulle emozioni che può dare.

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