Il vino bianco di maggior prestigio della Cantina Santadi, (cantina di cui abbiamo parlato su Vinodabere diverse volte Latinia , Terre brune) è sempre stato caratterizzato da struttura e persistenza, attraverso un utilizzo del legno che a volte non lo ha reso godibile nell’immediato.
Con la vendemmia 2019, invece, attraverso un lavoro di selezione delle uve durante la vendemmia, e la scelta di legni meno invasivi per le barrique utilizzate ha permesso a Antonello Pilloni, Massimo Podda, Riccardo Curreli e Giorgio Marone, di far intraprendere al Villa di Chiesa un nuovo percorso.
Un vino, proveniente da vigne che dimorano su terreni di medio impasto, sabbiosi, scaturisce da un blend di vitigni tipici del territorio, con predominanza di Vermentino, per il 60% e Chardonnay per il restante 40%. Una raccolta delle uve che oltre a prevedere una selezione dei grappoli direttamente in vigna, ha inizio nella seconda metà di agosto con lo Chardonnay per continuare in settembre e ottobre con gli altri vitigni che lo compongono.
Fermentazione di una parte della massa, a seconda delle annate, in barrique, poi un successivo affinamento nelle stesse prima di essere assemblato con la parte delle uve che non ha fatto legno e finire l’affinamento in bottiglia.
Abbiamo avuto modo di assaggiare le ultime quattro annate di questo vino bianco proprio per testarne il nuovo cambio di direzione. Ecco le nostre impressioni.
Villa di Chiesa 2019 -Valli di Porto Pino IGT
L’anno del cambiamento, una selezione che ha dell’incredibile durante la raccolta, che iniziando dallo Chardonnay nella seconda parte di agosto porta a cogliere i grappoli ad una maturazione ottimale ma senza procurare un eccesso di alcool.
Un vino tutto incentrato su freschezza e sapidità con note floreali e officinali che ne anticipano la beva Un ulteriore affinamento gli conferirà quella ulteriore complessità. La giusta strada per un vino che saprà ritagliarsi uno spazio importante nel panorama vinicolo isolano e non solo.
Villa di Chiesa 2018 -Valli di Porto Pino IGT
Un’annata difficile per le piogge eccessive, si è cercato di ottenere il massimo dalle uve, ma il vino si presenta da subito su note di frutta matura e miele, ricchezza e freschezza non trovano il giusto equilibrio e il sorso appare per alcuni versi opulento evidenziando le note conferite dal legno.
Villa di Chiesa 2017 -Valli di Porto Pino IGT
Ultima annata con una vinificazione che ha visto dall’anno successivo diversi cambiamenti, il 50 % della massa finisce in barrique nuove con legni con un impronta significativa da lasciare un segno evidente nel vino, poi l’annata particolarmente calda. Il tutto avrebbe fatto pensare ad un vino molto alcolico e opulento, invece all’assaggio rimaniamo positivamente stupiti, la frutta che fa da apripista evidenzia quella freschezza che ben si accompagna a sapidità sorreggendo in modo ottimale il sorso che risulta persistente e ricco, tanto da spingerci ad avvicinare nuovamente la bocca al bicchiere. Finale di miele e frutta bianca molto intrigante.
Villa di Chiesa 2016 -Valli di Porto Pino IGT
Un vino complesso, sapido e persistente, in cui ancora si avverte un utilizzo non timido del legno, tuttavia il vino mantiene ancora una bella freschezza che ne rende il sorso vivo e bevibile.
Ha fondato Vinodabere nel 2014. Laureato in Economia e Commercio specializzazione mercati finanziari, si è dedicato negli ultimi dieci anni anima e corpo al mondo del vino. Vanta diverse esperienze nell'ambito enologico quali la collaborazione con la guida "I vini d'Italia" de l'Espresso (edizioni 2017 e 2018), e la collaborazione con la guida Slow Wine (edizioni 2015 e 2016). Assaggiatore internazionale di caffè ha partecipato a diversi corsi di analisi sensoriale del miele. Aver collaborato nella pasticceria di famiglia per un lunghissimo periodo gli garantisce una notevole professionalità in questo ambito.
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