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Radici del Sud – il Nero di Troia biodinamico dell’azienda Agrinatura di Giancarlo Ceci ad Andria

Il secondo giorno di Radici del Sud è stato dedicato al mattino alle degustazioni del Concorso (tra stasera e domattina sapremo i vincitori) ed in serata ad una visita all’azienda Agrinatura di Giancarlo Ceci ad Andria. L’azienda, situata tra Andria e Castel del Monte,  è biologica da più di 30 anni e biodinamica (con certificazione Demeter) da circa 11. La consulenza enologica è di Lorenzo Landi.

Il Nero di Troia è il vitigno principe da queste parti ed anche Agrinatura non fa eccezione.

Al centro della foto in camicia bianca Giancarlo Ceci

Diverse etichette, con una bollicina charmat rosè (da Nero di Troia naturalmente) 2017 di buona freschezza e sapidità, e le altre soprattutto incentrate sull’uva già menzionata, vinificata in rosso.

Molto interessante è stata la degustazione verticale propostaci per capire le potenzialità di evoluzione dei vini rossi aziendali.

Ecco le nostre impressioni:

Parco Marano 2006: il vino rosso secondo in ordine di importanza, di cui si producono ogni anno più di 40 mila bottiglie, non sfigura affatto e si presenta succoso, sapido, con sentori speziati e di macchia mediterranea. Ancora integro, dotato di struttura e profondità di beva. Ora è in uscita per il commercio l’annata 2015.

Felice Ceci 2007: il Nero di Troia più importante realizzato da clone ad acido piccolo su terreni neri (calcare attivo) si mostra in splendida forma con eleganza, potenza ed uno straordinario allungo speziato e balsamico. Succoso, sapido, lascia una piacevole scia salina e iodata. Il nostro preferito nella serata.

Felice Ceci 2008: sentori di cuoio e di spezie si uniscono a toni agrumati e di macchia mediterranea. Struttura, persistenza e un piacevole finale su ricordi di frutti rossi completano il quadro organolettico.

Felice Ceci 2009: è ancora in fase interlocutoria, con tannini ancora vibranti ed acidità leggermente scomposta. Ma è solo un peccato di gioventù. Oggi di questa etichetta è in commercio l’annata 2012.

 

 

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Scritto da

Giornalista enogastronomico, una laurea cum laude in Economia e Commercio all'Università La Sapienza di Roma, giudice in diversi concorsi internazionali, docente F.I.S.A.R.. Ha una storia che comprende collaborazioni con Guide di settore. Per citare solo le ultime : Slow Wine (Responsabile per la Sardegna edizioni 2015 e 2016), I Vini de L'Espresso (vice-curatore e coordinatore nazionale edizioni 2017 e 2018), I Ristoranti d'Italia de L'Espresso (edizioni dalla 2010 alla 2018). Collabora con le testate: www.lucianopignataro.it , www.repubblica.it/sapori. Ha scritto alcuni articoli sul quotidiano "Il Mattino" e su www.slowine.it. Ha una passione sfrenata per quel piccolo continente che prende il nome di "Sardegna", per le sue terre e per la sua gente.

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